Storia e contemporaneità del Barolo

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DOVE CI TROVIAMO

Piemonte d'autore

L’associazione Barolo – Piemonte fa parte della memoria inconscia di molti di noi, soprattutto di coloro che hanno una qualche minima familiarità con il mondo del vino.

Un territorio, quello che possiamo anche chiamare Barolese, che corrisponde ovviamente all’omonimo comune, ma che secondo il disciplinare del 1933 include anche altri comuni.

Sono interamente dedicati a questo vino i vigneti di Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba. Possono produrlo solo in alcune zone i comuni di La Morra, Monforte d’Alba, Roddi, Verduno, Cherasco, Diano d’Alba, Novello, Grinzane Cavour.

Dal 2014, il Paesaggio vitivinicolo del Piemonte – La Langa del Barolo è stata inclusa insieme a Roero e Monferrato nei beni protetti dall’UNESCO come Patrimonio dell’umanità.

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CENNI STORICI

Una storia nobile

Nel 1826, Tancredi Falletti di Barolo diviene sindaco di Torino. È il periodo del cosiddetto Decurionato, antesignano del consiglio comunale che designa due “sindici” ogni anno.

Il nobile, al quale si deve anche la costruzione del cimitero monumentale di Torino, era proprietario del Castello Falletti di Barolo, nell’omonimo comune.

Fu lui, insieme alla moglie Giulia, a dare una fondamentale spinta alla produzione di vino dalle uve Nebbiolo, che nasce ufficialmente intorno al 1830 con la responsabilità enologica di Paolo Francesco Staglieno. Nome fondamentale nella promozione dell’enologia piemontese, tale da essere contrattato dallo stesso Camillo Benso di Cavour, a lui si devono i successivi miglioramenti nella produzione del Barolo.

Il vino continua ad avere una fondamentale presenza sulle tavole del Piemonte, nell’Ottocento e Novecento, trovando sempre più visibilità in Italia e all’estero e anzi divenendo portavoce del buon bere italiano nel mondo.

LA SCELTA DELL'UVA

Il Nebbiolo

Il Barolo si produce esclusivamente con uve Nebbiolo, che rappresentano il 100% della materia prima impiegata.

Da disciplinare di DOC (1966) e DOCG (1980), poi ulteriormente modificato nel 2011, la resa standard dell’uva è di 80 q per ettaro di terreno, in percentuale al 65% e con un titolo alcolometrico del vino che raggiunge il 13%. 

L’uva Nebbiolo è utilizzata, per intero o in parte, nella produzione di decine di altri vini in Piemonte, Sardegna, Lombardia, Umbria, Abruzzo e Basilicata: tra i più celebri il Barbaresco, l’Alba, il Nebbiolo d’Alba e il Valtellina (superiore e Rosso).

CURIOSITÀ

Il Castello di Grinzane Cavour

Il vigneto più iconico di Nebbiolo si trova a Grinzane Cavour, piccolo comune del cuneese. Il suo iconico castello, la cui costruzione risale addirittura al Duecento, è evidenziata dalla presenza di varie torrette intorno al suo profilo, non merlato.

Nella prima metà del XIX secolo l’edificio, intorno al quale sorge questa vigna – poco estesa ma di particolare importanza – era di proprietà della famiglia De Tonnerre, che ospitò un giovanissimo Camillo Benso di Cavour.

Il giovanissimo (aveva appena 20 anni) diede un enorme impulso allo sviluppo di Grinzane dal punto di vista agricolo e territoriale, anche attraverso la piantumazione di duecentomila viti. Fu nominato sindaco nel 1832, due anni dopo il suo arrivo, mantenendo ininterrottamente l’incarico fino al 1849.

Sviluppato su tre ordini finestrati in maniera non speculare, l’edificio del Castello di Grinzane Cavour non ha una forma geometrica precisa, il che lascia supporre più fasi di sviluppo e trasformazione. È, in ogni caso, il simbolo delle terre vinicole del Piemonte e della loro riconoscibilità.

ABBINAMENTO CIBO-VINO

Dall'antipasto al dolce

Il Barolo è un vino importante, sotto tutti i punti di vista: produttivo, olfattivo, degustativo, finanche economico (sì, anche quello ha la sua rilevanza quando si parla di enologia di livello).

Nell’abbinamento cibo-vino, le scelte sono improntate a un certo conservatorismo, con l’obiettivo finale di garantire un rispetto reciproco della ricetta per il vino e del vino per quanto viene servito nei piatti.

Per quanto non disdegni una consumazione “quotidiana”, è certamente più d’uopo riservarlo per le grandi occasioni: una festività comandata, un compleanno o una celebrazione con amici e famigliari.

Come lo si abbina, insomma? Carne e formaggio. È preferibile portare in tavola queste prelibatezze andando a scegliere tagli di carne rossa pregiati, preferibilmente degli arrosti o dei brasati (il brasato al Barolo è una delle eccellenze della cucina piemontese), ma perché no anche una brace a base di costate, bistecche e fiorentine.

Se lo si vuole abbinare con i formaggi la scelta più giusta guarda al Raschera DOP e al Castelmagno DOP, due formaggi decisamente intensi per sapore e tono olfattivo.

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