Lavoriamo con un occhio sempre proiettato al futuro ma il nostro impegno principale si esprime nella salvaguardia della Bellussera, antico metodo di allevamento della vite oggi in via di estinzione.
La nostra azienda – afferma Simone Cecchetto, che guida Ca’ di Rajo insieme ai fratelli Alessio e Fabio – nasce dalla tenacia di mio nonno Marino Cecchetto, classe 1931. La sua è una lunga storia di coltivazione della vite, prima come mezzadro e poi divenendo proprietario della nostra tenuta. Completati i miei studi alla Scuola Enologica di Conegliano, la più antica d’Italia, ho assunto io le redini dell’azienda creando il brand Ca’ di Rajo che oggi esporta in oltre 50 Paesi.
Tra le produzioni di Ca’ di Rajo vi sono: Prosecco Superiore Millesimato Docg Valdobbiadene nelle versioni Brut e Extra Dry, Prosecco Doc Treviso, Malanotte Docg, Raboso Piave Doc, Manzoni Bianco 6.0.13, Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot.
A questi si aggiungono la Marzemina Bianca e il Manzoni Rosa (ottenuto dall’incrocio tra Traminer e Trebbiano), autoctoni rarissimi che solo Ca’ di Rajo spumantizza. La nostra azienda produce inoltre Iconema, un Tai che nasce dalle uve di un vigneto a Bellussera di quasi 100 anni.
Il nostro vitigno del cuore è senza dubbio il Raboso Piave, il vino che Marco Polo e la Serenissima trasportavano nei viaggi in Oriente. La nostra azienda ne produce due diverse interpretazioni, il Malanotte Docg Notti di Luna Piena e il Raboso del Piave Doc Sangue del Diavolo.
Il Sangue del Diavolo Raboso del Piave Doc e il Notti di Luna Piena Raboso del Piave Docg Malanotte di Ca’ di Rajo sono un tributo alla leggenda secondo cui, nelle notti di luna piena, il diavolo scende sul paesino di Rai di San Polo di Piave – dove ha sede la cantina – poggiando un piede sulla torre e l’altro sul campanile della Chiesetta del Carmine, risalente al 1300. Entrambe le strutture sono sempre visitabili con percorsi guidati.
La nostra azienda è guidata da tre giovani fratelli e si avvale di un team di collaboratori che per la maggior parte hanno meno di 40 anni.
Lavoriamo con un occhio sempre proiettato al futuro ma il nostro impegno principale si esprime nella salvaguardia della Bellussera, antico metodo di allevamento della vite oggi in via di estinzione. Questa forma di coltivazione della vite è stata messa a punto alla fine dell’800 dai fratelli Bellussi di Tezze di Piave (TV). Sviluppatasi principalmente in Veneto, la Bellussera è oggi in via di estinzione a causa dei suoi alti costi di mantenimento.
La Bellussera prevede un sesto di impianto ampio dove pali in legno di circa 4 metri di altezza sono tra loro collegati da fili di ferro disposti a raggi. Dalla potatura alla vendemmia, tutto viene fatto a mano, sopra a un pianale rialzato, questo riduce di oltre il 60% l’utilizzo di mezzi agricoli (meno emissioni di CO2).
Proprio in questi giorni stiamo lavorando all’impianto di una nuova Bellussera perché riteniamo che faccia parte della memoria storica del nostro territorio da conservare e tramandare alle future generazioni.
In questa stagione (primavera, n.d.r.) il nostro territorio ci offre un prodotto di altissima qualità, l’Asparago Bianco di Cimadolmo IGP. Un piatto della tradizione, che lo abbina alle uova sode, si sposa perfettamente al nostro Manzoni Bianco “Nina” o al nostro spumante Brut Marzemina Bianca, autoctono rarissimo che solo la nostra azienda spumantizza.
Nel periodo invernale il Radicchio Rosso di Treviso, altro prodotto tipico della nostra provincia, si sposa perfettamente al nostro Raboso del Piave Doc “Sangue del Diavolo” anche nella ricetta di famiglia “Tagliatelle al Raboso con Gorgonzola e noci”.
Dal Lunedì al Venerdì
9:30-13:30/14:00-18:00
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