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Cannonau

Il vino simbolo dell'enologia sarda

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DOVE CI TROVIAMO

Il vino dell'entroterra

Le più antiche tracce della coltivazione di uva Cannonau in Sardegna sono state scoperte a Borone, nel nuorese. Ci troviamo in uno dei siti archeologici di maggiore interesse della regione, dove si trovano le tumbas de is gigantes.

Qui, i vinaccioli della vite recuperati tra le tombe dei giganti risalirebbero a oltre 3200 anni fa. Testimonianza della presenza del Cannonau ben prima della presunta importazione dalla Spagna.

Quest’uva è particolarmente diffusa nell’entroterra della Sardegna, ma le condizioni climatiche ne rendono possibile la coltivazione pressoché in tutta l’isola, facendo del Cannonau un vino “sardo a 360 gradi”.

Details of vineyards, rows of old and young vines during harvest.

LE CARATTERISTICHE

Tardivo e di carattere

L’uva Cannonau, quintessenza della coltivazione enologica in Sardegna, ha caratteristiche specifiche che ne presentano in maniera incontrovertibile la sua autenticità rispetto al territorio.

Si tratta di un’uva particolarmente scura, la cui elevata presenza di pruina garantisce una resistenza ampia alla disidratazione. Caratteristica importante per una zona, quella sarda, dove la forte illuminazione solare e la scarsità di precipitazioni rende le uve molto esposte alle condizioni meteo estreme.

Da questi acini di dimensioni medie e colore molto scuro si ricavano vini che vengono prodotti in epoca tardiva: raramente la vendemmia avviene prima della fine di settembre.

Se ne ricava così un vino puro, il Cannonau di Sardegna DOC, ma quest’uva viene anche impiegata in cru diverse, con quantitativi che la rendono in ogni caso preponderante. Il vino che se ne ricava è intenso: colore rubescente, sapido al palato, dalla beva persistente.

LE DENOMINAZIONI

Gli incroci Manzoni

Il Cannonau di Sardegna DOC (Denominazione di Origine Controllata) vede la sua produzione suddivisa in più zone.

Capo Ferrato, Classico, Jerzy e Oliena (Nepente di Oliena) sono le sottozone tipiche della DOC, mentre costituiscono gruppi a sé il Cannonau di Sardegna DOC e il Mandrolisai DOC.

CURIOSITÀ

Dalla Mesopotamia alla Sardegna

La storia del Cannonau è particolarmente interessante e, come in casi analoghi, frutto di incomprensioni e storie che vengono rielaborate con il tempo.

Fino a venti anni fa, infatti, era diffusa la tesi secondo la quale il Cannonau fosse in realtà un’uva importata dalla Spagna, dove sarebbe giunta dopo numerose peripezie, passando dalla Mesopotamia all’Egitto, alla Grecia e – grazie ai commercianti Fenici – fino alle sponde del Mediterraneo europeo.

I ritrovamenti di Burone hanno però evidenziato che quest’uva era già presente, e che non furono dunque gli spagnoli, nel corso del XV secolo (al tempo dei Giudicati) a portarla sull’isola dei Nuraghi. Anzi, probabilmente potrebbe essere avvenuto l’esatto contrario, o più semplicemente le due realtà, quella sarda e quella spagnola, avrebbero convissuto nelle rispettive zone per secoli.

Allo stesso modo, sappiamo che il Cannonau non è un’uva “esclusiva”, poiché alcune delle sue caratteristiche si ritrovano anche in uve italiane ed europee, al Tocai di Barbarano alla Vernaccia di Serrapetrona, fino alla Grenache o all’Alicante.

ABBINAMENTO CIBO-VINO

Dall'antipasto al dolce

Robusto il vino, robusto anche l’abbinamento. Quando si porta in tavola il Cannonau non si può fare nessuno sconto: e no, non parliamo di etichette!

Perché questo è un vino corposo, ampiamente strutturato, che merita e richiede allo stesso tempo un abbinamento cibo-vino di rilievo. Fortunatamente, la cucina sarda non è scevra di sapori forti e decisi, soprattutto quando parliamo di secondi piatti.

La lunga tradizione di lavorazione delle carni gioca a nostro favore: perché dunque non pensare di servirlo con l’immancabile maialino, oppure con carni di selvaggina come il cinghiale, passando poi per le carni caprine e ovine dove a primeggiare è l’agnello.

Non mancano certo i formaggi giusti, in Sardegna, da servire in abbinamento al Cannonau: un Fiore Sardo DOP, con la sua pasta dura ma friabile oppure un Pecorino Romano, la cui lunga stagionatura sprigiona sapori e profumi dal forte impatto. 

Un menù completo? Antipasti misti con una selezione di salumi e formaggi stagionati. Come primo piatto, gli immancabili malloreddus alla campidanese. Selezione di carni alla brace per il secondo e per concludere in dolcezza pabassine (dolci di frutta secca) e pan’ è saba.

Cannonau

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