Le interviste di Wineowine

Cantrina

Una storia di ricordi, di passione e di famiglia

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Produciamo dei vini alternativi che ci hanno aiutato a confermare le grandi potenzialità del nostro territorio. Più tardi, col tempo, ci siamo avvicinati anche ai prodotti tipici.

Come nasce la vostra passione per la produzione di vino?

Come nasce la passione…

Dobbiamo fare un salto indietro. Ho compiuto studi artistici, a 24 anni ho conseguito il diploma di scenografo all’Accademia di Belle Arti (Brera a Milano) dopodiché sono partita per l’Inghilterra per imparare l’inglese. Dopo circa un anno sono rientrata in Italia e ho cominciato il mio lavoro come decoratrice d’interni, saltuariamente ho anche viaggiato. Mi sono sposata nel 1997 con Dario Dattoli, che è stato il fondatore dell’Azienda Agricola Cantrina. Nel 1998, dopo un tragico incidente in vigna, sono rimasta vedova ed ho ereditato l’azienda. Lascio il lavoro di decoratrice e comincio il percorso di produttrice di vini.

Uno strano destino mi ha portata ad abbracciare il mondo del vino, all’inizio ero spinta da una grossa carica affettiva e solo successivamente questo lavoro è diventato una mia passione. Non è stato facile, ma la mia grande volontà e determinazione mi hanno aiutata a superare grossi ostacoli. In questo percorso non sono stata sola, ho incontrato un operatore del settore (agronomo) Diego Lavo, che mi ha insegnato tutto sul mondo vitivinicolo (come si pota una vigna, le malattie delle piante, vinificazione…), Diego è anche diventato il mio secondo marito ed è lui il vero winemaker, ci siamo separati, ma siamo ottimi soci nel condurre questa passione per il vino. Abbiamo anche due figli: Lorenzo e Tommaso.

All’inizio mi sono dedicata un po’ a tutto. Oggi, i compiti sono stati suddivisi e io mi occupo soprattutto della commercializzazione e della comunicazione, saltuariamente mi occupo ancora della cantina. In vendemmia ovviamente sono operativa anche nella gestione del vigneto. Durante la fase di “apprendimento” non ho saltato un solo gradino di tutta la filiera che porta alla produzione di un vino.

Il borgo di Cantrina

Cantrina è un piccolissimo e antico borgo rurale situato nell’area della Valtènesi, sulle ultime colline del lago di Garda che digradano sul fiume Chiese (uno dei toponimi più antichi di questa frazione, “Cantus rhine”, significa appunto angolo vicino al fiume).

L’azienda agricola è stata fondata all’inizio degli anni 90, ma solo dai primi anni 2000 riesce a definire una propria linea produttiva proponendo i primi vini. È una piccola azienda a conduzione strettamente famigliare.

La filosofia produttiva

Provenendo dal mondo artistico è stato facile trovare affinità con il mondo del vino…

La mia volontà è quella di unire la massima espressione del territorio (inteso come interazione tra vitigno, suolo e uomo) e la mia creatività.

I miei vini possiedono, pertanto, una spiccata personalità e particolarità, spesso uniche nell’esaltazione delle caratteristiche dei vari vitigni coltivati.

Mi piace interpretare il nostro lavoro come un “libero esercizio di stile” scevro da preconcetti e condizionamenti di sorta (incluso il disciplinare doc). Questo concetto potrebbe apparire un po’ troppo alternativo, ma provenendo da un passato artistico non sono riuscita a fare altro che trasmettere la mia vena artistica e creativa ai vini.

Quali sono i vini che producete?

I nostri vini sono tutti certificati Bio dall’annata 2017.

Vini tipici del territorio Valtènesi prodotti al 100% con Uva autoctona (Groppello):

  • Chiaretto “A rose is a rose is a rose” (DOC Riviera del Garda Classico Valtènesi Chiaretto) prodotti 100% con uve Groppello. Vino rosa chiaro – breve contatto con le bucce (3/4 ore) solo acciaio chiusura con tappo a vite.
  • Groppello (DOC Riviera del Garda Classico Groppello) 100% Groppello. Vino rosso rubino brillante scarico – solo acciaio

Vini alternativi o IGT:

  • Rosanoire (Vino rosato) 100% uve Pinot nero. Vino rosa abbastanza chiaro – breve contatto sulle bucce (3/4 ore) – solo acciaio chiusura tappo a vite
  • Riné (IGT Benaco Bresciano bianco) 65% Riesling, 30% Chardonnay, 5% Incrocio Manzoni. Vino bianco fresco minerale, ma allo stesso tempo intenso e strutturato, atto all’invecchiamento. Solo lo chardonnay fa un fine fermentazione e passaggio in barrique per ca 4/5 mesi, si malolattica. Riesling e incrocio Manzoni solo acciaio, successivamente il blend, affinamento in bottiglia per ca 8 mesi. Chiusura Tappo a vite.
  • Zerdí (IGT Benaco Bresciano rosso) 100% uve REBO. Fermentazione su lieviti indigeni. Vino rosso corposo, maturazione in legno grande per 12 mesi.
  • Nepomuceno (IGT Benaco Bresciano Rosso) 70% Merlot, 15% Rebo, 15% Marzemino. Fermentazione su lieviti indigeni. Vino complesso e strutturato. Maturazione in tonneaux per circa 36 mesi più ulteriore affinamento in bottiglia.
  • Sole di Dario (Vino Passito bianco) 40% Sauvignon, 40% Semillon, 20% Riesling. Le uve selezionate vengono poste in piccole cassette di legno e appassite in modo naturale per ca 2/3 mesi. Resa bassissima, 30% ca. pressatura e fermentazione in Tonneaux o barrique nuove su lieviti indigeni, per circa 24 mesi. è un vino che non produciamo tutti gli anni, per ottenere un passito di alto livello ci vuole la stagione giusta, uve sanissime e grande equilibrio tra residuo zuccherino e acidità.

Qual è il vostro 'vino del cuore'?

Il mio vino del cuore è senza dubbio il Sole di Dario che produciamo da quando è nata l’azienda. È dedicato al fondatore, Dario Dattoli. È anche il vino più difficile da produrre ad altissimi livelli, deve rappresentare un vino avvolgente e penetrante.

Sulla retro etichetta trovate la scritta: Frutto del desiderio di un uomo e a lui dedicato.

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Tradizione o innovazione: qual è il vostro leitmotiv?

Sin dalla nascita del nostro percorso ci siamo sentiti più innovatori. Il territorio è importantissimo, anche le tradizioni a patto che non diventino un fattore limitante nella crescita qualitativa del territorio stesso. I gusti con il tempo cambiano, così come il modo di condurre un vigneto, di lavorare e selezionare l’uva, di vinificare ecc. tutte fasi importantissime che portano il prodotto finale a un maggiore livello qualitativo. Il rispetto della materia prima è fondamentale al fine di esaltare al massimo le tipicità del vitigno e l’espressione del terroir.

Noi produciamo dei vini alternativi che ci hanno aiutato a confermare le grandi potenzialità del nostro territorio. Più tardi, col tempo, ci siamo avvicinati anche ai prodotti tipici, come l’uva autoctona Groppello, a cui gli abbiamo dedicato tanta attenzione e ricerca, siamo convinti della sua espressione unica.

Oggi ci sentiamo totalmente parte integrante della Valtènesi.

Come possiamo abbinare i vostri vini in tavola?

Mi piace osare e dopo aver provato ho questi suggerimenti:

  • Il Groppello è fra tutti i miei vini è quello che più di tutti si abbina dalla minestrina, ai primi piatti, alla carne, al pesce, alle fragole, viene servito freddo di frigo in estate (possiede un tannino dolce).
  • Il Sole di Dario con formaggi molto erborinati o del foie gras.
  • Il Riné con primi piatti molto mediterranei e speziati o secondi leggeri.
  • Lo Zerdí con una pasta alla bottarga e in generale con le seconde portate.
  • I 2 rosati sono fantastici con il pesce, verdure panate o anche da aperitivo.
  • Il Nepomuceno a piatti di forte personalità o formaggi molto stagionati (Bagòss).

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