Le interviste di Wineowine
Una piccola vigna e un secolo di storia
La nostra azienda è stata acquistata dal nonno Pietro nel 1916. A quei tempi era a vigneto un solo ettaro. Già nel 1937 emergeva con una medaglia d’argento per la “Rassegna Vini” della nostra provincia. Successivamente mio papà Giovanni negli anni ’60 consolidò l’impronta vitivinicola, sfruttando la posizione collinare fortemente vocata, con argille ferrettizzate esposte a sud-est. Con lungimiranza, fu tra i soci fondatori della doc Gutturnio.
I vitigni impiantati sono quelli tipici dei colli piacentini: ortrugo, malvasia di Candia aromatica, Barbera, bonarda, e in minor percentuale trebbiano romagnolo e moscato.
Da questi otteniamo l’Ortrugo frizzante “Genuis”, il Colli Piacentini Monterosso Val d’Arda frizzante (blend dei 4 vitigni bianchi), la Malvasia secca ferma “Luce di Selce” , la Bonarda ferma, la Bonarda frizzante “Orma di Irma”, il Gutturnio frizzante “il garrito”, il Gutturnio Superiore “Vidarò”, il Gutturnio Riserva “Punctatum”.
I frizzanti raggiungono la presa di spuma col metodo Martinotti-Charmat a temperatura controllata, ove a fermentare nella botte è il residuo zuccherino che deriva dall’uva. In questo modo si sprigionano i precursori aromatici evidenziando così un bouquet più intenso. Qui al confine occidentale emiliano , nei vini rossi è radicata una doppia anima, con una pacifica convivenza fra fermi e frizzanti. Quantomeno nella ns azienda , posso affermare che la valorizzazione è reciproca, nel senso che scegliendo le uve più adatte ad un rosso giovane e brioso, le rimanenti danno origine ad un vino più strutturato e da invecchiamento.
Per me è affascinante constatare in ogni vendemmia come da uve distanti solo poche decine di metri nascano vini che sono su pianeti diversi e contemporaneamente allo stesso livello qualitativo!
È per questo motivo che ogni 30 m di filare lasceremo sempre un’apertura laterale per separare agevolmente in vendemmia (manuale) ogni singola porzione di vigneto.
Così , nel Gutturnio frizzante giostriamo sull’equilibrio fra intensità del frutto e piacevolezza di beva senza caratteri di pesantezza , nel Gutturnio Riserva abbiamo struttura, complessità e la stoffa per migliorare con un medio invecchiamento (3-4 anni).
In ambito locale è molto apprezzato il Gutturnio Frizzante “il garrito”, mentre all’estero trova più successo il G. Riserva “Punctatum”.
Ma se devo scegliere una bottiglia per me (a prescindere dagli abbinamenti) stappo la Bonarda frizzante “Orma di Irma”, dedicata alla memoria della nonna e dei suoi racconti di quando era lei a filtrarla durante i tempi di guerra.
Oltre al lato affettivo c’è quello organolettico: aromi di piccoli frutti rossi (fragolina di bosco), giusta struttura, abboccato ma non troppo dolce (residuo zucch. < 2%) , sintesi fra intensità e piacevolezza.
In generale non siamo favorevoli a “rivoluzioni” o “effetti speciali” fatti solo con l’intento di emergere. Intendiamo restare nel solco della tradizione ma aperti alle opportunità che la moderna vitienologia offre, altrimenti il solco diventa una fossa!
Ad esempio abbiamo puntato sulla Malvasia secca ferma, una versione che fino a pochi anni fa nel piacentino praticamente non esisteva. A settembre raccoglieremo i primi grappoli di ervi, incrocio fra barbera e bonarda, un vitigno interessante finora poco valorizzato.
In sintesi, penso che il mercato (il gusto) lentamente si evolve e pertanto anche l’offerta piano piano si deve adeguare , completandosi e colmando eventuali lacune.
L’abbinamento piacentino più ricorrente è quello fra Gutturnio Frizzante e “Pisarei e fasò” (gnocchetti di farina conditi con sugo di pomodoro e fagioli), ma in generale il Gutturnio Frizzante accompagna bene tutti i primi piatti della ricca cucina emiliana.
Con gnocco fritto e salumi proponiamo la nostra Bonarda Ferma, la cui componente tannica tende a sgrassare.
Dal Lunedì al Venerdì
9:30-13:30/14:00-18:00
assistenza@wineowine.com