Buen retiro di principi e cardinali, i Castelli Romani sono sin dall’epoca romana un territorio a forte carattere enologico. Proprio in epoca imperiale si trovano le prime dimostrazioni di coltivazione e trasformazione delle uve, come raccontano i reperti archeologici dei Colli Lanuvini, oggi terra ricchissima di vigneti.
Il territorio, il clima e il carattere forte e franco di chi vive questi luoghi da sempre ha reso la produzione vinicola dei Castelli Romani iconica, assorbendo – in termini di fama – quella delle altre terre del vino nel Lazio.
L’ottima esposizione climatica dei Castelli, con vigneti che si trovano fino ai 500 metri di quota, ha permesso la coltivazione di uve di vario tipo.
Le buone escursioni termiche, il soleggiamento e la brezza che viene dal mare contribuiscono a scolpire un prodotto di altissima qualità.
Se buona parte del territorio, infatti, oscilla tra i 100 e i 300 metri d’altezza la presenza di numerose colline (Monte Tuscolo, Monte Artemisio) e di monti che sfiorano i 1000 metri (Monte Cavo, Maschio delle Faete) contribuisce a mitigare il clima in maniera tale da migliorare la resa del vino.
Le uve che vengono coltivate ai Castelli Romani rappresentano al meglio la ricchezza di questa zona.
Trebbiano, Malvasia, Bellone, Bombino, Sangiovese e Cesanese sono solo alcuni dei nomi che ricorrono nelle bottiglie dei grandi produttori di zona, soprattutto nelle località di Valle Marciana, Fontana Candida e Frattocchie, dove si trovano alcune delle aziende vinicole più caratteristiche del territorio castellano.
I Castelli Romani posseggono numerose denominazioni enologiche, spesso conosciute semplicemente con il nome della località di produzione.
Tra queste il Frascati (DOC e Superiore DOCG), il Castelli Romani (bianco, rosso e rosato), il Colli Albani, il Colli Lanuvini, il Marino (normale, superiore e spumante), il Montecompatri Colonna e il Velletri (bianco, bianco superiore, rosso e rosso riserva).
In alcuni comuni (come ad esempio Rocca di Papa e Rocca Priora) la trasformazione urbanistica e ambientale ha ridotto in maniera significativa gli originali areali di produzione.
Sono sedici i comuni che appartengono all’associazione delle cantine castellane. Dalle più celebri Ariccia, Marino e Frascati fino a Monte Compatri, Grottaferrata e Rocca di Papa. La Strada dei Vini dei Castelli Romani è un percorso che unisce turismo, cultura ed enogastronomia nella sua forma più pura, con la particolare vicinanza alla Capitale che è strategica per attrarre visitatori.
La cucina dei Castelli Romani è ricca di sapori particolarmente intensi e facilmente riconoscibili, come quello della porchetta di Ariccia IGP, che si abbina ai due pani tradizionali del territorio, quello di Genzano e l’altro di Lariano.
L’abbinamento più tradizionale è quello del Sangiovese rosso con i primi piatti a base di carne, come le fettuccine al ragù di cinghiale. Molto apprezzati i bianchi più delicati, come il Marino DOC, nell’accompagnare le specialità a base di funghi porcini.
La Romanella, ovvero lo Spumante Roma DOC, conclude immancabilmente ogni buon pranzo che si rispetta insieme alle ciambelline al vino, altra specialità tipica dei comuni dei Castelli.
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