Olevano Romano è un comune della città metropolitana di Roma, sviluppatosi su una bella collina dei Monti Simbruini – Prenestini a 571 metri di quota. Distante poco più di 50 chilometri dalla Capitale, gode di un clima particolarmente piacevole durante tutto l’anno, ottimale soprattutto per la coltivazione della vite.
Il Cesanese di Olevano Romano a Denominazione di origine controllata si produce infatti proprio in questa zona, che oltre a Olevano Romano comprende anche il bel borgo di Genazzano, celebre per la sua Infiorata.
Similmente ai Castelli Romani, questo è un territorio che unisce terreni calcarei, argillosi e vulcanici, ricchi di nutrienti per le uve e con buone precipitazioni, che permettono una vinificazione di qualità sin dai tempi più antichi.
Nell’antica Castro Olibana, la cittadina romana che precedette l’attuale Olevano Romano, la coltivazione delle uve e la produzione del Cesanese era qualcosa di piuttosto abituale e ben evidenziata nelle fonti storiche.
Con la caduta dell’Impero e la sempre maggior importanza dei luoghi della fede cristiana, furono i monaci del Lazio a dedicarsi all’arte vitivinicola, conservando nelle abbazie (come quella della vicina Subiaco) le preziosi botti lignee piene di questo vino rosso.
Uno statuto comunale, emesso nel 1364 per regolare la vita pubblica dell’allora Olevano (o Castro Olibana che dir si voglia), aveva già ampie tracce di regolamenti e decisioni sul vino e la sua produzione.
La vendemmia ha costituito un fondamentale traino economico e sociale per secoli: se ne parla negli annali dell’Abbazia di Subiaco, così come nelle fonti popolari che vedono la prima Sagra del Cesanese di Olevano svolgersi addirittura nel 1929.
Il disciplinare che autorizza la concessione della Denominazione di origine controllata al vino olevanese risale al 1973, con nuove aggiunte intervenute nel 2010.
Il Cesanese di Olevano Romano viene prodotto dall’uva Cesanese comune e dalle sue varianti di zona.
Si tratta di un’uva piuttosto antica, presente sia nella zona di Olevano che in quella di Piglio, oltre che nei Castelli Romani. Ne parla già Plinio il Vecchio, sottolineando la sua amplissima diffusione intorno alla città di Ariccia.
L’uva Cesanese è bluastra, con acini e foglie più grandi del normale, a vendemmia piuttosto tardiva (ottobre inoltrato) e che necessità di una buona esposizione solare per rendere al meglio in bottiglia.
Entro i confini nominali del Cesanese di Olevano Romano si celano ben sei tipologie di vini, delle quali riportiamo alcune caratteristiche salienti qui di seguito.
La cucina di Roma e delle zone circostanti è caratterizzata dalla presenza di sapori decisi e autentici, che richiamano appieno la tradizione agricola e dell’allevamento.
Che si tratti di un immancabile piatto di bucatini all’amatriciana, di una fettuccina ai funghi porcini o di una pappardella al sugo di cinghiale, il Cesanese di Olevano Romano richiede sicuramente di essere portato in tavola con la compagnia di piatti saporiti, di struttura.
Nonostante ciò, la sua morbidezza e la buona sapidità, unitamente a una beva persistente, lo rende il perfetto abbinamento perché riesce a rafforzare e al contempo contrastare quei sapori molto forti tipici di questa cucina.
Lo si può dunque provare sia con un menù più ricco, fatto di carni, prodotti della terra, salumi e formaggi e sia abbinato all’immancabile doppietta delle primavere romane, fave e pecorino. Un vero omaggio alla romanità e alla gita fuori porta, che nelle terre di Olevano Romano e Genazzano si mostrano in tutto il loro splendore.
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