Le collezioni di Wineowine
La tradizione enologica delle Marche
Siamo abituati a pensare che sia la Toscana la regione italiana dove le colline hanno una rilevanza, paesaggistica e turistica, maggiore.
Eppure anche le Marche, che solo qualche anno fa sono state scelte dal sindacato dei pensionati americani come “meta dove ritirarsi”, hanno il loro patrimonio ambientale di grandissimo valore.
I Colli Maceratesi in particolare, dove si produce l’omonimo vino si caratterizzano per la bellezza del territorio. Questa denominazione ha un areale ben definito, che include l’intera provincia di Macerata e Loreto, che si trova nella provincia di Ancona.
È un territorio variegato ed eterogeneo, dove le acque del Mar Adriatico riscaldano un territorio che è protetto dalle alte vette appenniniche dei Monti Sibillini.
Il vino Colli Maceratesi a Denominazione di Origine Controllata viene prodotto con una massima parte di Ribona, o vitigno Maceratino. Che si tratti della tipologia base o delle varianti spumante, l’uva non cambia.
È invece il Sangiovese a prendere il posto della Ribona per le varianti in rosso. In totale, sono dieci le varianti generalmente riconosciute, di cui sei vinificate in bianco e 4 in rosso.
I vini Colli Maceratesi si suddividono come segue:
La coltivazione dell’uva Maceratino (o Ribona che dir si voglia) avviene nella zona di Macerata e Ancona ormai da secoli, con alcuni “sconfinamenti” nella provincia di Ascoli Piceno.
Chiamato a volte anche “greco”, conosce oggi una certa riscoperta, nonostante la preponderante affermazione del Verdicchio come vino rappresentativo delle Marche.
L’uva Ribona ha grappoli grandi con acini stretti, medio-grandi, ottima resa finale e uno spiccato profilo aromatico, dai toni floreali e agrumati.
Il Colli Maceratesi è un vino che ha goduto nel tempo di alterne fortune, ma è solo nell’ultimo mezzo secolo che la sua storia, ampiamente più lunga, si è mostrata in tutta la sua evidenza.
Per lungo tempo è stato infatti considerato un “parente” del Greco, ma ricerche a livello biologico hanno dimostrato una certa somiglianza con il Verdicchio, con il quale condivide la regione di provenienza.
La denominazione di origine controllata risale soltanto al 1975, con il nome di “Bianco dei Colli Maceratesi”, da cui deriva il “Colli Maceratesi” di oggi (per includere anche le varianti rosse).
Dal 1995 a oggi, anno di registrazione nel catalogo nazionale, la superficie coltivata a Ribona impiegata per i Colli Maceratesi è progressivamente cresciuta, dopo un periodo nel quale era quasi scomparsa. Si tratta complessivamente di 200 ettari, valorizzati da consorzi locali e da coraggiose cantine che vogliono tornare a produrre un vino aromatico, sapido e adatto ad accompagnare la sapida cucina marchigiana.
Ribona? Due volte buona! Quest’uva, dalla quale si ricava il vino Colli Maceratesi DOC, è un’ottima rappresentazione della ricchezza delle Marche. In una regione dove i sapori sono decisi e trionfano ricette piene di sapore, non poteva mancare un vino delicato e intenso allo stesso tempo.
È perfetta come vino da tavola, ma può anche essere servita per un aperitivo originale, dove si vogliono valorizzare al meglio le specialità del territorio. Tra queste sicuramente i salumi marchigiani, come il ciauscolo IGP, il salame Fabriano o il prosciutto di Carpegna DOP.
Adattissimo all’abbinamento con il pesce, il Colli Maceratesi può dunque essere la scelta più giusta per accompagnare crudités di pesce, primi piatti con frutti di mare e fritture di paranza.
Per i secondi piatti, le ricette da preferirvi sono il pollo in potacchio, lo stoccafisso all’anconetana e, sempre dal capoluogo regionale, le sfiziosissime triglie impanate.
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