Le interviste di Wineowine

Dirupi

Il Nebbiolo della Valtellina e la cantina-monastero

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La tradizione per noi è rappresentata dai volti e le mani degli anziani che, con un po’ di scetticismo e gelosia, ci hanno lasciato lavorare le vigne che, probabilmente, avevano lavorato i propri padri.

Come nasce la vostra passione per la produzione di vino?

L’azienda nasce nel 2004, dopo che noi, Faso e Birba, finiamo gli studi di viticoltura ed enologia. Mentre lavoravamo in altri ambiti, ci occupavamo di alcune piccole vigne prese in gestione (affitto) da anziani signori che, dopo averle accudite per molto tempo, non avevano più le forze per continuare.

Un’eredità molto importante da portare avanti, da quel momento abbiamo avuto il compito di prendercene cura. Dopo aver convinto anche i più scettici che pensavano che la giovane età non poteva competere con l’esperienza di una vita, e dopo qualche bottiglia prodotta (1160 il primo anno), continuammo a credere nel territorio, nei nostri terrazzamenti e nel nostro vitigno per eccellenza, il Nebbiolo.

La Cantina si trova a Ponte in Valtellina, in un vecchio monastero del 1568 di proprietà del Comune, con soffitti a volte e pareti in sasso: qui vinifichiamo l’uva proveniente da oltre 100 micro-terrazze, suddivise in 20 appezzamenti, per un totale ad oggi di 6 ha. Vigneti che differiscono in altitudine, pendenza, età delle piante e dei cloni presenti, con un unico denominatore comune: il Nebbiolo.

Scelta delle maturità migliori, raccolta manuale e una vinificazione semplice per rispettare la materia prima sono sempre stati i punti saldi, niente modificazioni o forzature nel processo, semplici serbatoi in acciaio, meno ossigeno possibile e il mantenimento del cappello integro in vinificazione.

Per l’affinamento, legni molto delicati, botti da 20 o 25 hl in rovere non tostato per esaltare l’eleganza e la finezza caratteristiche di Nebbioli di montagna.

Quali sono i vini che producete?

i Vini prodotti sono:

  • L’OLé, Rosso di Valtellina DOC , una spremuta di Nebbiolo, un vino fresco e immediato da capire. Esprime le caratteristiche di questa varietà cresciuta sui nostri terrazzamenti alpini, molto ricchi di minerali, sabbiosi e con poca sostanza organica. Territorio e pulizia in vinificazione sono a rappresentare il nostro stile. La macerazione corta (10-12 giorni) non estrae troppo tannino dai vinaccioli ed è perfetta per avere colore e profumo da una buccia che, nei vigneti tre i 400 e i 450 m.s.l.m. dai quali questo vino proviene, rimane sottile e delicata, frutto dell’inversione termica che si crea in Valtellina. Volendo “fotografare” la freschezza e il frutto che troviamo alla svinatura, facciamo affinare l’Ole in acciaio per soli 6 mesi e così le uve raccolte in zona Valtellina Superiore DOCG diventano un Rosso di Valtellina DOC.
  • Il Valtellina Superiore Dirupi DOCG vuole essere il biglietto da visita dell’azienda. Le uve vengono da vigneti tra i 450 e i 600 m.s.l.m., vendemmiate singolarmente per aspettare la maturità migliore di buccia e vinaccioli e vinificati separatamente per dare a ognuno la sua via. L’altezza di questi vigneti ci permette di avere delle bucce più spesse e un tannino più maturo che viene estratto nei 25-30 giorni di macerazione e che poi avrà 12 mesi di tempo per poter affinare in botti grandi (dai 20 ai 35 Hl) di rovere francese. Nebbiolo dalle Alpi, una struttura più complessa, un tannino più fitto ma mai a discapito di eleganza, sapidità e mineralità.
  • La Riserva Dossi Salati Grumello DOCG è un cru, un singolo vigneto. Tra i 530 ai 570 m.s.l.m. nel cuore del Grumello. La magnifica esposizione, l’altitudine e la pendenza dei terrazzi porta a una maturità fenolica incredibile, i terreni così poveri danno basse acidità e un tannino complesso creando le basi per un vino capace di evolvere nel tempo. L’altezza dei vigneti porta a una differenza di temperatura giorno/notte più elevata e conferisce alla buccia maggiore spessore; proprio per questo la macerazione sarà più lunga, anche 40 giorni, alla quale seguirà un lungo affinamento di 24 mesi in botti grandi di rovere francese.
  • Il GESS Valtellina Superiore DOCG nasce nel 2015, annata molto interessante caratterizzata da un clima caldo. Progetto che ci frullava già in testa da qualche tempo.
    Anche qui siamo nel cuore del Grumello, una vigna storica situata proprio nel toponimo del Gess, una zona caratterizzata da un terreno molto sciolto, ricco di una roccia granitica chiamata Gneiss. Vigna vecchia, con delle piante che superano i 100 anni, presa in gestione da sapienti mani che l’hanno portata fino a noi. Interessantissime maturità che ci hanno portato a voler vinificare questa Cru. Lunghe macerazioni (circa 25 giorni ) accompagnate da 24 mesi di affinamento in botti da 500 L rovere francese.
  • Il GUAST Valtellina Superiore DOCG nasce anche lui nel 2015, stesso progetto del GESS, andare quindi a sottolineare e a ricercare nell’inventario dei Toponimi il nome che corrisponde a quella specifica zona, dove abbiamo la vigna. Qua si parla di un altra zona, l’Inferno. Una Vigna che è cresciuta con noi, l’abbiamo piantata nel 2005 quindi tutte le piante hanno la stessa età e sono entrate, nel 2015 appunto, nel massimo della loro produzione e peculiarità. Una zona con una minore presenza di roccia granitica, più ricca di sostanza organica ma comunque formato da un detrito di roccia morenica caratteristico della Valtellina. Posta alla nostra altezza preferita (500-540 m.s.l.m) si adatta benissimo alle lunghe macerazioni ed a un affinamento di 24 mesi in Tonneaux di rovere francese da 500L.
  • Lo Sforzato di Valtellina DOCG “Vino Sbagliato” è il primo ad avere la certificazione BIO, il motivo di ciò è che è stato il primo vigneto posto in conversione biologica. La posizione della vigna, interamente dedicata alla produzione di sforzato, è la più alta tra le 20 piccole vigne in gestione, i 600 m.s.l.m fanno si che l’umidità sia inferiore, che l’uva raggiunga delle bellissime maturità mantenendo comunque una perfetta acidità, caratteristica che aiuta la beva di un vino cosi potente e importante. Le uve, dopo due mesi di appassimento in fruttaio e dopo aver perso circa il 30% di acqua, vengono vinificate tradizionalmente e il vino affinato 12 mesi in barrique di rovere francese da 225 L.

Qual è il vostro 'vino del cuore'?

Il vino che ci più ci rappresenta è il Valtellina Superiore DOCG DIRUPI semplicemente perché è stata la nostra prima etichetta nel 2004 (le famose 1160 bottiglie) , è un vino ottenuto con diverse vigne che negli anni abbiamo imparato a conoscere grazie alle vinificazioni separate, un vino completo in tutte le sue sfaccettature che esprime il territorio, che esprime l’andamento meteorologico dell’annata, diverso tutti gli anni ma che esprime soprattutto noi.

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Tradizione o innovazione: qual è il vostro leitmotiv?

La tradizione per noi è rappresentata dai volti e le mani degli anziani che, con un po’ di scetticismo e gelosia, ci hanno lasciato lavorare le vigne che, probabilmente, avevano lavorato i propri padri.

Partendo da qui non possiamo che avere rispetto nei loro confronti e delle piante che sono li da prima che noi nascessimo. Allo stesso tempo cerchiamo di sfruttare quello che abbiamo studiato sui libri di scuola, libri che magari i nostri anziani non avevano. In cantina ci sentiamo un po’ più innovativi, cerchiamo di fare vini più “puliti” rispetto a quelli di una volta, necessità data anche dal fatto che una volta il vino prodotto era a consumo di chi lo produceva ed entrava a far parte della dieta del Valtellinese.

Ora non è più cosi.

Come possiamo abbinare i vostri vini in tavola?

Per questa domanda dovrebbero aiutarci i sommellier.

Il nostro rosso di Valtellina Olè non vuole avere una struttura troppo complessa, si adatta benissimo ad un primo piatto ovviamente valtellinese come sono ad esempio i pizzoccheri o i Taroz. Piatti tradizionali, ben conditi che necessitano un vino fresco che pulisca la bocca e che inviti il secondo, il terzo, il quarto, il quinto, il sesto ecc. sorso. Io azzarderei anche con un pesce di lago o dei nostri fiumi.

Il Valtellina Superiore può benissimo essere abbinato a delle proteine, grazie la sua struttura più completa, una carne di vitello, una tartare, un manzo, anche a delle carni più chiare come una faraona ad esempio.

Per la riserva, per il gess e il guast vanno benissimo carni anche più cotte o più selvatiche, quindi cervo, piccione. Ovviamente anche i formaggi quali bitto e casera un po’ stagionati sono perfetti

Lo sforzato, un vino un po più complicato e importante, che molti dicono da “meditazione”, noi abbiamo cercato una beva e una componente acida che aiuta la beva di questo vino e secondo noi può andare benissimo anche lui con carni più selvatiche, stracotti e formaggi stagionati

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