Passito di Pantelleria
Elogio di un vino "dell'Umanità"

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Il passito di Pantelleria è un vino che, per le sue particolari caratteristiche – organolettiche, geografiche e d’uso – non può essere limitato a una descrizione sommaria. Né si può pensare di parlarne senza dapprima accennare alla realtà del vino passito, che costituisce un unicum nella produzione enologica nazionale.

Prima di parlare dell’eccellenza che proviene da questa bella isola, quindi, è bene fare un excursus sul luogo di provenienza e su quei passiti siciliani che il pubblico sembra apprezzare con sempre maggiore rilievo.

Vino passito: che cos’è e come si produce

Quello che può sembrare un vino particolare, avulso alle regole della vinificazione standardizzata, è invece un normale frutto delle vigne che subisce un trattamento specifico della materia prima.

I vini passiti, come appunto il vino di Pantelleria e gli altri passiti siciliani, vengono infatti realizzati partendo da acini d’uva che sono sottoposti a un appassimento (e dunque alla disidratazione) forzato. Questo può avvenire in due modi principali:

  • Tramite appassimento naturale, ovvero con permanenza oltretempo dell’acino sulla pianta
  • Tramite appassimento naturale, ovvero con disidratazione in ambienti aperti (al sole) o chiusi (con condizioni igrometriche controllate)

Nel caso del passito di Pantelleria, anche al fine di valorizzare l’ambito climatologico dell’isola, l’appassimento viene fatto all’aperto lasciando che gli acini perdano progressivamente acqua. Ciò avviene sia prima che dopo la raccolta, con l’obiettivo di incrementare il contenuto zuccherino del vino.

Come nasce il passito di Pantelleria

La produzione del passito di Pantelleria ricade all’interno di una tradizione culturale che ha millenni di storia alle spalle. Proprio per questo, nel 2014 l’UNESCO ha deciso di inserire tra i Patrimoni immateriali dell’Umanità la Pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello, tipica dell’isola di Pantelleria.

La vite ad alberello, o vite pantesca, ha una forma e una metodologia di coltivazione uniche. Si tratta infatti di utilizzare delle viti che, riparate in conche nel terreno, possano facilmente resistere agli estremi climatici tipici dell’isola. Per contro, l’ottima esposizione solare di cui Pantelleria beneficia rende possibile la vendemmia con tempi ampiamente anticipati rispetto al resto d’Italia.

Si inizia infatti a fine luglio, togliendo dalle viti le uve Zibibbo. Queste, di chiara e comprovata origine africana – l’altro suo nome è infatti moscato d’Alessandria d’Egitto – sono particolarmente ricche in tenore zuccherino. Se ne ricava un vino dal titolo alcolometrico alto, di colore giallo paglierino dorato e dal profumo peculiare.

Tutto quello che c’è da sapere sul passito di Pantelleria

Temperatura di servizio

Rispetto ai vini bianchi tradizionali, è preferibile per il passito di Pantelleria temperatura più alta. Generalmente si va dai 16 ai 18 gradi centigradi, dunque la bottiglia può essere facilmente conservata a temperatura ambiente, in un luogo fresco e riparato, al lontano dalla luce diretta.

Abbinamenti cibo – vino

Quando si porta in tavola, il passito di Pantelleria ha abbinamenti tradizionali e più azzardati ovvero innovativi. È il caso della pasticceria secca, particolarmente quella a base di mandorle tipica del mangiare siciliano (biscotti della monaca, reginelle e buccellati). Valida anche la scelta dei formaggi freschi come la ricotta o di quelli erborinati. 

Se si guarda oltre i confini nazionali, infine, se ne potrà valorizzare l’abbinamento con il foie gras (fegato d’oca).

Passito di Pantelleria prezzi

Le particolari tecniche di produzione del passito di Pantelleria suggeriscono un posizionamento economico che è superiore rispetto alla media dei vini prodotti sul territorio nazionale.

La commercializzazione avviene, in linea generale, all’interno di bottiglie da mezzo litro. In questo senso, il costo medio si aggira intorno ai 30 euro, come nel caso del Passito di Pantelleria DOC Lunantes 2016, prodotto dalla cooperativa agricola Il Serralh, in un contesto paesaggistico e panoramico tra i più belli dell’intera isola siciliana.

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