Gaglioppo, la rossa Calabria nel calice

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DOVE CI TROVIAMO

Calabria da bere

La produzione enologica della Calabria è tradizionalmente incentrata per larghissima parte sulle uve a bacca nera. Oggi, infatti, il vino che si produce in Calabria è per l’80% rosso, con una residuale presenza di bianchi e una quasi totale assenza di rosati.

Quasi tutte le province calabresi hanno, in misura più o meno importante, una loro specifica zona enologica. Se nel cosentino si produce il Donnici e il Condoleo, Crotone è la terra del Cirò. 

Vino apprezzatissimo ben oltre i confini regionali, prende il nome dal suo comune di nascita, baciato dalle acque dello Ionio e protetto dalle vette degli Appennini. Prodotto in numerose varianti (bianco, rosso, rosato, sia classico che riserva), quella rossa si realizza come da tradizione con le uve Gaglioppo.

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PRODOTTI E PRODUZIONE

Un rosso di carattere

Prendi una sera d’estate, una cena semplice ma raffinata sulle spiagge calabresi e la calda accoglienza di questo popolo gentile. Quella che si palesa sin dagli antipasti è una cucina di carattere, dove il colore rosso domina ogni portata: il rosso dell’immancabile ‘nduja, del peperoncino e del pomodoro.

Rosso come il Cirò, che si produce appunto proprio con le uve Gaglioppo, in percentuale variabile dall’80 al 100%. Il risultato è un vino dal titolo alcolometrico alto ma non eccessivo (12-12,5%), che si presenta allo sguardo dal colore rubino intenso, quasi amaranto.

Un vino secco ma che tende al vellutato quando ormai è già trascorso qualche anno dall’imbottigliamento, piacevole all’odore e al palato, con una beva ragguardevole, il cui carattere è individuato già in epoca ellenica (veniva infatti offerto ai vincitori delle Olimpiadi).

IL VINO

Quale scegliere?

Il Cirò rosso è un vino, per cinque declinazioni potenziali (o meglio sarebbe dire sei).

Intenso e armonico, il Rosso superiore riserva DOC si produce con uve Gaglioppo in purezza, almeno al 95% del totale. Stesso vale per il Rosso classico DOC, che differisce dal precedente per un titolo alcolometrico lievemente più basso. 

Le varianti Rosso classico superiore Rosso classico superiore riserva, entrambi DOC, sono parimenti intense all’assaggio e hanno un areale di produzione ridottissimo. Si possono infatti produrre solo in quattro comuni: Cirò, Cirò Marina, Melissa e Crucoli.

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CURIOSITÀ

Una storia di resilienza

Ben prima dell’avanzata romana sul Mediterraneo, erano i greci a reggere i destini di quello che sarebbe stato chiamato Mare Nostrum. A loro si deve la valorizzazione di questa bacca locale, così compatta e con pochi spazi interstiziali da meritarsi un nome che, richiamato oggi, significa pugno chiuso.

Da Crimissa (l’antica Cirò) all’Europa intera, questo vino conobbe una certa fama durante tutta la persistenza della Magna Grecia, salvo poi cadere in un colpevole dimenticatoio dal quale sarebbe uscito solo nel Novecento.

Uva resiliente, il Gaglioppo non fu colpito dalla filossera – vera mietitrice di sventura nelle vigne – e così poté sostenere il recupero dell’enologia calabrese, divenendo allo stesso tempo portabandiera di una regione, e di bottiglie, incredibilmente resilienti. Oggi il suo areale storico si è ampliato, includendo a macchia d’olio tutta la Calabria Citeriore e parte di quella Ulteriore, unendo così i due mari e passando per la Sila. Uve sensibili, ma allo stesso tempo forti, resilienti come la Calabria.

ABBINAMENTO CIBO-VINO

Dall'antipasto al dolce

I vini prodotti dalle uve di Gaglioppo – e dunque il Cirò – si caratterizzano per un profilo intenso, che è ben evidenziato dalle note olfattive di frutta matura, soprattutto di cerase e amarene. Un vino che emette tutto il suo potenziale appena versato nel calice, figuriamoci al palato. Per questo, pretende una valorizzazione e un abbinamento in tavola non banali, ma pienamente rientranti nella corposa tradizione degustativa della Calabria di terra e di mare.

A Cirò e dintorni è d’uopo abbinarlo alla sardella, o caviale dei poveri che dir si voglia. Una salsa di color rosso fuoco, fatta con i pesci bianchetti battuti fittamente e conditi con quantità apparentemente esagerate di peperoncino, sia dolce che piccante.

Sfatando così un mito che vuole il rosso con la carne e il bianco col pesce, il Cirò si fa apprezzare anche dagli innovatori dell’abbinamento cibo-vino. Ovviamente non mancano le soluzioni più tradizionali, dalle carni rosse agli arrosti, passando per quei formaggi decisamente strutturati come il caciocavallo silano, il tutto senza dimenticare la tradizione norcina della regione. Vino rosso e peperoncino: l’accoppiata vincente del sapore calabro.

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