La Masera, una "questione tra amici"

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Rispettiamo il territorio coniugando il buon senso ereditato dai “nonni” con le migliorie messe a disposizione dalla scienza e tecnica dei giorni nostri. Il risultato è un vino autentico e leale che un prodotto nasce dall’anima

Alessandro Comotto

Come nasce la passione e l’impegno nel produrre vino della vostra cantina

La passione nasce un po’ per “caso” dall’amore per il territorio di uno dei cinque amici che oggi sono impegnati nell’avventura de La Masera, Giancarlo che ci ha convinti a piantare nuove vigne in quelle parti del nostro piccolo paese, Settimo Rottaro, dedicate un tempo, dai nostri padri e dai nostri nonni, proprio alla coltura dei vigneti ed alla produzione del vino per il loro consumo familiare. Ci siamo fatti coinvolgere nell’amore per il nostro territorio facilmente, era dentro di noi, nella nostra anima, pronto a fiorire.

Settimo Rottaro zona del Canavese, territorio a nord della provincia di Torino, al confine tra Valle d’Aosta e biellese, all’interno di un anfiteatro morenico naturale unico al mondo.

Era il 2005 e così abbiamo acquistato il nostro primo terreno di 1,5hq ,che si sommava a piccoli appezzamenti di proprietà di famiglia che qualcuno di noi aveva ancora,  lo abbiamo disboscato e preparato per il primo impiantamento del nostro primo vitigno in località rurale denominata “Venanzia”, con un muraglione fatto di pietre a secco a sostegno del terrazzamento, una masera, come vengono chiamate dalle nostre parti i muri, oggi divenuti patrimoni Unesco, costruiti un tempo pietra su pietra dai nostri avi. Muri che sono sopravvissuti nei secoli grazie alla loro grande stabilità e da questo presupposto abbiamo chiamato la nostra azienda “La Masera”.

Ci siamo recati da un notaio ed abbiamo fatto un atto di impegno stretto da un’amicizia forte in cui dalla Masera si può uscire solo per gravi motivi, tra cui il più grave la morte.

Tutti avevamo in mente che avremmo impiantato l’Erbaluce, questo vitino bianco da cui i nostri nonni e poi i nostri padri vinificavano il “Passito” per poi riservarlo per eventi speciali della propria vita ma anche come bicchiere di benvenuto nelle care rurali di un tempo e noi, allora bambini, aiutavamo i nostri genitori nella cura della vigna e nella vendemmia, ricordavamo i profumi dell’uva pigiata con i piedi, di primi mosti di quell’aria di festa che rappresentava quel momento dell’anno…da questi ricordi è nato “il nostro sogno da bambini…”: produrre vino di qualità, autentico e leale, coniugando il buon senso ereditato dai “nonni” con le migliorie messe a disposizione dalla scienza e tecnica dei giorni nostri, dando vita a un prodotto che nasce dall’anima, figlio di un terroir unico, attraverso un’interpretazione semplice, ma ricca di passione e rispetto del territorio.

Un sogno divenuto realtà con tanto sacrificio, impegno, passione, tenacia e tanta allegria. Sicuramente molta di questa passione e di questa energia si trova nel nostro lavoro … qualche traccia del sogno arriva anche a chi sceglie di degustare inostri vini.

Quali sono i vini che producete?

La nostra produzione ha inizio con 3 vini: un vino bianco Erbaluce, un Canavese Rosso ed un Passito.

Oggi, dopo 15 anni, produciamo 12 vini, tanti, forse troppi ma tutti nati dopo riflessioni, gusti diversi, curiosità (la curiosità è importante), esperienze fatte andando a scoprire cosa facevano i vigneron francesi(Borgogna, Champagne, bordeaux, Alsazia, Sautern) e quelli italiani (Trentino, Alto Adige, Friuli, Franciacorta, Langhe, Bolgheri, ecc) perché per poter fare un buon vino bisogna anche confrontarsi con gli altri per, soprattutto, scoprire ciò che più può piacere a te per porlo offrire agli altri con piena consapevolezza di quello che produci.

Questo è quello che facciamo, produciamo vini di qualità con attenzione per noi che siamo i primi consumatori e che ci devono piacere, condividiamo poi quello che facciamo con i nostri Clienti sperando di incontrare in loro lo stesso apprezzamento.

Siamo così passati da una produzione iniziale di 2.500 bottiglie alle quasi 28.000 attuali…con la migliore strategia di vendita: il passaparola!!

Ed è così che da tutti questi viaggi e confronti oggi produciamo:

  • 3 Erbaluce fermi (100% vitigno erbaluce):
    • “Anima” – vinificato in acciaio rappresenta la produzione più importante, è il vino maggiormente commercializzato perché esprime con naturalezza la fusione in un bicchiere di territorio e vitigno
    • “Anima dAnnata” – non c’è un errore ortografico, la mancanza di apostrofo è voluta per un gioco di parole che con i suoi 2 anni di affinamento in bottiglia (ed una piccola parte in legno) esprime il connubio di un vino maturato nel tempo e dannata per un’altra ragione che racconterò a chi ci viene a trovare in cantina.
    • “Macaria” – una vinificazione arricchita dalla permanenza in tonneau di rovere per almeno 10 mesi. Un affinamento che aggiunge sentori esterni esaltando quelli primari delle uve per un incontro con il palato diverso per momenti di bevuta diversi.
  • 2 Erbaluce Spumante metodo classico millesimato (100% vitigno Erbaluce), minimo 36 mesi sui lieviti dopo aver unito 2 masse, 70% acciaio e 30% in tonneau e barrique per 6-8 mesi. Millesimato perché in Champagne riservano questa produzione solo nelle migliori annate, noi siamo italiani e la migliore annata la curiamo in vigna ogni anno, ma soprattutto perché anche quando si beve una bottiglia di metodo classico, che può accompagnare a tutto pasto, è bello leggere l’annata in etichetta per ricordarsi (forse) come è stata l’annata vitivinicola, ma soprattutto per ricordare cosa è capitato nella nostra vita. Ed allora ecco:
    • “Masilé brut” – versione con l’aggiunta della liqueur de expedition e di circa 5-6 gr di zucchero. Una versione più morbida ed elegante che incontra il piacere di molti palati degustativi
    • “Masilé pas dosé” – una versione più austera per chi ama le bollicine nella loro piena espressione naturale. Una versione dove la tipicità del vitigno emerge in un’espressione intensa, dritta e coinvolgente. Un pas dosé alla francese, senza aggiunta di zuccheri ma con l’identificazione del La Masera con la liqueur de expedition.
  • 2 Erbaluce Passito (100% vitigno Erbaluce):
    • “Venanzia” – il passito prende il nome dal nostro primo impianto. E’ un passito in versione più secca rispetto alle versioni molto dolci di un tempo, a volte un po’ stucchevoli. Abbiamo invece voluto realizzare un vino che si integrasse in abbinamento a cibi particolari per esaltarne i contrasti. Affinamento minimo in barrique di 4 anni.
    • “Venanzia riserva” – un vino che ha un affinamento minimo in barrique di 4 anni ed altri 6 anni in bottiglia.
  • 1 Canavese Rosato – un rosato franco in un blend di uve rosse del territorio, 60% di Barbera e 40% di Freisa, Vespolina e qualche grappolo di neretto. Vinificazione in solo acciaio ed almeno 6 mesi in bottiglia.
  • 1 Canavese Spumante Rosato metodo classico millesimato minimo 36 mesi sui lieviti:
    • “Bolle” – un nome semplice come genuina è l’espressione di questa bollicina a base prevalentemente di Barbera e poi ancora gli altri vitigni presenti di Freisa e Vespolina
  • 1 Canavese Rosso – il vino dei nonni in espressione moderna. Il succo d’uva spremuto nel bicchiere a ricordare l’intensità della barbera (60% minimo), la fragranza della Freisa con le note particolari della Vespolina con il neretto. Un vino che riporta indietro nel tempo. Vinificazione in solo acciaio ed almeno 10 mesi in bottiglia
  • 1 Canavese Barbera (100% vitigno Barbera):
    • “Montegerbido” – quando ti piace la Barbera e vuoi vedere come questo vitigno cambia nei differenti territori piemontesi allora devi assaggiarla. Una barbera che “parla” di questo territorio e lo esprime nel bicchiere.
  • 1 Canavese Nebbiolo (100% vitigno Nebbiolo) – Il Canavese ed in particolare le nostre vigne sono situate all’interno o a ridosso della serra morenica, una collina di altezza lineare di 800mt per 27KM che dai piedi delle Alpi si protrae verso il novarese. Territorio a metà strada tra Carema e Ghemme 2 località note per 2 interpretazioni eccellenti del vitigno Nebbiolo. Ed allora anche qui questo vitigno si esprime con forza ed eleganza. Un vitigno trascurato in passato dagli abitanti perché non era in grado di seguire coerentemente con il ciclo contadino basato su 12 mesi, il settembre successivo bisognava avere le botti libere per ospitare la nuova vendemmia. Un nebbiolo che rimane in tonneau per almeno 18-22 mesi ed almeno 6-8 mesi in bottiglia.

Quale vino vi rappresenta maggiormente, e perché?

Per quanto descritto precedentemente di noi è difficile definire qual è il vino maggiormente rappresentativo. Tutti i nostri vini sono come dei “figli” a cui siamo affezionati.

Sicuramente il Passito, sulla cui etichetta abbiamo riportato il nostro pay off “il nostro sogno da bambini…” è il vino che da origine al ricordo per cui abbiamo iniziato l’avventura de La masera.

In questi anni i vini maggiormente commercializzati sono però sicuramente l’Erbaluce “Anima” il cui nome è espressione di ciò che noi mettiamo nella nostra bottiglia mantenendo ben salda la tipicità di questo vitigno.

Il nostro Erbaluce spumante “Masilè” è sicuramente quello ci distingue come cantina per la sua espressività unica e diversa, più degli altri vini, rispetto agli altri produttori del territorio. Una bollicina molto fine, intensa, cremosa, piena in cui acidità, mineralità e sapidità si fondono in un gusto intenso e persistente.

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Nel rapporto tra tradizione e ricerca della novità, vi sentite più innovatori o conservatori rispetto ai vini del territorio?

Come ho già sottolineato, nasciamo per valorizzare un territorio nei secoli dedito alla viticultura per uso familiare.

Abbiamo voluto partire dal territorio, rispettandolo e cercando di capire i suoi segreti nascosti per la produzione di ottime uve. Il fare vino è interpretare la materia prima che il territorio di può offrire trasformandola in una buona bottiglia. È più facile “rovinare” quello che la natura ti offre piuttosto che saperla esaltare.

In tutto questo però pensiamo che sia importante essere conservatori del territorio e dei suoi frutti ed allo stesso tempo utilizzare l’innovazione per esaltarne i risultati.

Noi siamo inseriti nella classificazione “produzione in lotta integrata”. Non usiamo diserbanti in vigna, conduciamo per lo più con trattamenti bio ma se le vigne si ammalano, quale essere viventi, le curiamo con le migliori medicine, con lo stesso buon senso che usiamo per noi stessi e per i nostri figli!

Abbinamento cibo-vino: quale ricetta si abbina meglio alle vostre bottiglie?

Sicuramente i vini che noi produciamo hanno una spiccata caratteristica acida, sia sui bianchi che sui rossi, che maggiormente di altri meglio si accostano al cibo in quel connubio che, io credo, sia il miglior sposalizio della buona tavola.

Sia i bianchi che i rossi, come anche gli spumanti, si prestano ad accompagnare a tutto pasto sia i classici antipasti piemontesi, da ricordare il Salam ‘d patata (il salume povero del nostro territorio, 50% maiale e 50% patata bollita), ma anche con primi semplici o a base di ragù con carni bianche o pesce.

L’Erbaluce accompagna secondi di pesce, ma anche maiale e manzo in piatti con cotture semplici. Il Barbera e il Nebbiolo sostengono piatti più importanti come polenta e spezzatino o ciribici (altro piatto del territorio a base di frattaglie di maiale), o il classico arrosto o brasato.

Il passito infine si presta bene con dolci semplici, anche le paste secche (tipica del nostro territorio è la pasta di meliga, biscotti realizzati con la farina di mais, la meliga in piemontese), ma anche con formaggi molto stagionati ed erborinati. Ma volendo un abbinamento bizzarro si può accompagnare con una spuma di fegatini e per meditare anche con un pezzo di cioccolato fondente (con almeno il 65%-70% di cacao).

Nel nostro piccolo paesino in collaborazione con un gruppo di “ragazze” (della nostra età) si è lavorato per la raccolta delle ricette delle nonne in un ricettario, il Ricettario Rottarese. Tutti piatti che si sposano bene con le nostre tipologie di vino…tutti abbinamenti da scoprire e provare a realizzare ognuno con i propri gusti.

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