Le interviste di Wineowine

La Quercia Scarlatta

I vini "di famiglia" nella tradizione marchigiana

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Come nasce la vostra passione per la produzione di vino?

L’azienda nasce da un’idea lontana. Mia moglie in primis voleva un progetto più che una cantina. Un progetto che fosse in linea con il desiderio di mantenere vive le nostre tradizioni e per passarle poi ai nostri figli.

Ideale era un’azienda agricola nelle Marche dove ancora oggi è possibile a progetti piccoli ed integrati con la natura. Infatti, abbiamo acquistato più di 10 anni fa un piccolo rudere ed un fienile. Abbiamo trasformato il rudere in casa ed il fienile in una struttura in grado di farci produrre il vino, l’olio e con queste materie prime di base, creare una piccola linea di ecobiocosmesi.

L’attività preponderante è la cantina ma il fatto di avere il nostro frantoio e la produzione della biocosmesi, ci permette di rimanere piccoli ed artigianali.

Quali sono i vini che producete?

Le nostre vigne sorgono in collina a circa 250 m s.l.m. Sono esposte a sud e godono dei venti marini. Sono tutte coltivate in Biologico e sono state parzialmente ripiantate dove una volta sorgevano i vigneti di Maceratino, un vitigno autoctono prodotto nei dintorni di macerata. Trattasi di un vitigno autoctono che oggi viene denominato Ribona.

È uva a bacca bianca che ci permette di produrre il nostro IGT Bianco Marche Uve Bianche

Sempre a bacca bianca abbiamo piantato l’Incrocio Bruni ( Verdicchio e Sauvignon) che mescolato al Ribona (60/40)  ci regala il Marchese Japo, un Colli Maceratesi DOC secco, interessante e piacevole da bere durante gli aperitivi.

Sempre con il Maceratino (Ribona) produciamo un passito nominato Dolce Rachele.

Passando alle uve a bacca rossa, abbiamo in campo diversi vitigni: i maggiori sono Sangiovese, Merlot, Montepulciano, mentre abbiamo pochi filari anche di Syrah, Petit Verdot e Cabernet. Questi ultimi filari danno delle note di eleganza e contraddistinguono i nostri tre Rossi, che sono:

Qual è il vostro 'vino del cuore'?

Tutti i nostri vini sono nostri. I loro nomi sono dedicati ai nostri ragazzi: Jacopo, Giovanni e Rachele. Il Gustav è dedicato al nonno, papà di mia moglie nonché colui il quale ci ha fatto capire che non è mai troppo tardi per iniziare un progetto nuovo.

Quindi, dire che abbiamo un vino del cuore significherebbe sminuire l’importanza di uno dei nostri ragazzi, e questo non possiamo proprio farlo!

In questi giorni abbiamo messo nei tini a maturare un vino completamente nuovo: si tratta di un rosso senza solfiti aggiunti.

Credo che per tutti noi questo, che ancora non ha un nome, diventerà il nostro vino del cuore dato che lo stiamo provando da anni e finalmente ci sentiamo pronti per portarlo sul mercato a inizio 2021.

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Tradizione o innovazione: qual è il vostro leitmotiv?

Secondo il nostro pensiero, non esiste un progetto che può riuscire senza il corretto mix tra tradizione e innovazione. In termini enologici, e soprattutto considerando la produzione di vini bio, la tecnologia è fondamentale per produrre in qualità. 

Ci è sembrato giusto però piantare e produrre quei vitigni dalle origini nobili e del territorio che tanto hanno dato a questa regione prima che le campagne fossero lentamente abbandonate.

Come possiamo abbinare i vostri vini in tavola?

I vini sono abbinabili a tanti piatti. Mi piacerebbe però indicare un abbinamento particolare che  ho imparato durante una serata particolare e che non mi sarei mai aspettato nonostante pensassi di conoscere a fondo i nostri vini:  Il baccalà in umido abbinato al nostro Il Giovo, risulta un connubio straordinario che incanta il palato.

Quindi con questo abbinamento ho imparato due cose.

  1. Non è vero che i rossi non possono accompagnare piatti di pesce
  2. Non si impara mai abbastanza

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