Lacrima di Morro d'Alba

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DOVE CI TROVIAMO

Tra mare e colline marchigiane

Alba vi fa pensare all’omonimo comune piemontese? Siete decisamente fuori strada! Sì, perché la Lacrima di Morro d’Alba è un vino tipicamente marchigiano, che si produce nella zona di Ancona.

A metà strada tra il Conero e le colline che anticipano gli Appennini, Morro d’Alba è un piccolo comune di neanche duemila abitanti, che sorge su una bella collinetta a 10 chilometri dal Mar Adriatico.

Sembra che qui ci fossero insediamenti abitati già in epoca romana, sebbene fu durante il regno di Federico I a delinearsi un curtis, ovvero una corte di dignità imperiale. Ricca di monumenti, come la “Scarpa” (un camminamento nel cuore delle antiche mura), Morro d’Alba è appunto conosciuta per il suo vino, la Lacrima, delle cui particolarità parleremo in seguito.

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PRODOTTI E PRODUZIONE

Perché la Lacrima?

La Lacrima di Morro d’Alba è un vino molto apprezzato, eppure con una diffusione decisamente ridotta. Prende il nome dall’omonimo vitigno, che quando giunto a piena maturazione inizia ad emettere delle gocce dagli acini maturi, particolarmente zuccherini, che sembra ricordare quasi la lacrimazione di una persona.

Dai “campi sassosi” rivolti a est, verso il sole, quest’uva ha rappresentato per lungo tempo la massima eccellenza dell’enologia anconetana. Se ne parla già nella Pomona italiana del Gallesio, mentre è presente stabilmente nei bollettini ampelografici pubblicati di anno in anno a fine Ottocento. 

Nonostante la sua ricchezza di sapore e l’ampio bouquet olfattivo, non raccoglie i favori della grande produzione ed è per questo che il suo areale di produzione è ridottissimo, una decina di ettari in tutto. Nel 1993 l’istituzione del Consorzio di Tutela della Lacrima di Morro d’Alba DOC ha permesso di dare nuova linfa a questo vino, uno dei più ricercati tra i rossi marchigiani, sul quale si fanno studi e si valorizzano le tecniche produttive che ne esaltano tutte le caratteristiche migliori.

Le denominazioni

L'Uva Lacrima

Detto anche Lacryma Nera, il vitigno della Lacrima è presente non solo nelle Marche ma, sporadicamente, anche in Umbria e Puglia.

È però nell’Anconetano che si sviluppa il suo areale più favorevole, dove si esalta al meglio tutta l’incredibile ricchezza di questi acini.

All’occhio gli acini sono blu intensi, con venature nere e dalla forma allungata, medio-grande. Poco ricco in tannini, ma dal profilo aromatico di rilievo, viene raccolto piuttosto tardivamente, quando le vigne sono già entrate nel declino autunnale. In questo modo si valorizza tutta la ricchezza organolettica delle uve, vinificate rigorosamente in purezza.

CURIOSITÀ

Il vino di Federico Barbarossa

Una tradizione piuttosto diffusa in zona vuole che nel 1176 Federico Barbarossa, nel pieno dell’assedio di Ancona, fu ospitato nel castello di Morro d’Alba dove potè assaggiare, ed apprezzare, la Lacrima.

Un vino dal carattere decisamente imperiale, originariamente diffusa in buona parte dell’Adriatico ma che, per favorire qualità più produttive, fu progressivamente rimosso dalle vigne rimanendo in minima parte nelle Marche.

Nel corso dei secoli la produzione della Lacrima di Morro d’Alba è cambiata molto: oggi lo si coltiva in solitaria, su spazi che crescono anno dopo anno. Eppure a metà Novecento ne erano rimasti dieci ettari in tutto, e addirittura prima queste uve venivano coltivate vicino agli alberi, con il sistema della vite maritata, che garantiva risultati migliori.

Secondo il Registro nazionale delle varietà di vino del Ministero delle politiche agricole, la presenza della Lacrima è ammessa nelle sole DOC dei Colli Maceratesi e della Lacrima di Morro, mentre lo si può ritrovare in dodici IGT (dall’Allerona alla Valle d’Itria, e comunque unicamente nelle regioni Marche, Umbria e Puglia. In quest’ultima è esclusa la provincia di Foggia).

ABBINAMENTO CIBO-VINO

Dall'antipasto al dolce

Sotto il nome di Lacrima di Morro d’Alba si nascondono non uno, ma ben tre vini: il Lacrima di Morro tradizionale, il Superiore e il Passito.

Questo vino, che viene prodotto con almeno l’85% dell’omonima uva, ha specifici abbinamenti a seconda della variante che si sceglie. In tutti i casi è importante scegliere un bicchiere ballon, che garantisce un affinamento non eccessivamente lungo.

Come vino fortemente aromatico, dalle note fruttate e floreali, con acidità rilevante e buona intensità, trova il suo abbinamento prevalente nei primi piatti di struttura e nei secondi piatti a base di carne.

Particolarmente apprezzabile è l’abbinamento con i sughi di carne (anche selvaggina), mentre tra gli antipasti e i secondi può ben valorizzare un tagliere di salumi marchigiani – ciauscolo, salame, prosciutto – oppure una grigliata a base di specialità di maiale e di manzo.

La variante del Lacrima di Morro d’Alba Passito può essere accompagnata sia con la pasticceria secca che con una selezione di formaggi stagionati ed erborinati: la Casciotta d’Urbino, il Cascio Pecorino lievito o un gustoso Caprino P.A.T.

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