Le interviste di Wineowine
La passione per il Falerno nella sua antica 'Patria'
La Masseria di Sessa nasce dalla passione del capofamiglia, Gianni Imperatore, che una volta in pensione può finalmente realizzare il suo sogno di riavvicinarsi alla Natura attraverso il lavoro della terra.
Grazie alla sua passione ed ai suoi valori nel 2010 inizia l’avventura del vignaiolo nel rispetto dei ritmi della natura e dell’ambiente, ciò lo si può realizzare solo adottando una conduzione rigorosamente Biologica dell’azienda.
Nel 2018 Gianni viene affiancato da suo genero Alfredo col quale condivide gli stessi valori e la passione per il buon vino.
L’Azienda sorge nell’ager falernus, patria dell’antico vino, noto ed apprezzato già ai tempi dei Romani, Falerno
Masseria di Sessa produce il Falerno del Massico nelle sue 3 declinazioni:
Il Falerno del Massico Bianco DOC che imbottiglia con il nome di Crono è frutto di un uvaggio di Falanghina (85%) e di Fiano che vengono allevate sui nostri terreni secondo i dettami dell’agricoltura biologica.
Le uve raccolte a mano dopo essere state diraspate in un’acinellatrice vengono sottoposte a pressatura soffice. Il mosto fiore così ottenuto, dopo una decantazione statica a bassa temperatura, viene fatto fermentare in tini di acciaio dotati di controllo elettronico della temperatura. Dopo un periodo di affinamento di 6 mesi in serbatoi di acciaio il falerno Bianco viene imbottigliato e messo in commercio dopo un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia che può andare da 2 a 6 mesi.
Il Falerno del massico Rosso DOC che viene commercializzato con il nome di QAESTIO è frutto di un uvaggio di Aglianico (85%) e Piedirosso provenienti dai terreni biologici aziendali.
Con cura artigianale le uve raccolte a mano vengono diraspate da un’acinellatrice che lascia intatti gli acini che vengono poi sottoposti a selezione manuale su tavolo vibrante prima di raggiungere i tini di ammostamento in acciaio con il controllo elettronico della temperatura.
In questi tini il mosto macera e fermenta per circa 20/25 giorni durante i quali vengono eseguiti regolari rimontaggi e “delastages” Al termine della fermentazione alcolica ha luogo la fermentazione malolattica alla quale segue l’affinamento che richiede circa 12 mesi e avviene in botti grandi e piccoli carati di rovere, prima di essere messo in commercio matura in bottiglia per altri 6 mesi.
Da un uvaggio di Primitivo in purezza di sola provenienza aziendale e coltivate in maniera biologica, otteniamo il nostro Falerno del Massico Primitivo DOC.
Durante la prima decade di Ottobre raccogliamo manualmente le uve portate a maturazione.
In cantina gli acini diraspati dall’acinellatrice vengono selezionati manualmente su tavolo vibrante prima di raggiungere i tini di ammostamento in acciaio.
A temperatura controllata viene effettuata la macerazione e la fermentazione che dura circa 25 giorni nei quali si alternano rimontaggi e “delastages”. Al termine della fermentazione alcolica ha luogo la fermentazione malolattica.
Il vino affina 12 mesi in acciaio e successivamente 6 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio
Dalle nostre uve Biologiche Greco, vinificate in purezza, otteniamo Amaltea il nostro Campania Greco IGT.
Nella prima decade del mese di Settembre le uve giunte alla giusta maturazione vengono portate in cantina per la diraspatura e la pressatura soffice in atmosfera controllata. Il mosto fiore così ottenuto dopo decantazione statica a freddo fermenta a temperatura controllata i fusti di acacia.
Affina per 6 mesi negli stessi fusti e successivamente in acciaio prima di andare in bottiglia.
In azienda coltiviamo biologicamente lo sciascinoso che vinifichiamo in purezza per ottenere il nostro Roccamonfina Sciascinoso IGT.
All’inizio di ottobre le uve raccolte a mano arrivano in cantina dove dopo essere diraspate e pigiate sono fatte fermentare in tini di acciaio a temperatura controllata per circa 20 giorno durante i quali sono eseguiti regolari rimontaggi.
il vino così ottenuto affina in acciaio per 6 mesi prima di essere imbottigliato ed immesso sul mercato.
Sul finire del mese di Settembre raccogliamo le uve Primitivo destinate al nostro Campania Rosato IGT.
In cantina con cura artigianale le uve vengono diraspate prima di essere sottoposte ad una breve fermentazione a cui segue la pressatura soffice in atmosfera inerte.
Dopo la decantazione statica del mosto, questo viene fatto fermentare in fermentatori di acciaio con il controllo elettronico della temperatura.
Il vino affina in acciaio per 6 mesi prima di essere imbottigliato e messo in commercio.
Per chi come noi svolge il proprio lavoro con passione ed amore dedicando indistintamente l’impegno per la realizzazione dei proprio prodotti, è difficile individuare il proprio vino del cuore.
Così come per un genitore è impossibile ammettere ad altri quale tra i suoi figli prediliga, in cuor suo sa che ce ne sarà sempre uno per il quale il suo cuore sussulta impercettibilmente in più.
Beh per noi questo vino si chiama Amaltea, un bianco da uve greco in purezza.
Tutti nel mondo associano questo vitigno al Greco di Tufo DOCG ed alla provincia di Avellino.
Vista la morfologia dei nostri terreni generatisi anche con l’apporto di materiale vulcanico del vicino Roccamonfina, abbiamo immaginato che questo vitigno avesse trovato da noi un habitat ideale per potersi esprimersi al meglio.
Così, sfruttando quello che la natura ci ha messo a disposizione, abbiamo voluto dar vita a questo bianco di spessore e di carattere, che possa comunicare la mineralità dei nostri terreni e l’armonia donatagli dalla fermentazione e dall’affinamento in legno, e grazie alla sua freschezza acida pronto a sfidare l’invecchiamento.
Il dubbio amletico tra tradizione e innovazione è il tormento di chi come noi è molto legato alle tradizioni che rendono grande il territorio in cui vivono e l’innovazione che è espressione della ricerca che ogni produttore affronta per indentificare al meglio la propria cantina.
In un territorio così intriso di storia come lo è l’ager Falernus, dalla tradizione vitivinicola che affonda le sue radici nell’epoca romana, le tradizioni rappresentano un patrimonio inestimabile da rispettare e da tenere in considerazione per riuscire a portare quell’onda di innovazione che possa identificare il carattere di un’azienda.
Per questo la nostra azienda cerca di interpretare al meglio il concetto tradizionale di Falerno lasciando spazio a nuove esperienze.
Falerno del Massico Rosso DOC:
Ideale nell’accompagnamento di lasagne, spaghetti alla bolognese, arrosti e selvaggina.
Falerno del Massico Primitivo DOC:
Ideale nell’accompagnamento di zuppe, pietanze saporite e formaggi.
Falerno del Massico Bianco DOC:
Ideale nell’accompagnamento di frutti di mare, carpaccio di tonno e pesce spada, risotto alla pescatora.
Roccamonfina Sciascinoso IGT:
Ideale nell’accompagnamento di salumi, formaggi, pietanze di carne o baccalà in umido con olive nere e capperi.
Campania Rosato IGT:
Ottimo per aperitivi, si accompagna in maniera ideale con carni bianche, portate di pesce e formaggi freschi
Campania Greco IGT:
Ideale nell’accompagnamento di zuppe, pietanze saporite e formaggi stagionati.
Tradizionalmente in famiglia lo accompagniamo al coniglio, allevato in azienda, in umido.
La ricetta del coniglio, nell’ottica di equilibrio tra innovazione e tradizione, prende spunto dalla ricetta della mia nonna materna
Si lascia marinare il coniglio in acqua e vino bianco secco, nel rapporto di 50 e 50, per una notte in frigorifero. Alla marinatura io aggiungo 3 cipolle tagliate grossolanamente, qualche acino di pepe nero e bianco e una bacca di ginepro schiacciata.
Si asciuga il coniglio prima di rosolarlo a fuoco vivo in abbondante olio extravergine di oliva in una casseruola ampia.
Quando la carne si sarà ben colorata si toglie dalla casseruola. A questo punto si aggiungono 3 cipolle medie affettate per ogni kg di carne di coniglio e si fanno cuocere a fiamma moderata per almeno 15 minuti. Quando la cipolla avrà perso buona parte della sua acqua si alza la fiamma e si sfuma con un bicchiere di vino bianco, io uso di solito lo stesso vino che abbinerò a tavola.
Evaporato l’alcool si aggiungono 200 gr di pomodorini pachino tagliati grossolanamente per ogni kg di coniglio, 2 spicchi d’aglio in camicia, rosmarino, timo limone, piperna e mezza foglia di alloro.
Si lascia cuocere il tutto nella casseruola coperta a fiamma bassa per almeno 30 minuti o finché la carne del coniglio non sia cotta.
A fuoco spento far riposare per circa 15 minuti in casseruola coperta la carne alla quale saranno state aggiunte delle foglie di basilico spezzate a mano.
Dal Lunedì al Venerdì
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