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Montepulciano d'Abruzzo

La più grande DOC d'Italia

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DOVE CI TROVIAMO

Un vino per una regione

A volte parlare del territorio nel quale si produce un vino è facile, poiché si limita a un grappolo (è proprio il caso di dirlo!) di comuni.

Quando si parla del Montepulciano d’Abruzzo, invece, questa distinzione non è poi così facile, poiché la sua produzione è ammessa, da disciplinare, in tutte e quattro le province abruzzesi: Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo.

A cosa è dovuta questa scelta? I fattori sono molteplici, e riguardano sia la presenza di più zone storiche di produzione che l’ampia diffusione dell’uva Montepulciano (da non confondersi con la variante toscana), che è quintessenzialmente abruzzese.

Vineyards in Abruzzo

LE DENOMINAZIONI

Una DOC diffusa

L’ampia diffusione del Montepulciano d’Abruzzo ha fatto sì che, negli anni, divenisse il primo vino italiano a Denominazione di origine controllata per volumi di produzione.

Lo si trova un po’ in tutto l’Abruzzo, declinato sulla base di un disciplinare che ha più di cinquant’anni di vita: fu infatti approvato con un decreto risalente al luglio 1968. 

DOC sì, ma anche IGT e DOCG: in quest’ultimo caso parliamo della sottozona delle Colline Teramane, che possono vantare questo ambitissimo riconoscimento sin dalla vendemmia del 2003. 

Solo due anni dopo è stata invece autorizzata la denominazione “Riserva” su alcune produzioni di Montepulciano d’Abruzzo che rispettano, per invecchiamento, le caratteristiche specifiche richieste dal disciplinare.

A occuparsi ancora oggi della promozione di questo vino c’è il Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo, istituito nel 2002 e al quale è affidata anche la cura su Trebbiano, Cerasuolo e Villamagna, oltre a numerosi vini IGT del pescarese, delle Colline Frentane, della Val di Sangro e delle Terre Aquilane.

LE UVE

L'Uva Montepulciano

Il vitigno Montepulciano è, insieme al Cerasuolo, una delle uve più celebri e tradizionali dell’enologia abruzzese.

Nonostante sia tipicamente associata all’Abruzzo, la si trova a macchia di leopardo in moltissime regioni italiane, particolarmente nel Centro-Sud ma anche al nord, come ad esempio in Emilia-Romagna e Lombardia.

Descritta per la prima volta da Sante Lacerio, bottigliere per la cantina personale di Papa Paolo III, è descritta dettagliatamente dal Settecento. 

Si tratta di un’uva dai sentori di ciliegia, molto intensa, dalla resa alcolica importante e con maturazione tardiva, che sfiora il mese di ottobre.

CURIOSITÀ

Toscana o Abruzzo? Un'origine contesa

Montepulciano di Siena o Montepulciano d’Abruzzo? La disputa sulla reale origine di quest’uva, che nelle due varianti ha caratteristiche ampelografiche in parte sovrapponibili, va avanti ormai da secoli.

Gli studiosi affermano che molte delle cultivar presenti sul suolo nazionale, come appunto il Montepulciano d’Abruzzo o il Cirò di Calabria, derivino da uve introdotte nel periodo della Magna Grecia, dunque tra l’VIII e il VII secolo a.C.

Pare tuttavia che l’omonimia si debba a Carapelle Carvisio, un piccolo borgo d’Abruzzo dove i Medici di Firenze avevano una baronia: qui decisero di impiantare delle vigne, introducendo meccaniche simili a quelle di Toscana.

Nella Valle Peligna queste uve, pur con sviluppo tardivo, trovarono terreno fertile e si diffusero fin dall’Ottocento. Dunque si può parlare di un’origine comune, sì, ma che ha alcune somiglianze solamente nel nome e che, per territorio e storia, ha oggi preso due strade diverse e parallele.

ABBINAMENTO CIBO-VINO

Dall'antipasto al dolce

Un vino decisamente strutturato, adatto, come si suol dire, ai “palati forti”. Il Montepulciano d’Abruzzo richiede una certa preparazione all’assaggio, poiché si presenta con tutta la sua forza e cortesia, un po’ come gli abruzzesi.

Forte sì perché ha un tenore alcolico alto, che ne consiglia abbinamenti con piatti decisi, come i secondi di carne, le grigliate o gli stufati, che hanno delle note intense al palato.

Cortese, perché può essere degustato anche sotto forma di vino da meditazione, approfondendo un bouquet aromatico e degustativo che ha note di frutti di bosco, mineralità, ideale ad esempio per primi piatti con sughi di carne, minestre saporite per le fredde giornate d’inverno, fino agli immancabili piatti di carne suina, ovina e bovina.

Sì, potete abbinare un buon bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo con gli arrosticini!

montepulciano d'abruzzo
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