Piantate Lunghe

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Il vino deve trasmettere quelle sensazioni che chiunque visitando il nostro territorio ha, la bellezza del paesaggio marino e macchia mediterranea tipica del Monte Conero, con le sue asprezze, le sue dolcezze ed i suoi profumi

Come nasce la passione e l’impegno nel produrre vino della vostra cantina

Tornato dagli USA dove mi occupavo – e mi occupo ancora – di vacche da latte, mio zio Francesco Rossini mi ha fatto gestire un suo terreno di 8 ettari perché ero il “contadino di famiglia”.

Volevo spiantare un piccolo vigneto di meno di un ettaro, ma lo stesso zio mi ha detto che “finche vivo voglio bere il vino della mia vigna”.

Ho dovuto occuparmi della piccola vigna imparando tutto da un locale “fattore” ed alla morte di mio zio, quando il terreno mi è stato donato in eredità, mi ero cosi innamorato delle viti che ho piantato l’ intera superficie a vigneto. Successivamente, due anni dopo, ho per caso incontrato un mio vecchio amico, ormai trasferito a Milano, il cui padre aveva una delle prime cantine di produzione di Rosso Conero, ormai chiusa da molti anni; con la mia vigna e la sua cantina rimessa un po’ a posto abbiamo dato vita a Piantate Lunghe.

Quali sono i vini che producete?

Sulle pendici del Monte Conero, a meno di 2 Km dal mare e ad una altezza che varia dai 250 ai 350 metri s.l.m., cresce molto bene il Montepulciano, un vitigno di origine greche che ben si è adattato alle coste adriatiche; molto meno conosciuto del Montepulciano d’Abruzzo, ma con caratteristiche molto differenti a causa proprio della vicinanza al mere e dell’altezza, il vino Rosso Conero DOC che produciamo e le altre due etichette, Conero DOCG Riserva “Rossini” e Conero DOCG Riserva “Il Palazzo” sono prodotti al 100% con queste uve; Montepulciano in purezza.

Dopo i primi anni di agricoltura convenzionale, siamo passati al biologico ma, a causa delle condizioni climatiche dove caldo e umido sono condizioni che persistono per l’intero ciclo di produzione dell’ uva e dopo aver riscontrato che il numero di interventi di difesa era in grande e costante aumento, siamo tornati ad una agricoltura detta “convenzionale” che di convenzionale non so che cosa abbia.

Nel senso che, essendo all’interno di un Parco Regionale dove tutto è protetto, fauna e flora e tutto è veramente bello, e dove non si possono adoperare moltissimi prodotti “convenzionali” e ci si deve limitare molto nelle quantità, si ricorre ad un lavoro manuale molto molto spinto ed all’utilizzo di prodotti chimici molto limitato e solo se veramente necessario. La nostra è una piccolissima Azienda, abbiamo una cura estrema per ottenere uva molto sana perché poi il lavoro in cantina diventa veramente facile ed il vino fa da sé tutto il suo percorso di maturazione ed affinamento.

I nostri vini permangono in cantina per diversi anni prima di essere imbottigliati, il Rosso Conero per circa 4 anni mentre le due DOCG per almeno 5 anni più un anno circa in bottiglia.

Questo ci permette di far fare al vino il suo percorso di affinamento prendendosi tutto il tempo necessario, ogni settimana si assaggiano tutti i vini in cantina e si decide se e come procedere con spostamenti, imbottigliamenti ecc.

I vini prodotti sono 3: Rosso Conero DOC, fermentato in acciaio poi affinato in vasche in cemento vetrificato, il Conero DOCG riserva Il Palazzo, fermentato in acciaio e poi passato per una parte in legno usato e vasche in cemento vetrificato, ed il Conero DOCG Riserva Rossini fermentato sempre in acciaio e poi affinato in legno nuovo fino all’imbottigliamento

Quale vino vi rappresenta maggiormente, e perché?

Sicuramente il Conero DOCG Riserva “Rossini” al quale è dedicata la raccolta in selezione dei grappoli in vigna, solo i migliori grappoli dell’intero vigneto vengono raccolti per questo vino, poi perché è dedicato a quel mio zio che mi ha fatto innamorare delle vigne e che mi ha lasciato il terreno in eredità.

Francesco Rossini, ingegnere e pittore marchigiano, amante del nostro bellissimo territorio che compare spessissimo nelle sue opere.

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Nel rapporto tra tradizione e ricerca della novità, vi sentite più innovatori o conservatori rispetto ai vini del territorio?

Entrambe; il vino deve essere per forza espressione del territorio, deve trasmettere quelle sensazioni che chiunque visitando il nostro territorio ha, la bellezza del paesaggio marino e macchia mediterranea tipica del Monte Conero, con le sue asprezze, le sue dolcezze ed i suoi profumi.

Innovatori perché non penso proprio che il “vino che faceva mio nonno era vino vero”, ma utilizzando tutto quello che oggi sappiamo su tecniche di coltivazione, varietà di uve e vitigni, cicli produttivi delle piante, clima e meteorologia quasi in tempo reale, possiamo e dobbiamo produrre vini che raccontino del nostro territorio, che siano più “naturali” possibili e che però devono andare incontro al gusto del consumatore che oggi vuole vini “corposi e strutturati”, domani vuole vini poco alcolici e profumati, poi vuole vini con grande bevibilità.

Quello che abbiamo imparato in questi anni è che con la stessa uva, lo stesso territorio e la stessa mano, si possono fare tutti i prodotti che il mercato chiede, nel pieno rispetto del concetto che “il vino deve sicuramente rappresentare il proprio territorio”.

Prima di far assaggiare il mio vino, a chi vuole passare non 5 minuti in cantina ma un paio di ore, faccio fare una breve passeggiata sul Monte Conero per apprezzare la sua asprezza e la sua bellezza, con spiagge di roccia incastonate sulle pendici del Monte, poi un passaggio in vigna, per apprezzare la campagna e vedere dove l’ uva cresce e come cresce, poi finalmente in cantina, 8 Km di distanza dalla vigna, dove degustando i vini devono tornare in mente il paesaggio e le sensazioni provate visitando il territorio. Se questo riesce il mio scopo è raggiunto, buoni vini, che piacciono e che ricordano il territorio.

Abbinamento cibo-vino: quale ricetta si abbina meglio alle vostre bottiglie?

Sul Monte Conero il Montepulciano dà origine a vini di colore rosso rubino molto intenso, profumati, frutta rossa più o meno matura, ricchi di aromi e profumi, strutturati, alcolici, corposi, sapidi e con buona acidità. Sicuramente molto longevi.

Facile abbinarli alla classica selvaggina, – il Parco del Conero è popolatissimo di cinghiali per cui l’abbinamento con qualunque cibo a base di cinghiale è perfetto – ma anche buoni formaggi tra la media e buona stagionatura; ed il Rosso Conero, è l’abbinamento per eccellenza ad un locale piatto di pesce, lo stoccafisso all’Anconetana, piatto ricco di aromi e profumi che ben si abbinano al vino.

Sul nostro account Facebook, Azienda Piantate Lunghe, abbiamo una rubrica tenuta da mia figlia dove regolarmente cucina e spiega ricette che si abbinano ai nostri vini. Pizza con il formaggio e Rosso Conero ha riscosso grande successo!

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