Le interviste di Wineowine

Pomario

Il buen retiro dell'Alta Umbria

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Come nasce la vostra passione per la produzione di vino?

Pomario è entrato a far parte delle nostre vite in una giornata densa di nebbie autunnali nell’ottobre del 2004. Coltivavamo allora una vaga idea di “Buen Retiro” in Umbria senza alcuna indicazione precisa di luogo e di tipologia. Avevamo visitato diverse belle proprietà situate tra Orvieto e Todi, trovandole però lontane dalla nostra concezione di casale umbro. Così domandammo all’agente immobiliare che ci accompagnava nella nostra ricerca, se conosceva qualche rudere da ristrutturare. Dopo una breve riflessione ci disse che c’era una proprietà in vendita dalle parti di Monteleone di Orvieto: un rudere con 50 ettari intorno di cui 40 di bosco.

Usciti dall’Autostrada a Fabro, ci inerpicammo sulla salita che porta a Monteleone e da lì, in meno di 5 minuti, giungemmo ad una strada bianca. Attraversato un bosco, ci apparve una vecchia vigna, degli ulivi ed infine la casa avvolta dalla nebbia. Il paesaggio attorno era invisibile, ma un silenzio quasi irreale testimoniava un isolamento in sintonia con la voglia di serenità che andavamo cercando. Decidemmo così di tornarci con il bel tempo per vedere cosa circondava Pomario e, in una limpida giornata di sole che illuminava un meraviglioso paesaggio, iniziò il nostro “ritorno” a casa.

Già durante i lavori di restauro del casale cominciammo ad occuparci degli ulivi e della vigna e ancora ricordo l’intensa emozione del primo olio che ritirammo al frantoio. Gli ulivi, abbandonati da diversi anni, vennero, con intense potature, riportati alla vita produttiva. Successivamente, per volontà di mia moglie e con la preziosa collaborazione di Federica De Santis, agronoma, e Mery Ferrara, enologa, fu presa la decisione di “ristrutturare” la vecchia vigna con le sue antiche varietà di Sangiovese, Trebbiano e Malvasia. Clonammo le viti migliori al fine di creare le barbatelle con le quali far fronte alle inevitabili e numerose fallanze del vecchio vigneto e contemporaneamente, con le stesse varietà, venne piantata una vigna nuova di poco meno di due ettari. Nel 2010, infine, è stato recuperato un altro seminativo di circa 8.000 metri quadri dove è nato un piccolo vigneto a terrazzamenti, con varietà Riesling e Sauvignon Blanc, per la produzione di un Muffato.

La famiglia Spalletti Trivelli ha una lunga tradizione legata al vino. Venceslao Spalletti Trivelli, senatore del Regno, con la moglie Gabriella Rasponi, nipote di Carolina Bonaparte, comprarono a fine ottocento un’azienda in Toscana dove il figlio Cesare, negli anni venti del novecento, iniziò la produzione di un Chianti molto rinomato. L’azienda fu poi venduta all’inizio degli anni settanta. Giangiacomo, nipote di Cesare, con la moglie Susanna d’Inzeo, figlia del campione di equitazione Raimondo, oltre a condurre l’azienda di Pomario, gestiscono Villa Spalletti Trivelli, lussuosa residenza d’epoca situata di fronte al Quirinale a Roma.

Quali sono i vini che producete?

Pomario è un piccolo poggio molto luminoso ed isolato dal resto del territorio da un fitto bosco che lo circonda. Si trova in Umbria al confine con la Toscana tra Città della Pieve e Orvieto a 500 di altezza e non distante dall’area del lago Trasimeno.

Il terreno ricco in scheletro ma con struttura sciolta limo-argillosa, la continua illuminazione, e la presenza di fonti d’acqua, sono gli elementi fondamentali che hanno fatto di Pomario un luogo di elezione per lo stabilizzarsi di insediamenti agricoli sin dall’antichità.

Pomario

Qual è il vostro 'vino del cuore'?

Il vino che ci rappresenta maggiormente è sicuramente il SARIANO, un Sangiovese in purezza che è stato, insieme all’ARALE, una delle prime produzioni e la riserva storica della cantina.

Con molti riconoscimenti e premi si conferma a tutt’oggi uno dei migliori Sangiovesi della nostra regione.

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Tradizione o innovazione: qual è il vostro leitmotiv?

L’idea di “ristrutturare” la vigna vecchia, con le sue antiche varietà di Sangiovese, Trebbiano e Malvasia, la dice lunga sulla volontà di mantenere un legame forte col territorio e  sull’autenticità della produzione.

Accanto al mantenimento della tradizione e all’utilizzo dei vitigni autoctoni Pomario si pone però anche sul fronte dell’innovazione per quel che concerne il processo di vinificazione, elemento fondamentale per ottenere alti livelli di qualità nella nostra produzione rigorosamente biologica.

Il rispetto del territorio e l’attenzione agli equilibri ambientali sono state le linee che hanno guidato la costruzione della nuova cantina di Pomario. La cantina è stata concepita con modernità, conservando però lo stile del casale e riutilizzando, dove possibile, i materiali originali. I diversi ambienti di lavorazione  sono provvisti di aggiornati sistemi ecocompatibili per il controllo dei parametri essenziali alla produzione di vini d’eccellenza

La sala lavorazione  contiene vasche in acciaio termo controllate tramite un impianto geotermico a zero emissione di CO2 e l’impianto elettrico è coadiuvato da pannelli fotovoltaici posizionati  sopra il parcheggio della cantina  al fine di non coprire superfici agricole. La “Barricaia”  è stata costruita a ridosso del terreno per mantenere temperature e umidità  costanti in tutte le stagioni. I legni , Barriques, Tonneaux e Botti,  provengono da piccole aziende artigiane e sono stati studiati e costruiti per soddisfare  le esigenze di affinamento e invecchiamento dei vini .

Lo spazio dedicato all’imbottigliamento è equipaggiato con un’ imbottigliatrice di ultima generazione ed il magazzino è stato concepito al fine di  conservare i vini nelle condizioni  ottimali.

Quale ricetta si abbina meglio alle vostre bottiglie?

Per gli abbinamenti proponiamo:

  • Sariano 2017

Capretto al lardo

Cinghiale in umido

  • Arale 2019

Pasta alla Gricia

Pollo al Curry

  • Rondirose 2019

Spaghetti all’astice

Tartarre di scampi

  • Rubicola 2019

Polpettone di tonno

Salame di fegato

Una “ricetta della Nonna” sono i Pici all’aglione, fatti rigorosamente a mano, che proponiamo spesso qui in cantina in abbinamento all’ Arale 2019

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