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Recioto di Soave

Il dolce vino delle antiche Venezie

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DOVE CI TROVIAMO

Sulle colline di Romeo e Giulietta

Il Recioto di Soave, DOCG primigenea del Veneto nel bicchiere, ha un’areale di produzione limitato alla sola provincia di Verona.

Una città dalle profonde radici storiche, intorno alle quali il favorevole territorio mostra il suo legame con l’enologia aprendosi in spazi infiniti di vigneti e cantine, spesso con centinaia di anni sulle spalle.

Ed è proprio tra Soave, Monteforte d’Alpone, Mezzane di Sotto, Cazzano di Tramigna, Lavagno e pochi altri che si produce questo vino, al quale – come dice il nome stesso – si “arriva”. Ma di questo, ne parleremo tra poco.

grapes -grappoli d'uva bianca

LE DENOMINAZIONI

Una DOC diffusa

Bianco e dolce, il Recioto di Soave è un vino che ha reso grande servizio al bere veneto. È stato proprio lui, nel 1998, a essere scelto – primo tra tutti i vini del Veneto – per la Denominazione di origine controllata e garantita, la medaglia d’oro dell’enologia comunitaria.

Del resto, questo riconoscimento non valorizza solo il vino come prodotto finale ma una produzione decisamente particolare, che si avvale di una selezione rigorosa dei grappoli, un appassimento lungo sui graticci (lungo 4-6 mesi), una pigiatura delicata e una lunghissima fermentazioni in botti dedicate.

Per alcuni forse eccessivamente zuccherino, per altri un richiamo ideale a tempi e memorie passate, il Recioto è oro liquido allo stato puro, un vino che si adatta alla meditazione e che richiede un approccio metodico all’assaggio.

Adatto a tutti? Probabilmente no. Ma se si vuole conoscere e apprezzare il più elegante dei prodotti dell’enologia veneta (e veronese nello specifico), è difficile resistere al suo fascino.

LE UVE

Un 'blend' di uve

Per la produzione del Recioto di Soave il disciplinare ammette l’impiego di quattro diverse uve bianche, tutte con areale di produzione nel veronese.

Stiamo parlando, in ordine di quantità, della Garganega (70-100%), dello Chardonnay (fino al 30%), del Pinot Bianco (fino al 30%) e del Trebbiano di Soave (fino al 30%).

La preponderanza della Garganega contribuisce a un vino dolce, dalle note mandorlate e dal buon equilibrio zuccherino. Le altre uve contribuiscono all’armonicità e alla dolcezza del vino.

Recioto di Soave

CURIOSITÀ

Un vino che viene dal passato

Nel 537, Cassiodoro – prefetto di Vitige per il regno ostrogoto d’Italia – scrive ai tribuni veneziani, ovvero a coloro che, quasi 1500 anni fa, erano delegati a controllare la Laguna. A quel tempo, in realtà, con l’espressione “veneziano” si intendeva una qualsiasi persona che abitava l’intera parte alta dell’Adriatico, da Ravenna fino all’Istria.

Le colline di Verona, in quell’anno, avevano prodotto tantissimo vino e altrettanto olio, che sarebbe dovuto giungere fino a Ravenna, la capitale del Regno. Nel richiedere quei tributi, Cassiodoro parlò con tono entusiasta di Venezia e del Veneto, del suo vino prezioso che, come ci insegnano gli storici, poteva già corrispondere al Recioto di Soave.

Probabilmente, o forse certamente, la vinificazione a quel tempo era diversa da come la conosciamo oggi. Fatto sta che un vino rosso e uno bianco, molto simili ai Soave d’oggigiorno, esisteva già e faceva bella mostra di sé sulle tavole dei potenti.

L’acinatico bianco, ovvero il progenitore del Recioto che beviamo adesso, era prodotto con uva Retica, che veniva fatta appassire in casa per tutto l’inverno, in modo da aumentarne la quota di zuccheri. 

Tracce del Recioto ‘moderno’ sono raccolte in documenti di Scipione Maffei (XVIII secolo) e Giuseppe Beretta (1841): è quest’ultimo a parlare, anche se impropriamente, di vivo liquore.

ABBINAMENTO CIBO-VINO

Dall'antipasto al dolce

Conoscete l’espressione vino da meditazione? Significa un vino che non ha bisogno di abbinamenti per essere degustato, e quindi può essere bevuto in purezza. Il cliché del calice girato davanti al caminetto acceso in inverno collima perfettamente con il Recioto di Soave, un vino che dà il meglio di sé da solo.

Eppure, questo carattere solitario del Recioto non esclude, qui e lì, qualche abbinamento di livello, particolarmente con prodotti che vengano esaltati dalle sue note dolci e avvolgenti.

La pasticceria veronese ben si presta allo scopo, soprattutto con la fugassa o le crostate a base di frutta. In generale, si tratta di dolci… poco dolci, che preferiscono sostituire la nota zuccherina con la frutta, sia fresca che secca.

Ecco perché lo si può abbinare facilmente anche ai dolci pugliesi e siciliani a base di pasta di mandorla, mentre chi preferisce puntare sulla prima parte del pasto lo troverà adatto per un’unione di scopo con formaggi erborinati, paté di fegato, chips di zucca alla cannella o finger food lievemente piccanti.

Aromaticità, dolcezza non stucchevole e ricerca dell’alternativa: sono questi i dettami del perfetto abbinamento cibo-vino del Recioto di Soave. 

Recioto di Soave

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