Il Verdicchio di Matelica, l’abbinamento autentico della cucina marchigiana

Il Verdicchio di Matelica, l’abbinamento autentico della cucina marchigiana

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Un vino ‘nuovo’ delle terre marchigiane, da apprezzare in abbinamento ai migliori piatti della tradizione gastronomica locale

È un vino che nasce ‘all’ombra’ dei più celebri Castelli di Jesi, e la sua storia inizia solo negli anni Sessanta del Novecento. Una nascita recente in termini vitivinicoli, ma che nulla toglie alla qualità del prodotto finale.

Il Verdicchio di Matelica è stato il protagonista indiscusso del tour targato #oltremarche a cui abbiamo partecipato anche noi di Wineowine, e da cui siamo rimasti piacevolmente sorpresi già dal primo sorso.

È solo nel 1967 che il Verdicchio di Matelica entra a pieno titolo tra le denominazioni di origine controllata, con un disciplinare che determinava le regole di impianto dei ceppi di vitigno, di allevamento e di vinificazioni autonome. Il risultato è da ricercare nei numeri del vitigno del Verdicchio di Matelica, che deve essere prodotto in percentuale non inferiore all’85% con vitigno Verdicchio e per il cui restante 15% è concesso utilizzare vitigni a bacca bianca (rigorosamente ammessi alla coltivazione nell’interno della Regione Marche).

Con #oltremarche noi siamo stati proprio in una delle maggiori zone di produzione del Verdicchio di Matelica, che generalmente comprende i comuni a ridosso dell’alta valle dell’Esino e dunque quelli di Camerino, Castelraimondo, Esanatoglia, Gagliole, Pioraco, Cerreto d’Esi, Fabriano e Matelica. Ed è proprio a Matelica che abbiamo conosciuto l’Azienda Agricola Biologica Casa Lucciola, una realtà vitivinicola biodinamica a conduzione familiare che ha il volto di Luca Cruciani. Una persona che nella sua vita ha fatto lavori diversi, e che ad un certo punto non ha saputo resistere al richiamo della terra reinventandosi e dedicandosi al mondo del vino, ma anche alla produzione di cereali e miele.

La sua è una mission ambiziosa, che ha alle spalle l’importante contributo del PSR – Progetto di Sviluppo Rurale della Regione Marche che gli ha consentito di impiantare un piccolo vigneto e di costruire la cantina dove ora conserva i frutti del suo lavoro. Un terreno di piccole dimensioni e tanta attenzione, per avere alla fine un vino dalle ormai rinomate proprietà organolettiche, molto strutturato, sapido, dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini e caratterizzato da buoni profumi dovuti al terreno generalmente calcareo tipico dei vigneti del Verdicchio di Matelica e al microclima di tipo continentale della zona.

È proprio il clima che rende il Verdicchio di Matelica diverso da quello dei Castelli di Jesi, pur avendo la stessa cultivar. I vigneti del Verdicchio di Matelica sono circondati dagli Appennini, posizione che garantisce determinate escursioni termiche in fase di maturazione e un clima più fresco, condizioni che conferiscono ai vini un accento montano, con acidità più pronunciate e alcol più contenuto. I vigneti dei Castelli di Jesi si trovano invece in valli che sfociano verso il mare Adriatico, per cui svelano un timbro più solare e mediterraneo. Meno versatile di quello di Jesi e meno esplosivo negli aromi, il Verdicchio di Matelica svela il suo potenziale una volta compiuta la malolattica, quando il suo gusto si fa pieno, complesso e armonioso.

E lo svela ancora di più… a tavola. Perché il Verdicchio di Matelica, con la sua grande struttura e per la persistenza gusto-olfattiva, si accompagna perfettamente ai piatti e ai prodotti della tradizione marchigiana. Il Verdicchio di Matelica è infatti da assaggiare con primi piatti con salse di carne preferibilmente bianca, come gli strozzapreti al sugo di coniglio o un tipico piatto di lumache in porchetta, ma anche con pietanze a base di tacchino, lepre e pollo. E in abbinamento a salumi e formaggi che sono dei veri tesori del territorio come il ciauscolo e il pecorino di montagna fresco, e con i prosciutti dolci, dunque a basso contenuto di sale.

Molto apprezzato anche l’abbinamento con piatti che prevedono una spolverata di tartufo nero, il cui spiccato sapore serve a conferire una maggiore struttura, persistenza aromatica e gustativa.

Piatti di terra, ma anche piatti legati alla cucina di mare come zuppe e brodetti di pesce; indicato l’accostamento con i crostacei, perché la loro carne tendenzialmente dolce armonizza la freschezza, la sapidità e la percezione tardiva piacevolmente amaricante del vino.

Il Verdicchio di Matelica va servito alla temperatura di 8-10°C in calici di medie dimensioni, poiché è in questa ‘veste’ che svela appieno la sua struttura e la sua morbidezza al palato.

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