Al Merano Wine Festival: i vini top si mettono in mostra

Merano Wine Festival

Al Merano Wine Festival i vini top si mettono in mostra

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I migliori vini in una cornice suggestiva e dentro una location prestigiosa. Sono questi gli elementi cardine della 27esima edizione di Merano WineFestival – MWF, la manifestazione a carattere enologico più importante dell’Alto Adige.

L’evento, che si tiene dal 1992, nasce dalle intuizioni e dal viaggio francese di Helmut Köcher, il “Winehunter” (Cacciatore di vini), come ama definirsi. Dalla fondazione di Gourmet Club Alto Adige alla nascita di Merano WineFestival è passato ormai un quarto di secolo, nel quale la manifestazione si è arricchita di elementi di enologia e gastronomia che l’hanno reso un appuntamento da segnare in rosso su ogni calendario da gourmand.

 

Degustazioni di vino

I focus tematici di Merano Wine Festival

L’edizione 2018, che si terrà dal 9 al 13 dicembre, ruoterà intorno a un ricchissimo programma fatto di degustazioni, momenti culturali, approfondimenti tematici e non solo. In questo senso, gli appuntamenti più importanti saranno i seguenti:

Vini naturali e biologici

Coltivazioni naturali e biologiche

  • Bio&Dynamica

    Approfondimenti e degustazioni dedicate al mondo dei vini naturali, biologici e biodinamici. All’interno dell’area della Kurhaus (nelle sale Ohmannsaal, Pavillon des Fleurs, Goethesaal e Sissisaal), il 9 novembre dalle 10 alle 18, sarà possibile scoprire una selezione di 116 vini provenienti da quasi tutte le regioni italiane e dall’Austria

Panorama di Merano

Panorama di Merano

  • The Circle. People, Lands, Experiences

    Nella splendida Piazza de la Rena di Merano il vino sarà il fil rouge di una narrazione tematica dedicata agli uomini e ai territori, alla gastronomia e all’enologia. Visitatori ed esperti potranno così confrontarsi sul mondo del vino attraverso wine&food tasting con abbinamenti soliti e insoliti, tra eccellenze del territorio altoatesino, pizza, vini e non solo

Spirits Experience

Spirits Experience

  • Spirits Experience 

    Non solo vino al Merano WineFestival. La Spirits Experience si rivolge a tutta la costellazione degli “spiriti alcolici”, mettendo in mostra grazie al contributo delle grandi realtà del settore una selezione studiata di whiskey, rum, vermouth e altri liquori. Un’esperienza sensoriale da provare pura o tramite i cocktail che barman professionisti realizzeranno direttamente in loco

Il Futuro del Vino

Il Futuro del Vino

  • Il Futuro del Vino

    Una conferenza tematica con la partecipazione di Helmut Köcher e di una folta rappresentanza di esperti del mondo enoico per parlare di come il mondo del vino stia cambiando, dal punto di vista climatico e commerciale, e di come il futuro potrà rappresentare una evoluzione (e una sfida) per chi produce, ma anche per chi vende.

Come servire al meglio il vino

Come servire al meglio il vino

  • Premio Emergente Sala

Un mondo tradizionale ma che guarda al domani. Il Premio Emergente Sala vuole rivolgersi agli esperti di sala con meno di trent’anni, che si sfideranno in un vero e proprio talent nazionale per i professionisti dell’accoglienza ristorativa. Accoglienza come topos della vita sociale ellenica e come elemento focale dell’essere italiani, rielaborata in chiave moderna ma sempre guardando alla tradizione.

Degustazioni da Masterclass

Degustazioni da Masterclass

  • Masterclass 

    Perché degustare senza conoscere? L’obiettivo delle Masterclass di MWF sarà quello, innanzitutto, di presentare i migliori vini del Vecchio Continente a un pubblico attento al dettaglio, che vuole scoprire il vino dal chicco d’uva fino alla goccia nel calice. Il progetto MWF Masterclasses, inoltre, è ispirato al fare del bene, ed ecco perché il ricavato della manifestazione, che si tiene dal 10 al 12 novembre, sarà devoluto in beneficenza.

Merano WineFestival è un evento con ingresso a pagamento, con ticket giornalieri e formule di abbonamento a seconda dei prezzi e delle aree di accesso scelte. Per tutte le informazioni e il programma completo è possibile consultare il sito ufficiale.

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La scelta del vino biologico: perché e quale preferire?

Una piccola guida sulle caratteristiche del vino biologico e la migliore selezione per scegliere i migliori prodottti sostenibili

La scelta del vino biologico: perché e quale preferire?

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Ormai da alcuni anni il mondo del biologico in Italia è in costante crescita, come dimostrano i dati di AssoBio, che vedono il mercato dei prodotti rispettosi della natura in crescita del 15% nel 2017 rispetto all’anno precedente e addirittura del 153% rispetto al 2008. 

Oggi, nel Bel Paese, il mercato bio vale 5,5 miliardi di euro, un valore che comprende i 3,5 miliardi di mercato interno e i quasi 2 miliardi di mercato estero. Non solo frutta e verdura: nel mondo del biologico, infatti, troviamo anche il vino. 

L’attenzione alla produzione sostenibile, priva di aggiunte chimiche o processi aggressivi per il prodotto finale è entrata a pieno titolo nel mondo dell’enologia, sparigliando le carte in tavola e ponendo i produttori dinanzi all’opportunità (o alla sfida?) di reinventare parte delle loro cantine in funzione di questa nuova richiesta del mercato. 

 

Come si diventa bio?

Dalla legge al calice: i passi per diventare Bio

L’introduzione della dicitura vino biologico sul mercato comunitario è piuttosto recente. In particolare modo, il legislatore europeo ha espresso la volontà di regolamentare il settore con i regolamenti 834/2008, 889/2008, 271/2010 e prima ancora con il regolamento CE 834/2007. 

Questi sono stati poi recepiti dal Parlamento Italiano ed entrati in vigore l’8 marzo 2012, uniformando così la disciplina giuridica italiana a quanto stabilito a livello continentale. In questo senso, le principali limitazioni legate alla produzione di vino biologico riguardano: 

  • Il periodo di conversione da agricoltura tradizionale a biologica, che non può essere inferiore ai 3 anni  
  • L’impiego dei solfiti nel processo produttivo, che deve essere limitato a 100 mg/l nei vini rossi e a 150 mg/l per bianchi e rosé  
  • Il divieto di utilizzare organismi geneticamente modificati, prodotti chimici sintetici o derivati di OGM 

 Dunque le caratteristiche principali del vino biologico sono due:  

  • Divieto totale all’uso di agenti chimici nella coltivazione dell’uva 
  • Divieto parziale all’uso di agenti chimici nella fase di produzione (limitato ai soli solfiti) 

I migliori vini biologici di Wineowine

  • Maremma Toscana Rosso “Comandante” 2014

 
Un rosso deciso, ma bio

Un rosso deciso, ma bio

“Complesso e portentoso”, così i compratori definiscono questo prodotto della Cantina Basile, situata tra le colline di Montecucco e gestita dal 1998 da Giovan Battista Basile, originario di Napoli. Realizzato con una perfetta mescolanza di uva Sangiovese e Merlot, presenta un titolo alcolometrico importante (14% VOL) che si affina lungo un periodo di 36 mesi, metà in botti lignee e metà in bottiglia. Ricco e completo al palato, è l’abbinamento ideale per un primo piatto al sugo di carne, ma rende bene anche con i secondi toscani più decisi, come una splendida Fiorentina al sangue. 

  • Rosato di Maremma “Anna’s Secret” 2017 Magnum

Coltivazioni vino biologico nella Maremma

Coltivazioni vino biologico nella Maremma

La Cantina Val di Toro è il simbolo dell’ attrattività toscana. Anna Maria e Hugh vivono infatti tra Londra e Milano, prima di decidere nel 2003 di trasferirsi in piena Maremma, e dedicarsi al mondo dell’enologia. Non una produzione classica, ma la voglia di sperimentare con i colori e le forme è quella che ha dato via alla linea Anna’s Secret, un rosato a Denominazione d’Origine Controllata di pura uva Sangiovese. Affinato per “soli” cinque mesi in botti d’acciaio, ha un grado alcolico medio-alto (13,5% VOL) e va servito piuttosto fresco, in abbinamento a piatti delicati, preferibilmente con note aromatiche. 

  •  Ansonica Costa Toscana “Sassi Chiari” 2017

La scelta bio: dalla vite al vino

La scelta bio: dalla vite al vino

I latini dicevano “nomen omen”, ed è proprio il caso della Cantina CapalBIO, che ha fatto della produzione biologica il suo punto di forza. Lo scenario è quello delle prestigiose Colline Forane, nei dintorni dell’esclusiva Capalbio che da sempre ospita politici, imprenditori e protagonisti del jetset. In un ambiente per certi versi artefatto il lavoro di questa famiglia, che si ritrova intorno ai vigneti, è antitetico. Riprendendo in parte l’esperienza del Sassicaia, il Sassi Chiari è un IGT bianco tradizionale nelle basi (100% uva Ansonica) ma innovativo nei modi con il quale è prodotto. Lo si accompagna con successo a piatti di pesce e stuzzichini leggeri: sarà l’alleato ideale di ogni standing dinner.

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Sapori d’autunno: zucca e vino, la coppia vincente

Risotto con la zucca

Sapori d’autunno: zucca e vino, la coppia vincente

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La zucca è la vera regina delle tavole d’autunno. Coloratissima, versatile e così leggera che puoi consumarla davvero in ogni modo: al forno, nella pasta, e perché no anche fritta!

Inoltre, i medici concordano sui tanti benefici correlati al consumo regolare della zucca: migliora il tono della pelle, riduce le infiammazioni dello stomaco e aiuta a combattere gli stati influenzali e i primi malanni di stagione.

La versatilità della zucca in cucina

Sono moltissime le ricette della tradizione culinaria italiana che vedono la zucca come protagonista: a Ferrara infatti la fanno da padrone i cappellacci, golosi ravioli ripieni conditi con un classico burro e salvia o con un più ricco ragù di carne; in Lombardia invece la si utilizza come condimento di uno straordinario risotto al gorgonzola e zucca, due sapori molto diversi che si combinano piacevolmente.

Dagli Stati Uniti d’America, poi, abbiamo importato la pumpkin pie, ovvero la tradizionale torta di zucca morbida che viene servita durante tutto il periodo tra Halloween e il Thanksgiving Day, alle porte del Natale.

Pumpkin pie e vino

Pumpkin pie

La selezione delle cantine di Wineowine 

Per ciascuno di questi piatti si possono immaginare grandi abbinamenti con i vini delle cantine di Wineowine, come quelli che vi proponiamo di seguito.

  • Bianco DOC Isonzo del Friuli “Sanfilip” 2016 

Prodotto da Colmello di Grotta, nel cuore delle vallate dell’Isonzo, il “Sanfilip” 2016 è un bianco fermo secco di grande qualità, un Collio a Denominazione di Origine Controllata.

Affinato in botti di acciaio inox con l’obiettivo di ottenere un prodotto secco e fermo, dal sapore piacevole e apprezzabile alle basse temperature (va servito, infatti, a massimo 12 °C), ha un titolo alcolimetrico di 13%.

Una vellutata di zucca con pancetta

Una vellutata di zucca con pancetta

Un vino dalle note piacevolmente armoniche, da servire con un piatto fresco a base di zucca, magari una zuppa fresca con pancetta croccante e crostini o con una vellutata di zucca e peperone giallo.

  • Riesling dell’Oltrepò Pavese “Khione” 2017

Bianco dalle caratteristiche particolari, questo vino lombardo di Colle del Bricco fa parte della ricca produzione Oltrepò Pavese DOC.

100% uve  Riesling Italico, è un fermo secco che segue un doppio affinamento: dapprima 6 mesi in botti di acciaio arricchite da fecce nobili, e successivamente altri 5 mesi in bottiglia. Con sentori tipici delle terre coltivate e dei campi da pascolo – si riconoscono note di camomilla e mela – questo Riesling è sapido eppure fresco.

Per questo motivo si abbina facilmente a tutti i piatti a base di verdure ed erbe, sia primi che secondi piatti. Nel raviolo di zucca può essere un buon abbinamento per “rinfrescare” la bocca dal corposo condimento a base di burro.

Ravioli con la zucca

Ravioli con la zucca

  • Vernaccia di San Gimignano Riserva “Aurea” 2012

Più volte premiato a livello nazionale e internazionale, questo prodotto d’eccellenza della Cantina Guidi è la rappresentazione plastica della Vernaccia di San Gimignano, prodotta con 100% uve della “Manhattan del Medioevo”.

Affinato per un anno intero in botti tonneaux di rovere, se ne producono appena 2500 bottiglie per ciascuna vendemmia, un quantitativo ridottissimo per un vino di grande qualità proposto in questo caso nell’eccellente annata 2012.

Armonico e sapido, sostenuto da un sentore acceso di mandorla amara, stupisce dapprima per il suo bel colore giallo paglierino e solo successivamente, all’assaggio, con il suo profumo floreale e il corpo, che ben si adatta tanto agli aperitivi quanto a dei secondi con base di carne bianche.

Può essere abbinato a un flan di zucca o a delle chips servite con una spolverata di erbe aromatiche.

 
Chips di zucca

Chips di zucca

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Casale Daviddi: l’autentico gusto toscano

L'autentico gusto toscano

Casale Daviddi: l’autentico gusto toscano

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La Toscana è, da sempre, il motore della produzione enologica nel Centro Italia. Una regione che sfrutta sapientemente la ricchezza del territorio e il microclima con l’obiettivo di portare sulle tavole italiane e internazionali bianchi e rossi di qualità.
 
Un obiettivo di questo genere è quello che dal XIX secolo spinge la famiglia Daviddi, il cui Casale si trova a Montepulciano, più precisamente nel territorio della località di Valiano.

La Storia del Casale Daviddi

Giustino Daviddi, a inizio Ottocento,è stato il primo a gettare le basi di una cantina che oggi può contare su una produzione di 80.000 bottiglie all’anno.
 
Una produzione rispettosa della tradizione e del territorio di origine, che si è sviluppata intorno al Sangiovese come uva di riferimento, senza tuttavia dimenticare altri vitigni come il Canaiolo, il Mammolo, la Malvasia, il Trebbiano o il Grechetto, dal quale si ricava il Vin Santo, eccellenza della produzione di Azienda Casale Daviddi.
 
Nel corso dei decenni e fino al giorno d’oggi la produzione e il raffinamento dei vini–le cui uve occupano una superficie complessiva di circa 200.000 metri quadrati–hanno conosciuto ulteriori miglioramenti, anche attraverso l’impiego di botti di rovere, le più adatte per conservare il prezioso fluido nella fase di invecchiamento.
Produzione di vino nelle cantine
Oggi la cantina è gestita da Aldimaro Daviddi che, aiutato da tutta la famiglia, ha saputo arricchire ulteriormente l’esposizione sul mercato del Casale, aprendolo al mercato internazionale e lavorando anche sul fronte degli olii, con la lavorazione di ben tre olive locali che restituiscono un extravergine lavorato rigorosamente a freddo, dalle caratteristiche organolettiche di rilievo assoluto.
 
Casale Daviddi può inoltre contare su una ricca serie di riconoscimenti che ne certificano l’assoluto valore di produzione.
 
Tra questi, troviamo vari Diplomi di Gran Menzioni ottenuti alla rassegna Vinitaly, le “Selezioni dei Vini di Toscana” promosse dalla Regione Toscana, la “Selezione del Sindaco” che si tiene annualmente a Montepulciano e dalla Mundus Vini Weinpreis, riconoscimento che viene assegnato ogni anno a Neustadt an der Weinstrasse in Renania-Palatinato.

 

I vini del Casale Daviddi

 
Vitigni di Montepulciano
Vitigni di Montepulciano
La produzione di Casale Daviddi si basa su una linea eterogenea di vini che va dal Nobile di Montepulciano al Chianti dei Colli Senesi, passando per Vin Santo e grappe.

Il Vino Nobile di Montepulciano

Il Vino Nobile di Montepulciano, che si basa sul rigido disciplinare del consorzio di tutela, viene prodotto con uva Sangiovese al 90%, mentre il rimanente è dato da Mammolo e Canaiolo Nero. La selezione delle uve, l’affinamento e la fermentazione sono seguiti in maniera tale da restituire un bouquet di profumi intenso e un gusto estremamente delicato.

Il Chianti Colli Senesi

La campagna del Chianti

La campagna del Chianti

Il Chianti Colli Senesi, realizzato al 100% con uve Sangiovese, si caratterizza per un affinamento in botti di slavonia di 4 mesi. Rosso corposo dalla denominazione DOCG, si accompagna bene alla ricca cucina della bassa Toscana.

Vini IGT 
 
Molto valida la produzione degli IGT, che si basa sulle linee “Il Bosco” e “I Moschettieri”, rispettivamente rosso e bianco da uve Sangiovese, Trebbiano Toscano, Malvasia e Grechetto.

Il Rosso Montepulciano DOC

Degustazioni di vino

Casale Daviddi: solo prodotti di qualità

Il Rosso di Montepulciano DOC è prodotto con l’85% di Sangiovese, il 10% di Canaiolo Nero e il 5% di Mammolo. Il vino, pregiatissimo, viene lasciato affinare per sei mesi ed è un ottimo accompagnamento ai primi piatti toscani.
 

Il Vin Santo di Montepulciano 

Degustazione con cantucci e Vin Santo
Degustazione con cantucci e Vin Santo
Spazio a parte va dedicato infine al Vin Santo di Montepulciano, vino DOC con uvaggio estremamente eterogeneo basato su uve Trebbiano al 30%, Malvasia 40% e Grechetto Pulcinculo al 30%.
 
L’affinamento del Vin Santo, che viene venduto in bottiglie da mezzo litro, dura almeno 36 mesi e viene effettuato in botti di legno di rovere o castagno, che gli conferiscono ulteriori note aromatiche.
 
La tradizione vuole che il Vin Santo sia rigorosamente accompagnato dai Cantucci, o in generale da pasticceria secca per esaltarne le note dolci.

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In Friuli Venezia Giulia si alzano i calici per “Ein Prosit”: tra haute cuisine e food truck

Ein Prosit

In Friuli Venezia Giulia si alzano i calici per “Ein Prosit”: tra haute cuisine e food truck

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Ventesima edizione per Ein Prosit (Un brindisi), evento di natura enologica che si tiene come di consueto tra Tarvisio e Malborghetto, nel cuore del Friuli Venezia Giulia.

L’iniziativa, che quest’anno cadrà tra il 18 e il 21 ottobre, vuole essere una vetrina elegante e “flessibile” del mondo enologico italiano ma non solo. La sua favorevole collocazione geografica, infatti, fa si che da due decenni la manifestazione raccolga un pubblico eterogeneo che oltre all’Italia proviene anche da Austria e Slovenia.

Paesaggio del Friuli Venezia Giulia

Ein Prosit è organizzato dal Consorzio di Promozione Turistica del TarvisianoSella NeveaPasso Pramollo, con la collaborazione istituzionale di Regione Friuli e Fondazione Friuli. 

La tematica dell’edizione 2018, “Le contaminazioni”, vuole non solo riconoscere il ruolo di ponte tra le culture e le sensibilità enogastronomiche del tarvisiano, ma di fatto rappresentare l’incontro tra la haute cuisine, l’eccellenza delle cantine e il mondo dei food truck, che portano al grande pubblico un modo alternativo ed easy-going di concepire il mangiare. 

I focus tematici di Ein Prosit

Ein Prosit: itinerario del gusto

Ein Prosit: itinerario del gusto

I focus tematici di Ein Prosit saranno concentrati su sette ambienti, visivi e argomentativi, così suddivisi: 

  • Itinerari del gusto – Cucina nazionale e internazionale tra le tavole dei migliori ristoranti di Tarvisio e dintorni; un evento di valorizzazione delle eccellenze culinarie che trova la sua rappresentazione ideale nella mole di 29 stelle Michelin attribuite ai 27 chef presenti da mercoledì 17 a domenica 21 ottobre.
  • Food&Sound – Musica e cucina si incontrano con cene che diventano dei veri e propri concerti e dj-set, grazie alla collaborazione tra gli chef Gaggan, Ana Ros, Antonia Klugmann, Fabrizia Meroi, Fratelli Costardi e i musicisti Trilok Gurtu, Daddy G e Andy Smith.
  • Mostra Assaggio – Nella cornice di Palazzo Veneziano a Malborghetto ci saranno le sezioni Vigneto e Culinaria. Una mostra “partecipativa” all’insegna di vino e sapori con ben 150 aziende enogastronomiche presenti.
  • Degustazioni guidate – Non solo bere per bere, ma bere per conoscere e analizzare. Assaggiare il vino in questa sezione significherà prendere parte a un percorso guidato di approfondimento sulle tematiche enoiche, con la partecipazione di grandi esperti e giornalisti del mondo Food italiano.
  • Welcome Home – Chef e vinaioli del tarvisiano saranno i protagonisti di due serate dove l’eccellenza è il piatto principale.
  • Gli incontri e i laboratori – Conoscere il vino e la gastronomia attraverso incontri di approfondimento e show cooking alla presenza di chef, mastri pasticceri e non solo 
  • La cucina della Valcanale – Un laboratorio di approfondimento sui piatti e le tradizioni del territorio con un menù di assaggi appositamente studiato per Ein Prosit 
  • Special Events – Food truck, presentazioni di libri, shopping, momenti musicali e tantissimo altro ancora per solleticare tutti e cinque i sensi.

L’evento sarà arricchito dalla presenza di alcuni dei più celebri chef italiani e internazionali, tra i quali Mauro ColagrecoNiko Romito, Moreno CedroniAntonia Klugmann (fresca dell’esperienza come giudice a MasterChef Italia) e tantissimi altri ancora. 

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Un itinerario del gusto tra le principali Strade del Vino italiane

Le Strade del Vino in Italia

Un itinerario del gusto tra le principali Strade del Vino italiane

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L’Italia contende annualmente alla Francia il ruolo di maggior produttore al mondo di vino. La cultura enologica del Bel Paese sta seguendo una fase di “democratizzazione”, che ha riguardato anche i flussi turistici.

Il turismo del vino ha dunque permesso a zone di produzione storica – come il Chianti e la Franciacorta – di espandere ancor più la loro riconoscibilità dentro e fuori i confini nazionali, dando al contempo maggior visibilità e opportunità di sviluppo a zone altrimenti tagliate fuori dai flussi turistici di massa, basti pensare ad esempio all’ Alto Adige dei vigneti o al Basso Lazio.

Le “Strade del Vino”, un consesso di percorsi enologici e naturalistici ancor prima, si è sviluppato dunque sia per promuovere il vino a 360 gradi piuttosto che nella necessità di accogliere e catturare viaggiatori attenti anche a ciò che portano sulle tavole.

La Strada del Vino dell’Alto Adige

La Strada del Vino dell’Alto Adige

Molto spesso è più conosciuta con il suo nome tedesco, la Südtiroler Weinstrasse. Stiamo parlando, ma forse si era capito già, della Strada del Vino dell’Alto Adige. Circondati dalle vette delle Alpi altoatesine, ma immersi tra splendide colline che degradano verso valle, percorriamo questo percorso lungo circa 50 chilometri all’insegna di panorami e calici.

Ci troviamo in una terra feconda, che ha dato i natali – in senso puramente naturalistico – a vini i nomi sono particolarmente riconoscibili, come ad esempio il Gewürztraminer.

Bolzano, Cornaiano, Caldaro, Magré e Cortina sulla Strada del Vino. Sono i comuni principali della Strada del Vino altoatesina, che ci permettono di camminare tra vigneti, cantine e aziende agricole dove il vino non si assaggia soltanto, ma si scopre in tutte le sue sfaccettature.

Le Strade del Vino del Monferrato

Strade del Vino del Monferrato

Le Strade del Vino del Monferrato

Spostandosi verso il Piemonte, precisamente nel Monferrato, che costituisce insieme alle Langhe e Roero uno dei siti UNESCO, si trova una strada ricca di delizie e di tesori della viticoltura.

Colline dolci alle pendici delle maestose vette innevate e imponenti delle Alpi che custodiscono vini che hanno accompagnato la storia di questi luoghi, come il Dolcetto d’Acqui, o il Moscato d’Asti, soffermandosi anche ad ammirare le bellezze di città che saltano all’occhio di turisti attenti.

Questo itinerario copre una distanza di 136 chilometri, si tratta di un anello con partenza e arrivo a Casale Monferrato, che attraversa Alto e Basso Monferrato, passando per Felizzano e Nizza, Asti e Montecalvo.

La Strada del Vino Nobile di Montepulciano

Strada del Vino di Montepulciano

La Strada del Vino di Montepulciano

La Toscana è una terra che ammalia e conquista per le sue meraviglie, i suoi borghi d’autore, per citarne alcuni, Pienza, San Casciano dei Bagni, Chiusi e Sarteano, insieme ai suoi luoghi così belli da sembrare quasi surreali, come la Val d’Orcia, fregiata del titolo di Patrimonio dell’Umanità UNESCO per il suo profilo unico al mondo, costellato da file di cipressi che sono verdeggianti durante la stagione estiva e un trionfo di colori durante quella autunnale.

La strada del Vino Nobile di Montepulciano è un percorso del gusto e dell’eccellenza sia paesaggistica che enogastronomica di ben 110 chilometri.

Montepulciano è un gioiello del Cinquecento toscano tra la Valdichiana e la Val d’Orcia, può vantare il grande letterato umanista Agnolo Poliziano.

Il centro di questa cittadina è un museo a cielo aperto per i suoi palazzi di grande pregio artistico e storico che raccontano ben tre secoli di storia dell’arte, come Palazzo Comunale e la sua torre (del Quattrocento), il Pozzo dei Grifi e dei Leoni del Cinquecento e i palazzi rinascimentali, e il Duomo con la sua facciata incompiuta del Seicento, imperdibile anche il Museo Civico Pinacoteca Crociani con i suoi capolavori scultorei e pittorici, come delle opere del Caravaggio e delle terrecotte di Andrea della Robbia.

Tra le mura delle cantine di questa deliziosa cittadina il Vino Nobile di Montepulciano riposa, un rosso italiano che ha ottenuto per primo il sigillo di qualità Docg.

La Strada del Cesanese del Piglio

Strade del Vino: Cesanese del Piglio

Le Strade del Vino: Cesanese del Piglio

Si procede verso la Ciociaria che è il trade union tra le pianure del Basso Lazio e le cime degli Altipiani di Arcinazzo, al confine con l’Abruzzo.

Il suo clima è perfetto per la produzione enologica, tanto da rendere questo luogo uno dei principali della produzione laziale, quasi alla pari dei Castelli Romani,  con un sapore corposo e intenso, caratteristico del Cesanese, con un carattere deciso e verace che rispecchia anche gli abitanti di queste terre.

La Strada del Cesanese del Piglio è un semicerchio di circa 100 chilometri, il cui punto di partenza si potrebbe segnare da Subiaco – la città di San Benedetto – e come punto di arrivo a Sora, passando per luoghi magici come Isola del Liri, uno dei pochissimi luoghi al mondo ad avere una cascata proprio all’interno del centro cittadino.

Le zone del Cesanese sono foriere di grande bellezza, ed è difficile non carpirne l’essenza passando per Anagni, Ferentino o Veroli, comuni dove storia e panorami si uniscono.

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I vini da abbinare in cucina

I vini da abbinare in cucina

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IN CUCINA CON WINEOWINE: LA CAPONATA E I VINI DA ABBINARE

INGREDIENTI:

• 2 melanzane • 1 peperone rosso • 1 peperone giallo • 1 costa di sedano• 1 cipolla • 80 g di olive verdi snocciolate • 30 g di capperi piccoli sotto sale • 2 cucchiai di uvetta • 1 cucchiaio di  pinoli• 200 g di passata di pomodoro • 1/2 bicchiere scarso di aceto • 40 g di zucchero • 6 foglie di basilico• olio • pangrattato
• sale • pepe

INIZIAMO:
Iniziamo dalle melanzane: le spelliamo, le tagliamo a cubetti, saliamo e le lasciamo riposare mezz’ora in un passino perché perdano un po’ della loro acqua di vegetazione. Le asciughiamo e friggiamo in abbondante olio caldissimo. Quando diventano dorate le sgoccioliamo e le asciughiamo su carta assorbente da cucina. Prepariamo i peperoni: bruciacchiamoli direttamente sulla fiamma e, quando sono anneriti, li spelliamo (eliminate picciolo, semi e filamenti) e li facciamo a striscioline sottilissime.

In un tegame scaldate due cucchiai d’olio, cuocete per pochi minuti la cipolla a fettine e il sedano a rondelle, aggiungete i capperi, le olive tagliuzzate, l’uvetta strizzata, i pinoli, mescolate e dopo due minuti unite la passata di pomodoro, l’aceto, lo zucchero, il basilico, sale e pepe. Mescolate, aggiungete le melanzane e i peperoni, e cuocete per un quarto d’ora, l’aceto deve essere completamente evaporato. Servite su un piatto di ceramica decorato. In una padella antiaderente tostate per pochi minuti il pangrattato con un filo d’olio e cospargetelo sulla caponata. Lasciate raffreddare ed ecco pronta la vostra caponata. Quali vini abbinare ? >>> Noi vi suggeriamo di abbinarli con questi vini <<<

 BUON APPETITO 

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