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Vernaccia di San Gimignano

Una tradizione che affonda nel Medioevo

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DOVE CI TROVIAMO

La Manhattan del Medioevo

San Gimignano è un piccolo comune della provincia di Siena, ai confini settentrionali della provincia e non molto lontano da Firenze.

È una città che ha numerose frecce al suo arco: Bene protetto dall’UNESCO dal 1990, centro medievale tra i meglio conservati d’Europa, primo luogo italiano a potersi fregiare di una Denominazione d’Origine Controllata e Garantita da ormai più di mezzo secolo.

La Manhattan del Medioevo, così viene chiamata per la presenza di sedici torri (in passato arrivarono ad essere addirittura 72), è un luogo dove si respira un’aria antica, con il suo assetto architettonico risalente al XIII secolo rimasto pressoché immutato.

È qui che si produce la Vernaccia, un vino che – come il comune stesso – ha una storia che si perde nella notte dei tempi.

APPROFONDIMENTO

Come nasce la Vernaccia

Il nome Vernaccia potrebbe derivare dal latino vernaculum, locale. Un richiamo alla presenza delle uve e dei processi produttivi in zona già in tempi antichi.

Pare che il primo a produrre questo vino, all’inizio del XIII secolo, fu Vieri de’ Bardi: sin da subito la Vernaccia di San Gimignano mostra di essere ben apprezzata dal mercato, e nel 1276 i documenti ufficiali della città ricordano che, per ogni botte esportata fuori del comune, i vignaioli dovessero pagare tre soldi.

Addirittura la cita Dante Alighieri nella sua Divina Commedia, facendo un poco lusinghiero ritratto di Papa Martino IV, che ne era ampio consumatore, in abbinamento alle anguille del Lago di Bolsena.

La relazione ideale tra la Vernaccia e i potenti non si esaurisce: Papa Paolo III ne è egli stesso estimatore, e si rammarica della scarsa produttività della zona, mentre Lorenzo Il Magnifico la richiede continuamente come bevanda alla corte fiorentina.

Un vino che ha molti estimatori, una lunga storia e soprattutto un profilo tutto da scoprire.

Come si produce

Quali uve?

La Vernaccia di San Gimignano si produce con l’omonima uva, in una percentuale minima dell’85%.

Secondo il rigidissimo disciplinare della DOCG, approvato nel 1966 e più volte emendato, possono essere addizionate uve a bacca bianca (non aromatiche) prodotte o autorizzate alla produzione per la provincia di Siena con un peso massimo del 15% sul totale.

Caso specifico, non è ammesso l’uso di alcuni vitigni, come il Traminer, il Müller Thurgau, il Moscato Bianco e le Malvasia di Candia e Istriana, mentre Sauvignon e Riesling possono valere solo per il 10% del totale.

CURIOSITÀ

Che vino è la Vernaccia?

Famoso, esclusivo, storico. La Vernaccia di San Gimignano è un vino decisamente vip, ma quali sono le sue caratteristiche che lo rendono tanto apprezzato?

Si tratta di un bianco piuttosto fresco, con un titolo alcolometrico stabile intorno all’11-13,5%. Un vino che si adatta bene ad essere gustato con prodotti sapidi, poiché ha profumi e note molto delicate, spiccatamente floreali, con un gusto equilibrato e fragrante. 

L’acidità è presente, e richiama le note più agrumate, diventando così quasi lievemente amarognolo. Un vino che va ovviamente servito più fresco possibile, a una temperatura di 8 – 10 °C, per esaltarne le caratteristiche organolettiche e anche il piacevole colore giallo paglierino. 

Non ha bisogno di decantazione e può essere gustato all’apertura.

ABBINAMENTO CIBO-VINO

Dall'antipasto al dolce

Una primissima indicazione dell’abbinamento perfetto tra Vernaccia di San Gimignano e cibo, come scritto poco fa, ce lo diede lo stesso Papa Martino IV, che regnò sulla Chiesa di Roma dal 1281 al 1285.

Simon de Brion, ecclesiastico francese dalle scarsissime fortune politiche una volta eletto pontefice, fu descritto come un goloso: il suo abbinamento preferito era tra le anguille di Bolsena e la Vernaccia di San Gimignano.

Pontefice sì, ma anche gourmand: perché è proprio la nota acidula di questo vino a dettare il miglior abbinamento con il pesce, le cui note sapide sono così smorzate da un lato e valorizzate dall’altro.

Ancora oggi la Vernaccia è consigliata in abbinamento al pesce marinato o sotto sale, magari le alici o le acciughe, così come uno spaghetto con pasta (o colatura) di acciughe.

Primi e secondi piatti di pesce, così come degli antipasti freschi di crudo, sono ulteriormente valorizzati da questo vino che ben si presta anche ad accompagnare dei formaggi semi-stagionati.

Vernaccia di San Gimignano

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