Cene estive con amici: i migliori abbinamenti con la Barbera

Cene estive con la Barbera, il vino dell'estate

Cene estive con amici i migliori abbinamenti con la Barbera

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Con l’arrivo della bella stagione non c’è niente di meglio che riunirsi con gli amici per una bella cena tra chiacchiere e risate.

Ovviamente oltre a scegliere con cura le pietanze da servire, per rendere l’atmosfera ancora più magica, occorre trovare il giusto abbinamento con un vino in grado di stupirli.

La prima cosa da fare è decidere se si tratta di una vera e propria cena o di un aperitivo, nel primo caso ci saranno più portate e quindi anche la possibilità di degustare diversi tipi di vino, nel caso di un aperitivo invece è anche possibile selezionarne una sola variante per accompagnare qualche stuzzichino o finger food.

L’importante è ricordare che cibo e vino devono viaggiare insieme, il loro abbinamento è fondamentale per esaltare i sapori e dare pregio alla tavola. Il giusto equilibrio passa per alcuni semplici passi che bisogna ricordare.

In primo luogo è possibile spaziare tra vini molto differenti in base alla corposità, ovvero la struttura e la densità che si avverte al palato. I vini molto corposi devono essere abbinati a cibi importanti che hanno un gusto deciso. I piatti delicati si accompagnano meglio a vini più leggeri che non offuscano il sapore del piatto.

Una buona carta da giocare è quella della regionalità, è possibile scegliere una buona bottiglia meridionale se si servono piatti tipici del Sud Italia, viceversa se ci sono in tavola ricette del Nord è gradevole accostare un vino dalle note nordiche.

Un’idea sempre molto gradita e vera chicca per chi organizza (ma anche per chi partecipa) alle cene è creare un percorso. In questo caso non viene scelto un solo tipo di vino ma diversi. L’importante è che si vada sempre a salire di gradazione o comunque mai a scendere onde evitare disturbi. In questo caso è opportuno creare anche un crescendo di sapori.

Come creare l’abbinamento perfetto a tavola

Un brindisi con gli antipasti e un buon vino rosso

La cena inizia sempre dagli antipasti, per questi l’accoppiata ideale è sempre un vino bianco o rosato.

Per chi lo desidera è anche possibile abbinare un vino rosso purché questo sia giovane e delicato, non deve mai essere troppo denso o strutturato.

Per aprire una cena con un vino rosso, un’ottima scelta è Venturino, Barbera d’Asti ‘Etichetta Nera’.

Ideale per le cene con amici grazie al suo aroma intenso, capace di esaltare ogni piatto. Affinato in acciaio è molto elegante con sentori briosi.

Preferire un bianco se ci sono antipasti leggeri a base di pesce, legumi, vegetariani, prediligere un rosso se l’antipasto racchiude sapori più decisi come salumi e formaggi. Per i primi piatti di pesce è opportuno selezionare un vino bianco mentre per la carne un vino rosso.

Un’idea perfetta in questo caso è il “Bruma D’Autunno di Colli Tortonesi DOC Barbera Superiore”, dal sapore fruttato, di spezie e vaniglia con un aroma di cacao e tabacco.

Un vino rosso maturo e molto corposo, un mix di Barbera e Albarossa assolutamente impeccabile.

La corposità delle due tipologie, è la tendenza più apprezzata dagli ospiti.

Ecco come scoprire tutte le migliori selezioni di Barbera su Wineowine.

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I gusti floreali e fruttati di Alemat

Il gusto floreale e fruttato dell'Alemat

I gusti floreali e fruttati di Alemat

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Il profondo amore per il vino , l’amicizia con uno dei più validi produttori vinicoli delle Langhe sono i due presupposti da cui, nella mente e nel cuore di Savio Dominici, ha preso forma il progetto di realizzare personalmente selezionati prodotti enologici.

Il Piemonte, da sempre considerata una regione ottimale per la viticoltura, rappresenta lo sfondo ideale per la concretizzazione di un sogno, che, nel 2012, diventa realtà in seguito alla collaborazione con un esperto vignaiolo monferrino.

Nasce così un’azienda a conduzione famigliare il cui obiettivo rimane quello di produrre vini pregiati, derivanti da una scrupolosa selezione delle materie prime, avvalendosi della consulenza di uno dei più competenti enologi piemontesi.

La passione che ha permesso di realizzare un’idea, unita alla possibilità di coltivare vitigni su territori dotati dei migliori requisiti è stata in grado di portare alla nascita di Alemat.

Il termine Alemat deriva dalla locuzione piemontese “A l’è mat”, ma racchiude anche le iniziali dei due figli del titolare dell’azienda, che si chiamano appunto Alessandro e Matteo.

La locuzione “a l’è mat” si riferisce al giudizio che Savio Dominici ispirava come conseguenza della scelta particolarmente azzardata di abbandonare una solida attività lavorativa per dedicarsi completamente alla campagna.

Inoltre il periodo a cavallo del primo decennio del duemila era un momento in cui l’enologia non godeva di buona salute e che sconsigliava di impiantare un’azienda vinicola.

La vicinanza della moglie Elisabetta e dei figli Alessandro e Matteo è stata di fondamentale rilevanza per consentire a Savio Dominici di affrontare una realtà piena di interrogativi.

Per questo motivo la denominazione Alemat assume un particolare valore simbolico che, in un unico vocabolo, racconta tutta la storia che sta alle spalle di questa ditta.

Animata da un particolare slancio organizzativo, Alemat sta progettando un ampliamento del terreno per la coltivazione delle viti, per incentivare progressivamente lo sfruttamento dei molti potenziali della cantina.

La filosofia che anima i proprietari di Alemat è incentrata sul rispetto dei ritmi della natura, che non devono venire alterati né tantomeno forzati, allo scopo di ottenere il meglio dalle terre coltivate.

Il continuo confronto con Mario Ronco, un apprezzato esperto piemontese di enologia, ed un profondo coinvolgimento con le tradizioni locali, contribuiscono a creare le condizioni ideali per una produzione sempre maggiormente perfezionata di vini.

Alemat: produzione e localizzazione

La cantina si trova a Ponzano e tra le vigne di Penango, presso la zona più famosa del Monferrato dove viene coltivata la vite.

Il Monferrato (dal latino: Mons Ferratus) è una regione quasi esclusivamente collinare del Piemonte, compresa all’interno delle provincie di Asti ed Alessandria, estesa dalla destra del bacino del Po fino ai piedi dell’Appennino Ligure.

Il Monferrato, per la sua particolare conformazione idrogeologica, è una delle più importanti regioni vinicole Italiane nel mondo, in particolare per quanto riguarda la produzione degli spumanti e dei vini rossi.

Il clima secco e di tipo continentale, caratterizzato da estati calde con tendenza alla siccità e da inverni molto freddi, ha condizionato la sempre maggiore diffusione dei vitigni autoctoni che consentono la produzione di una molteplice varietà di vini.

Le dolci e verdi colline delle Langhe: le zone dell’Alemat

Principi ispiratori di Alemat

Rispettando i principi ispiratori del proprietario di Alemat, la vendemmia viene effettuata manualmente, secondo l’antica tradizione vinicola.

Tra la fine di settembre e la metà di ottobre, periodo ideale per tale operazione, le uve sono accuratamente selezionate unicamente dopo aver raggiunto un perfetto grado di maturazione, per ottenere un mosto di eccellente qualità.

Solitamente durante il mese d’agosto viene attuata una potatura verde, allo scopo di equilibrare perfettamente il carico produttivo delle viti.
La vinificazione si concretizza con differenti modalità a seconda del prodotto finale.

Tipi di vinificazione

Barbera d’Asti
Questo prodotto viene vinificato in maniera tradizionale, distinguendo due tipologie di vitigno; quelli localizzati nella posizione più alta del vigneto sono destinati alla produzione del Barbera Superiore, che affina dentro a grandi botti di legno. Quelli posizionati più in basso vengono utilizzati per ottenere un Barbera vinificato in acciaio.

Grignolino
Frutto di un minuzioso lavoro sia in vigna che soprattutto durante la vinificazione, il Grignolino viene giustamente considerato come un prodotto di punta di Alemat.
Derivante da un antico vitigno autoctono, già conosciuto nel Cinquecento, particolarmente apprezzato presso la Corte dei Savoia, questo vino ha bisogno di molte attente cure per essere in grado di offrire le migliori caratteristiche organolettiche.

Croatina
Selezionata per la produzione di Monferrato Rosso, consente di realizzare un vino corposo, intenso e dal sapore estremamente strutturato.

Affinamento

L’affinamento ha una durata compresa tra cinque mesi e due anni, a seconda della differente tipologia di vino, e comprende due fasi: delle quali la prima si realizza in legno oppure in acciaio e la seconda avviene in bottiglia.

Per il Grignolino d’Asti ed il Barbera d’Asti l’affinamento si verifica in acciaio, per ottenere un vino particolarmente fresco e giovane; per il Monferrato Rosso ed il Barbera d’Asti Superiore il procedimento si concretizza in botti di rovere, che contribuiscono alla produzione di vini corposi e nobili.

Ecco dove e come acquistare i prodotti di Alemat su Wineowine

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La Tintilia: il tratto caratteristico del Molise

Tintilia: il sapore autentico del Molise

La Tintilia il tratto caratteristico del Molise

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Il Molise è una terra unica, che anche in ambito enoico si contraddistingue per la presenza di numerosi vitigni nati dalla commistione di diverse varietà, provenienti principalmente, dai territori limitrofi.

In questo quadro così variegato e per certi tratti complesso si delinea il ritratto vivido della Tintilia, un prodotto DOC, che si può definire al 100% molisano.

Si tratta, infatti, di un vitigno a bacca nera che ha rischiato l’estinzione in maniera quasi definitiva, prima di conquistare la sua posizione di prestigio nel panorama enologico italiano.

In questa terra il vitigno ha trovato terreno fertile e le condizioni ideali per crescere ed estendersi, diventando, negli anni, molto diffuso.

Nel periodo del Dopoguerra lo spostamento verso altre aree e la tendenza alla ricerca di vitigni più produttivi ha portato quasi alla scomparsa della Tintilia, che è ritornata in auge negli ultimi anni.

Le origini di questo prodotto sono molto antiche, pare che risalgano addirittura ai Sanniti, anche se la produzione reale si attesta nella seconda metà del Settecento, con la dominazione borbonica; già il nome del prodotto ha degli echi spagnoli, infatti deriva dalla parola “tinto che significa “rosso”.

Tintilia: il tratto tipico del Molise

La Tintilia: caratteristiche e produzione

Il vino Tintilia proviene da una vite resistente che riesce a superare il freddo e un clima rigido, anche se ha una produttività non troppo alta.

L’uva è di colore nero, tendente alle tonalità del blu, con una cromaticità che risulta essere molto carica, con un aroma particolarmente intenso.

Dal punto di vista dell’olfatto, la Tintilia è contraddistinta da sentori di fiori freschi e frutti rossi che sono predominanti.

Il sapore è secco e succoso, i tannini decisi  rendono più asciutto il gusto, lasciando spazio a una bellissima persistenza fruttata e fragrante. Nel calice si presenta di un rosso rubino riflessi granato.

Un vino da riscoprire e da gustare, perfetto per ogni occasione e sempre attuale per la sua sapidità.

Provate i prodotti delle Tenute Martarosa, che uniscono al meglio territorio, modernità e sapienza antica. Ecco come acquistarli su Wineowine.

 

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Le mille sfumature del Sangiovese

Le mille sfumature del Sangiovese

Le mille sfumature del Sangiovese

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Un vino che ha un’origine che si perde nella notte dei tempi, pare che risalga addirittura alla civiltà etrusca, periodo nel quale si fa risalire la coltivazione di questo vitigno.

Si tratta del Sangiovese, un vino a bacca nera che è molto diffuso nelle regioni della Toscana, dell’Emilia Romagna e Marche. Si può definire il vino per eccellenza nelle occasioni di convivialità, ideale per ogni situazione e simbolo indiscusso della tradizione italiana, popolare, dal gusto intenso e rotondo.

Le sfumature del Sangiovese: caratteristiche organolettiche

Il Sangiovese ha delle caratteristiche peculiari che lo rendono unico nel suo genere.

Il suo vitigno si contraddistingue per una foglia media, trilobata e pentalobata, mentre il grappolo può essere compatto, medio, cilindrico o piramidale. L’acino ha dimensione media-grande, forma ovoidale, con la buccia pruinosa,  di colore blu-nera.

Il vino si presenta con un colore rosso rubino dalle venature violacee, l’intensità del colore varia in base “all’età del vino”, si passa infatti da un colore molto intenso per i vini novelli, fino a degradare a colori più forti per vini più maturi.

Le mille sfumature del Sangiovese

Oltre i colori anche i sapori variano in base all’invecchiamento del vino, infatti si passa dal fruttato che si percepisce maggiormente nei vini novelli, arricchito da sentori di more, prugne, amarene e viole, mentre nelle bottiglie più longeve, questo sapore si affievolisce, diventando più delicato.

Il Sangiovese possiede un carattere acido e tannico, anche in questo caso, i vini più giovani hanno queste caratteristiche più accentuate, molto spesso corrette dalla maturazione in botte, in questo modo assume un sapore deciso, un po’ amarognolo.

Wineowine vi consiglia la sua selezione migliore di Sangiovese, tutta provare.

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I migliori abbinamenti di Wineowine con le specialità marchigiane

Le specialità marchigiane in tavola

I migliori abbinamenti di Wineowine con le specialità marchigiane

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Le Marche sono una regione che coniuga bene lo spirito del nord Italia e quello del sud, in un mix perfetto. Già queste due anime possono esprimere al meglio lo spirito della regione, rendendo questo luogo uno dei più variegati del Belpaese.

Questa regione può vantare anche una conformazione geografica unica, passando da oltre 2000 metri, con il Monte Vettore e i Sibillini al mare, in poco tempo, si prosegue con dolci colline che sono adibite alla coltivazione, che crea un bellissimo paesaggio costellato di uliveti, campi di grano, girasoli e sicuramente vigneti.

Questa varietà si manifesta anche nella cucina marchigiana  che è un connubio vincente di sapori e piatti unici che mostrano lo spirito autentico delle Marche.

Olive ascolane e La Vergine Marche IGT Bianco – Tenuta Tavignano

Le olive ascolane, il simbolo della cucina marchigiana

Uno dei piatti di punta delle Marche, quasi distintivo, sono le olive ascolane, sono denocciolate, farcite, con un impasto a base di carne che può essere di manzo, maiale o pollo, la carne viene amalgamata con uova, noce moscata e Parmigiano, poi impanata e fritta in abbondante olio bollente.

La buona preparazione delle polpette è utile per indicare la qualità dei ristoranti e le osterie della zona, sono il “pezzo forte” di ogni fritto misto all’ascolana.

Un abbinamento perfetto può essere quello con un calice di vino bianco, strutturato con un aroma che ricorda la frutta matura, frutti esotici e sentori terziari, come quello di Tenuta Tavignano- “La Vergine” Marche IGT Bianco.

Brodetto di pesce e “Deserto” Verdicchio DOC Classico Superiore- Socci

Mediterranean bouillabaisse served with fresh white bread
Brodetto di pesce: diverse versioni locali, ma sempre buonissimo

Anche le Marche hanno il loro brodetto di pesce, una zuppa che in origine serviva a non sprecare quel pescato che si spezzava nelle reti o che non si riusciva a vendere per le dimensioni modeste dei pesci. Sono differenti le preparazioni di questa ricetta e variano in base alla provincia, ma sono tutte da provare.

Nella zona di Fano viene preparato con la conserva di pomodoro e si caratterizza per il colore rosso, con un’aggiunta di olio, acqua e aceto. Ad Ancona si usa la salsa di pomodoro che rende il brodo più consistente, mentre verso Recanati il brodetto diventa bianco, anzi tende al giallo e viene impreziosito dalla zafferanella, che cresce alle pendici del Conero. A San Benedetto del Tronto, tra Marche e Abruzzo, il pescato è insaporito da aceto, pomodori verdi e peperoni, per una versione di questo piatto più pungente e vigorosa nei sapori.

Un piatto come questo viene impreziosito da un vino come “Deserto” Verdicchio DOC Classico Superiore- Socci  . Ha un sapore floreale che all’olfatto dà una sensazione di freschezza, con un forte richiamo floreale con sensazioni di fieno stagionato e mandorle. Un vino che ha avuto in dono dal terreno un’ ottima mineralità, la sensazione al palato è di una buona sapidità che chiude con una nota citrina di grande pulizia ed eleganza.

La crescia sfogliata e il Marche Rosso IGT “Serrone” 2015 – Terra Fageto

Traditional Italian piadina
Una variante della crescia sfogliata, piatto molto vicino alla piadina

La crescia sfogliata è un altro piatto che è un’ottima commistione di influenze. Questa pietanza può ricordare la piadina romagnola, ma bisogna fare attenzione a non cadere nell’equivoco!

La preparazione ha due varianti, esiste una versione più ricca con l’aggiunta di lievito e uova, la sfogliatura viene ottenuta ripiegando più volte la sfoglia, unta con lo strutto, cuocendola successivamente sul testo. Viene, successivamente, farcita con i salumi e i formaggi caratteristici della zona, ma può essere arricchita anche da verdure.

Un ottimo calice di Marche Rosso IGT “Serrone” 2015 di Terra Fageto può essere un buon abbinamento. Caratterizzato da un colore rosso rubino intenso con sfumature granato. Ha un bouquet fruttato con variegata speziatura e sentori di tostato e cioccolato scuro, ideale per i salumi e i formaggi corposi del territorio.

Coniglio in porchetta e Rosso Piceno DOC “Rusus”- Terra Fageto

Meatloaf with vegetables, bacon and cheese.
Coniglio in porchetta, un piatto tipicamente marchigiano

Il coniglio in porchetta è una vera e propria peculiarità delle Marche, la cui caratteristica principale è il condimento con il finocchietto selvatico.

Il processo certosino con il quale si disossa il coniglio rende il piatto un po’ complesso, ma rende il tutto più gustoso. Il piatto viene condito con sale e pepe e farcito con fegato tagliato a dadini e soffritto con la pancetta, il tutto aromatizzato da verdure. Viene cotto in forno con rosmarino, olio e vino.

Un vino che esalta questi sapori è il Rosso Piceno DOC “Rusus” di Terra Fageto . Ha un colore rubino intenso, un aroma forte di frutti neri con sentori balsamici e corpo rotondo.

Per scoprire altri vini marchigiani e provarli con le ricette, non perdete i consigli di Wineowine per gustare il sapore autentico delle Marche:
https://www.wineowine.it/marche

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I colori del vino: un mondo che si cela dentro un bicchiere

I colori del vino un mondo che si cela dentro un bicchiere

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Il poeta e scrittore Charles Baudelaire ha riassunto le virtù del vino affermando che: “Chi beve solo acqua ha qualcosa da nascondere”. 

Un modo geniale per aprire uno spiraglio sugli infiniti mondi che si celano dietro un bicchiere di buon vino: mondi fatti di campi coltivati, selezione delle materie prime e tecniche di lavoro che si tramandano di generazione in generazione.

Il piacere del buon vino è troppo profondo per potere venire affrontato con la totale mancanza di preparazione ed è per questo che, oggi più che mai, è fondamentale sviluppare un minimo di conoscenza anche quando si parla di uve, di vitigni, di annate e di produzioni.

Tonalità e caratteristiche del vino: definizioni e colori

Colori e definizioni vanno di pari passo nel mondo della viticoltura e, come è facile intuire, ad una determinata tonalità corrispondono caratteristiche (spesso addirittura ingredienti) inequivocabili.

Nello specifico la tonalità del nostro vino dipende soprattutto dalle sostanze polifenoliche presenti sulla buccia degli acini d’uva utilizzati per la sua realizzazione: la cessione del colore da parte delle bucce avviene infatti durante il processo di fermentazione che trasformerà il mosto in vino ed è la conseguenza del contatto prolungato tra le componenti.

Ovviamente il colore di partenza è strettamente legato al vitigno di riferimento: ad esempio Barolo, Taurasi Rosso e il Sagrantino sono uve a bacca nera, mentre Falanghina, Fiano e Verdicchio sono varietà a bacca bianca.

Ci sono però altre variabili che finiscono per determinare l’intensità del colore di base, tra cui la durata e la temperatura della fermentazione, ma anche la latitudine, il microclima e addirittura l’esposizione solare del singolo vigneto. Caratteristiche a cui si aggiunge persino lo stato evolutivo del singolo vino preso in considerazione: ad esempio un vino rosso giovane avrà un colore rubino più acceso, che tenderà a muoversi verso sfumature granate col passare dei mesi, per via del processo di ossidazione.

Principali colori e definizioni del vino

Ma quali sono i principali colori e definizioni del vino?  Le aree di riferimento di base sono tre e classificano i vini in bianchi, rosati e rossi.

Ciascun gruppo ha poi le proprie sottocategorie, organizzate in base alla gradazione: i vini bianchi ad esempio vanno dal cosiddetto “bianco carta” (vini molto giovani) al “giallo ambrato” (tipico dei vini invecchiati e dei passiti), passando per “giallo paglierino” e “giallo dorato”. Al contrario il vino rosato viene generalmente distinto tra le tre variazioni “rosa tenue”, “rosa cerasuolo” e “rosa chiaretto”: la concentrazione del colore in questo caso è direttamente proporzionale al tempo di macerazione sulle bucce.

Infine il vino rosso, che, come il bianco, prevede quattro macro-variazioni di colore e che abitualmente passa dal “rosso porpora” dei vini molto giovani al “rosso aranciato” dei vini vecchi, passando nel mezzo per il “rosso rubino” (tipico dei cosiddetti vini di media struttura) ed il “rosso granato” (caratteristico dei vini di grande struttura).

Principali sfumature del vino

Consigli pratici per valutare il colore del vino e la sua età

Forse vi sarete chiesti perché gli esperti contemplano il loro calice prima di berlo. La risposta non è “perché si danno arie da intenditori” ma perché osservando un vino e il suo colore si può capire molto. Oltre a quello detto finora, attraverso una corretta valutazione visiva del vino possiamo capire anche la sua età.

Infatti, ponendo il bicchiere contro una superficie bianca potrete osservare il bordo del vino (o disco) che, attraverso la sfumatura del suo colore, ci dirà se quello che state bevendo è un vino giovane, maturo o vecchio (o troppo vecchio).

Un vino giovane è caratterizzato da una tinta violacea (nel caso di un rosso) o verde (in quello di un bianco)

Un vino è maturo, ed è arrivato il momento per aprirlo, se è rosso, rubino, granato o se è giallo limone, dorato, paglierino.

Un vino vecchio tenderà al color mattone o all’arancio, che sia un rosso o un bianco.

Degustazioni esperte

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Vino biologico, naturale o vegano? Tutti i segreti in un calice

Vino biologico, naturale o vegano? Tutti i segreti in un calice

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Il ritorno alla natura, al sano, il richiamo alla terra è sempre più forte. Negli ultimi anni il trend è proprio questo, per poter assaporare un prodotto di qualità, ma che sia rispettoso dell’ambiente.

Per gli amanti dei prodotti genuini in ambito enologico si possono distinguere prodotti di grande qualità come i vini biologici, naturali e la nuova frontiera vegan.

Vini biologici, prodotti e caratteristiche

La produzione del vino biologico si caratterizza per una predisposizione alla produzione sostenibile, priva di aggiunte chimiche o processi aggressivi . 

L’introduzione della dicitura vino biologico sul mercato comunitario è piuttosto recente. In particolare modo, il legislatore europeo ha espresso la volontà di regolamentare il settore con i regolamenti 834/2008889/2008271/2010 e prima ancora con il regolamento CE 834/2007

Le caratteristiche principali del vino biologico sono due:

  • Divieto totale all’uso di agenti chimici nella coltivazione dell’uva 
  • Divieto parziale all’uso di agenti chimici nella fase di produzione (limitato ai soli solfiti) 

Wineowine consiglia tra i suoi prodotti i vini della  Cantina CapalBIO, che ha fatto della biologico il suo punto di forza. I suoi prodotti si trovano nelle prestigiose Colline Forane, nei dintorni dell’esclusiva Capalbio che da sempre ospita politici, imprenditori e protagonisti del jetset. Riprendendo in parte l’esperienza del Sassicaia, il Sassi Chiari è un IGT bianco tradizionale nelle basi (100% uva Ansonica) che si accompagna con successo a piatti di pesce e stuzzichini leggeri: sarà l’alleato ideale di ogni standing dinner .

Con nettari d’uva dal sentore fruttato e floreale, da una coltivazione e vinificazione totalmente biologica, nascono i vini di Terra Fageto. Freschi, morbidi, armoniosi per natura. Perfetti in abbinamento ad antipasti di pesce e primi ai frutti di mare.

Vino biologico: una scelta consapevole

Vini naturali differenze e caratteristiche

La tematica dei vini naturali è da qualche anno oggetto di confronto acceso tra esperti enoici e semplici estimatori .
La differenza tra vino naturale e vino biologico è molto labile, ma esiste. Un punto in comune di questi due prodotti è quello di ridurre l’apporto di sostanze chimiche di sintesi e l’intervento da parte dell’uomo.

In linea di massima, quando si parla di vini naturali, sono alcuni i termini di produzione che vengono generalmente accettati da quasi tutti i produttori:

  • Produzione indipendente e non sottoposta a vincoli di sub-proprietà
  • Bassa resa dei vitigni (inferiore agli 80 quintali/ettaro)
  • Raccolta delle uve manuale, senza l’ausilio di strumenti meccanici
  • Utilizzo dei lieviti limitato ai soli presenti in loco (no lieviti chimici) e no all’intervento nel processo fermentativo
  • Nessun aggiustamento di acidità
  • Nessun aggiustamento degli zuccheri
  • Nessun intervento di micro-ossigenazione o di osmosi inversa

Sui solfiti la posizione è proprio netta, la loro presenza è generalmente tollerata anche nei vini naturali, sebbene in quantità minime (<30 mg/l) , ma i produttori più integralisti rifiutano l’uso dei solfiti e di qualsiasi intervento esterno nel processo produttivo e fermentativo, limitandosi a mettere in botte prima e in bottiglia poi unicamente il frutto della spremitura delle uve.

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Il ritorno alla natura in un grappolo

Vini vegan, differenze e caratteristiche

In questa escalation di prodotti biologici, naturali, nel massimo rispetto dell’ambiente, non può mancare il vino vegan con la sua filosofia cruelty free. Ma come è possibile che un vino possa contenere componenti animali?

Pare non si tratti di una diceria o di una leggenda metropolitana, ma nei prodotti enoici può essere possibile riscontrare tracce di derivati animali. Requisito indispensabile nella produzione del vino vegan, pertanto, è il divieto dell’utilizzo di qualsiasi tipo di derivato di origine animale, come l’albumina d’uovo, la caseina o i caseinati, l’ovoalbumina e la lisozima da uovo, che possono essere presenti nelle produzioni convenzionali, anche se vegetariane.

Nei vini si possono ritrovare, spesso, sostanze chiarificanti, per depurare e rendere meno torbido il prodotto finale. Sono principalmente di origine animale, come l’albumina d’uovo, la caseina e i caseinati, la colla d’ossa, la colla di pesce, la gelatina. Nella produzione di vini vegani è vietata l’aggiunta di qualsiasi derivato di origine animale in qualsiasi fase di produzione, quindi anche nel confezionamento e nell’uso delle colle per l’etichettatura.

Da un paio di anni a questa parte si sta avendo una crescita significativa di interesse e di certificazioni. I consumatori sono sempre più sensibili e attenti alle caratteristiche degli alimenti che consumano e, soprattutto, all’assenza di ingredienti che prevedono l’uccisione e lo sfruttamento di animali. 

Scopri tutte le proposte di Wineowine con i suoi vini biologici, naturali e vegan!

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“Le bollicine”: vini adatti per ogni occasione?

Bollicine: vini adatti per ogni occasione?

“Le bollicine” vini adatti per ogni occasione?

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Spumante e champagne sono solo da grandi eventi e cerimonie? Non è esattamente così!

Negli ultimi tempi, infatti, la presenza delle”bollicine” sulle tavole italiane non è solo da aperitivo o come accompagnamento del dessert, nella sua versione dolce, o come brindisi prediletto per onorare le principali feste e occasioni speciali.

Per orientarsi in questo mondo, un consiglio che può essere utile è quello di verificare la quantità di zuccheri utilizzata. Si va dai meno zuccherati Brut, Dry ed Extra Dry, fino ai più zuccherati, come il Demi sec.

Il consumo di  bollicine è notevolmente aumentato e concentrato durante tutto l’anno, addirittura i più appassionati le consigliano anche durante tutto il pasto.

Una selezione di bollicine italiane e d’oltralpe: abbinamenti e curiosità

La tendenza è quella di accompagnare tutte le pietanze di un pranzo con l’effervescenza di certi perlage , sia italiani come il Franciacorta, con uve aromatiche, sia d’oltralpe, come lo Champagne con lo Chardonnay, il Pinot Nero e il Pinot Meunier.

La storia narra che sia stato un monaco benedettino Dom Pierre Pèrignon ad inventare lo champagne, ma sembra sia solo una legenda, vero è che anche il FranciacortaCurte Franca” nasce dalle sapienti mani dei monaci benedettini in Italia.

Ed è proprio dalla Franciacorta che iniziamo questo viaggio attraverso le bollicine.

Le bollicine adatte per ogni occasione e pasto

Niente di meglio che un Franciacorta Saten per dare il via ad un banchetto con un aperitivo sia a base di crostacei ma anche con succulenti affettati e tartine di ogni tipo. Potrebbe essere un buon suggerimento un Franciacorta DOCG Saten Brut Millesimato Compagnoni, la cremosità del perlage, tipica di questo spumante, è data dalla minore pressione in bottiglia che conferisce una maggiore delicatezza allo spumante. Di un colore giallo oro molto carico, spesso, con spuma molto abbondante e perlage persistente di grande finezza. Al naso ha un ricco spettro di sentori che lo rende avvolgente.

Dalla Franciacorta ci spostiamo in Piemonte per assaggiare, insieme ad un risotto agli scampi, un metodo classico Alta Langa DOCG di Enrico Serafino. L’uvaggio è di Pinot Nero e Chardonnay con 36 mesi di permanenza sui lieviti. Bouquet delicato e armonioso con sentori di miele e fiori gialli, lievito e crosta di pane. Perlage minuto, intenso e persistente e sapore gradevolmente secco e sapido. 

Un’esperienza particolare può invece fornircela un metodo Ancestrale, come Iseldo Ancestrale “Col Fondo” di Maule che, già nel nome, ricorda la sua particolarità. Non viene effettuata la classica “sboccatura” ed i lieviti restano in bottiglia fino al momento della degustazione.

I lieviti gli donano carattere e raffinatezza. Ancestrale Col Fondo dal colore giallo paglierino, presenta un perlage sottile e persistente. In bocca è vivace e perfettamente equilibrato da una buona acidità. Ottimo come aperitivo, con il pesce, risotti e carni bianche ma, in particolare, con il Baccalà alla vicentina dove il suo carattere asciutto e acidulo viene esaltato. 

Prima di assaporarlo, è necessario capovolgere e scuotere la bottiglia, affinché il fondo diffonda tutto il suo aroma!

E per chiudere in dolcezza… un Fior d’arancio DOCG Bonfanti, spumante dolce dei colli Euganei, con uve Moscato giallo 100%, sfumature dorate con un perlage fine e persistente, acidità e freschezza che ben si abbinano ad una crostata alla frutta, magari con crema e fragoline di Nemi.

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Wineowine tra i protagonisti di”Italie à Table” a Nizza

"L'Italie à la Table" i migliori vini si incontrano a Nizza

Wineowine tra i protagonisti di”Italie à Table” a Nizza

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Un appuntamento fisso da quindici anni che vede i migliori produttori italiani riuniti a Saint-Raphaël, ad Antibes a Nizza: “L’Italie à Table!”,  l’eccellenza e l’autenticità diventano le protagoniste.

Dal 7 all’10 giugno 2019,  a Nizza, nella Promenade des Anglais ,un’incredibile  vetrina dell’enogastronomia italiana: dalle confetture dolci e salate alla pasta artigianale, dai formaggi tipici all’olio d’oliva, immancabili gli apprezzatissimi salumi italiani e la ricca selezione di vini regionali, con un ricco programma di animazioni arricchito dalle delizie della gastronomia italiana.

Un traguardo importante per una manifestazione diventata un appuntamento fisso nel calendario estivo di Nizza e che ogni anno prevede il taglio del nastro quadricolore, simbolo dell’amicizia franco-italiana.

Ogni edizione della manifestazione è corredata da un ricco programma di conferenze, atelier, dimostrazioni per adulti e bambini, che sono realizzati grazie alla passione dei produttorie altri professionisti, francesi e italiani, che condividono l’amore per i buoni prodotti e per la cucina dai sapori autentici.

I sapori autentici della tradizione italiana a Nizza

In questo panorama di professionisti e specialisti “made in Italy” sono protagoniste anche le realtà di  Wineowine e Foody Experience, punti di riferimento nel settore enogastronomico che proprio a Nizza si pongono l’obiettivo di internazionalizzare l’enogastronomia e la propria offerta.

L’obiettivo di Wineowine è quello di formare e coadiuvare i piccoli imprenditori del settore vino nella vendita del proprio prodotto all’estero, con un focus importante sul vino del territorio laziale.

Foody Experience incentrata la sua attività sulla proposta di esperienze legate al territorio che suscitano sempre un grande interesse presso i turisti stranieri e che vuole creare nuove ed importanti sinergie tra le piccole e medie imprese del territorio per presidiare al meglio i mercati esteri.

I due progetti si avvalgono entrambi del contributo di Internex Agency, società romana di consulenza specializzata in internazionalizzazione delle PMI, ma anche della collaborazione della Camera di Commercio e della Confesercenti.

Wineowine e Foody Experience, fiori all’occhiello tutti italiani, partono dunque da Nizza per andare alla conquista dei mercati esteri, espandendo il proprio campo d’azione (ancora di più) oltre i confini nazionali e rivolgendosi ad un pubblico sempre più ampio, conquistandone l’interesse attraverso la proposta enogastronomica italiana che ogni anno si conferma tra le più amate al mondo.

Non solo gastronomia e vini pregiati, ma anche un ritrovo importante e una vetrina d’eccezione per professionisti o specialisti, tra imprenditori, tra clienti e fornitori, il salone è un’occasione per la ricerca di nuove opportunità d’affari e per la creazione di nuove partnership.

Informazioni Utili “Italie à la Table”

  • Nome evento: Italie à la Table
  • Quando: 7-10.06. 2019
  • Dove: Promenade des Anglais, Nice, France 06000
  • Tel: +33 (0)6 29 85 05 41
  • Contatti: ilma.zanin@baltim.fr

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I primi della tradizione romana: quali vini abbinare?

I primi della tradizione romana: quali vini abbinare?

I primi della tradizione romana: quali vini abbinare?

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Da sempre definita povera, la cucina romana, unisce prodotti semplici che danno vita a grandi prelibatezze.

Basata su ingredienti semplici, di derivazione contadina, la tradizione dei piatti romani nasce dalla necessità di creare pietanze con quello che si aveva a disposizione nell’ambiente rurale, ma che riuscisse a conservarsi bene.

Alla semplicità dei piatti, si affianca anche la necessità di fornire il giusto sostegno per chi doveva affrontare lunghe giornate di lavoro.

Tra i piatti più famosi della cucina romana troviamo i primi piatti come: Amatriciana, Gricia, Cacio e Pepe e Carbonara.

Protagonisti principali di questi piatti sono il Pecorino DOP del territorio laziale, fatto con latte di pecora, dal gusto deciso e saporito, ed il guanciale che fornisce succulenza e profumo alle preparazioni.

Amatriciana: quale vino abbinare?

Il nome del piatto “Amatriciana” (o matriciana come viene spesso pronunciata in dialetto romanesco) ha origine dal paese a cui si attribuisce la sua origine, Amatrice, un piccolo paese del Lazio.

La versione storica è quella dei Bucatini alla Amatriciana. Pecorino, guanciale e pomodoro si uniscono alla pasta lunga, spessa e forata che consente così al condimento di essere trattenuto all’interno della pasta stessa.

Un bel piatto di Amatriciana accompagnato da un buon rosso

Si abbina bene ad un Campo Vecchio 2015 di Castel de Paolis. Un rosso rubino acceso con note di pepe, ciliegie e sensazioni vegetali. Morbido, sapido, con tannini presenti che lo rendono perfetto per questo piatto.

Gricia: quale vino abbinare?

Secondo alcuni, è la mamma della precedente “Amatriciana” poiché si compone gli stessi ingredienti ma senza l’utilizzo del pomodoro: si utilizza solo guanciale, Pecorino DOP e pepe, per dare vita ad un piatto semplice, ma succulento.

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La Gricia, la “mamma” dell’Amatriciana

Da abbinare ad un Frascati Superiore DOCG “Primo” di Merumalia, profumo intenso ed avvolgente con un’acidità ed una mineralità rinfrescanti e persistenti.

Se vogliamo oltrepassare il territorio laziale possiamo spingerci fino al Friuli con Colmello di Grotta, Sauvignon DOP Collio, di colore giallo paglierino e con un intenso profumo al naso. Ricco di corpo con una buona persistenza ed aromaticità.

Cacio e Pepe: quale vino abbinare?

Altro piatto principe del Lazio, ancora più semplice per gli ingredienti utilizzati è la Cacio e Pepe.

Un piatto composto solo da pasta, cacio e pepe, ma la vera abilità nel creare un piatto eccellente è nella capacità di dosare nel modo giusto gli ingredienti.

Cacio e Pepe - spaghetti with cheese and pepper
Il gusto “semplice” e unico della Cacio e Pepe

Piatto di grande sapidità che può essere abbinato ad un bianco di buon corpo in modo da creare armonia al palato, ad esempio un Gewürztraminer di Zanotelli. Le note calde dei frutti esotici, il palato morbido lo rendono un perfetto abbinamento con l’aromaticità e la piccantezza della cacio e pepe.

Ma se vogliamo rimanere nel territorio non possiamo che pensare ad un “Avao” Frascati DOCTenuta Pallotta. Di colore giallo paglierino carico con riflessi dorati. Intenso e persistente con una spiccata nota vulcanica espressione del territorio.

Carbonara: quale vino abbinare?

Ultima, ma solo nella lista, la Carbonara, così chiamata perché pare fosse il piatto tipico dei “carbonai”.

Piatto un po’ più ricco degli altri, dal punto di vista del gusto, in quanto prevede l’aggiunta dell’uovo a tutti gli altri ingredienti già più volte sopra citati come il guanciale ed il Pecorino DOP. Un piatto gustoso ed intenso e deciso nel sapore.

Spaghetti Carbonara with Garlic Bread

Si abbina bene ad un Langhe Nebbiolo  2017 Cà Brusà. Sapido, pieno e caldo al palato con un’ottima persistenza che bene affronta la presenza dell’uovo, protagonista di questa specialità.

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