Fave e pecorino: quale vino scegliere?

Fave e pecorino: quale vino abbinare?

Fave e pecorino: quale vino scegliere?

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Un antico connubio che trova radici nell’Antica Roma. Ed è proprio nel Lazio che l’incontro tra fave, simbolo di prosperità, e Pecorino trova la sua culla d’elezione, diventando piatto immancabile per le scampagnate fuori porta.

Con l’arrivo di Maggio, mese della raccolta del verde baccello, e del clima mite, è tradizione imbandire le tavole con l’immancabile incontro tra la freschezza delle fave e la succulenza del Pecorino DOP. Un incontro tra prodotti semplici ma che restituiscono al palato tante sensazioni diverse.

La sapidità dell’uno sposa la croccantezza dell’altra, la succulenza del Pecorino incontra la dolcezza delle fave creando un piacevole subbuglio delle papille gustative.

Il Pecorino, grazie alla sua capacità di conservazione, era ritenuto,storicamente, l’alimento per eccellenza per i legionari.

La fava costituisce il simbolo del legame tra la terra e la morte, secondo gli antichi Greci, i baccelli delle fave custodivano le anime dei morti. Ancora oggi, in particolare a Roma, per la Commemorazione dei defunti del 2 novembre, si preparano le “fave dei morti”, dolcetti di mandorle e cannella che ricordano le fave.

Fave e pecorino: vini in abbinamento

Il vino per antonomasia da abbinare alla “coppia consolidata” fave e pecorino è un bianco, preferibilmente dal sapore leggero e fresco, azzardando anche note agrumate, che ben si lega con il sapore deciso del formaggio pecorino.

Uno dei vini più quotati per questo abbinamento è il Frascati, nelle sue declinazioni: una è il Frascati Superiore DOCG “Primo”, che nasce da vigneti autoctoni coltivati a spalliera guyot e cordone speronato, su terreno vulcanico basaltico, ricco di minerali, ideale per i piatti tipici della cucina romana. L’altro abbinamento è il Frascati DOC “Terso”, che si caratterizza per essere molto sapido e fresco, con un profumo delicato ed equilibrato.

Queste sono solo alcune delle gustose e prestigiose proposte della selezione di vini di Wineowine, tutti da provare!

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Vino e lusso: alla scoperta delle boutique e degli eventi più chic

Vino e lusso: binomio vincente

Vino e lusso: alla scoperta delle boutique e degli eventi più chic

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Portare in tavola una bottiglia di vino significa arricchire il pasto di un elemento conviviale, piacevole e – se consumato responsabilmente – anche con potenziali effetti positivi per la salute. Se però si è alla ricerca di qualcosa di insolito ed esclusivo, probabilmente il mondo del lusso è quello che maggiormente viene in nostro aiuto.

Sapevate, infatti, che una bottiglia di Cabernet Sauvignon Screaming Eagle viene venduta con un prezzo stimato di mezzo milione di dollari? Si tratta del vino più costoso al mondo, in una classifica dove la più economica, un Pétrus di Pomerol, costa “appena” 68.000 dollari.

In un mondo, quello enoico, dominato dalla vinificazione francese appare quasi insolito che la palma di bottiglia più costosa spetti a un vino californiano. Del resto, però, gli equilibri enoici sono da tempo cambiati.

I compratori più facoltosi si trovano infatti nei paesi del Medio Oriente e in Russia, e la produzione esclusiva non riguarda più soltanto Italia e Francia coinvolgendo parimenti paesi del Nord e del Sud del mondo come Stati Uniti, Cile, Australia, Sudafrica e Nuova Zelanda.

Stavolta, però, vogliamo concentrarci sull’Italia e in modo particolare su quei luoghi dove il vino diventa esperienza d’autore, tra boutique di…vini ed eventi studiati per una audience decisamente studiata.

Degustazioni di lusso

Le boutique del vino

N’Ombra de Vin. Un nome veneto dietro il quale si cela tuttavia una boutique esclusiva nel cuore di Milano, non a caso in Via San Marco.

Nel 2012 è entrata a far parte della classifica delle dieci enoteche migliori al mondo e non c’è da stupirsi sul perché. L’enoteca è ospitata in un antico convento agostiniano, e con oltre 3.000 bottiglie a disposizione – tra vinificazioni più “popolari” e vini esclusivi con decine (se non centinaia) di anni alle spalle – vi si può sia trovare un vino in loco che ordinarli online. Sicuramente, però, il piacere di visitarla dal vivo è impagabile!

Arriviamo a Roma, dove ad accoglierci nella centralissima Via dei Giubbonari c’è Salumeria Roscioli. Non solo vino – anche se è una parte preponderante del negozio – ma anche formaggi, insaccati e prelibatezze dell’alta cucina. Qui i prezzi delle bottiglie variano dalle poche decine fino a migliaia di euro. Un esempio? Il Romanée-Conti del 2006, che viene venduto a 7.500 euro. Per i più interessati, sono a disposizione lezioni e corsi di wine-tasting.

Guardando fuori dai confini nazionali, una meta che lascia a bocca aperta è Vintry – Wine & Whiskey, un’enoteca di design aperta da poco sulla Stone Street di New York. Vini di altissima qualità ma anche whiskey, cocktail e degustazioni di prelibatezze in una location esclusiva aperta anche a eventi privati e manifestazioni tematiche.

Le manifestazioni del vino e del lusso

In un tempio del lusso e dello shopping, la commistione tra vino ed esclusività si fa pop. È il caso di La Vendemmia, l’evento che ormai da quasi un decennio si tiene in Via Montenapoleone a Milano, e che vede partecipare oltre 100 boutique.

La bellissima via Condotti a Roma

L’elegante via Montenapoleone a Milano

Come funziona La Vendemmia (meneghina)? Durante l’evento, che dura una settimana, le grandi firme del lusso ospitano i migliori vini italiani ed internazionali, mentre ristoranti e bistrot offrono menù a prezzi ridotti.

In questo modo, proprio mentre si fa shopping tra borse, cinture e scarpe sarà anche possibile concedersi un momento di piacere enogastronomico, con prezzi più accessibili. La stessa manifestazione si ripete, alcuni giorni dopo, anche sulle strade dello shopping a Roma (Via Condotti, Via del Corso, Via Margutta …).

 
Dettagli del Vinitaly, una delle principali manifestazioni enoiche

Dettagli del Vinitaly, una delle principali manifestazioni enoiche

Il Mercato dei Vini e Vignaioli Indipendenti a Piacenza, un evento da non perdere

Il vino si mette in mostra

Il Mercato dei Vini e Vignaioli Indipendenti a Piacenza, un evento da non perdere

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Un evento che ogni appassionato di vini non potrà fare a meno di segnare sull’agenda è quello di sabato 24 e domenica 25 novembre 2018, il Mercato dei Vini di Piacenza, evento di punta di Piacenza Expo.

Una manifestazione che è alla sua ottava edizione, ancora conosciuta come il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, per evidenziare  quanto l’apporto delle piccole produzioni sia importante nelle vendite di qualità, al quale Wineowine non mancherà di presenziare!

Si stimano oltre 600 vignaioli che presenzieranno alla fiera da ogni regione d’Italia. Si tratta di aziende agricole di qualità che curano l’intero processo produttivo vinicolo, mostrando dovizia per ogni passaggio, dalla vigna al confezionamento,senza tralasciare la vinificazione. I vignaioli saranno i veri protagonisti di questi due giorni a Piacenza Expo, raccontando il proprio territorio e i vini al grande pubblico, tra degustazioni e assaggi, ma ci sarà anche la possibilità di acquistare i vini direttamente dagli stand dei produttori.

Mercato dei vini di Piacenza: il programma e le degustazioni

Il programma di questa manifestazione, edizione 2018 è ricco di appuntamenti imperdibili: a partire dalle quattro degustazioni a tema previste per approfondire la conoscenza dei territori attraverso il lavoro di alcuni vignaioli, che saranno proprio le guide di questi assaggi, senza l’intervento di critici o giornalisti come spesso succede durante questi eventi.

I vini autentici in mostra

Sabato 24 novembre

Ore 13.00 – INAUGURAZIONE

Il benvenuto a tutti gli ospiti di questa edizione del Mercato dei Vini aprirà ufficialmente la manifestazione. A seguire la presentazione dei Punti di affezione.

ore 14.00 – ANIMA TRENTINA

Dal Garda alle Dolomiti, un viaggio nella Nosiola
Un vitigno e un vino che rappresentano un territorio, la sua storia e le sue tradizioni. Otto interpretazioni di Nosiola, otto diverse versioni in otto diverse annate, a partire dal 2017 per arrivare fino al 1983.
Conduce Matilde Poggi, vignaiola in Veneto.

I VINI

DONATI Nosiola – Sole Alto 2017
COBELLI Nosiola 2015
CESCONI Nosiola 2006
POJER E SANDRI Nosiola 1996
FANTI Nosiola 2008
PRAVIS Nosiola – L’Ora 2014
MAXENTIA Vino Santo 2011
PISONI Vino santo 1983

ore 17.00 – A PROPOSITO DI TAPPI

Il tappo è un elemento fondamentale e occorre non sottovalutarne l’importanza. Partendo da questa forte convinzione Walter Massa propone in assaggio 5 versioni del suo Derthona 2014. Stesso vino, ma chiusure differenti, per cercare di capire come risponde il vino, come cresce, evolve e si struttura nel suo confronto col tempo che scorre.
Conducono Mario Pojer, vignaiolo in Trentino, e Ampelio Bucci, vignaiolo nelle Marche.

I VINI

Vigneti Massa Derthona chiusura Ardea Seal 2014
Vigneti Massa Derthona chiusura Dyam10 2014
Vigneti Massa Derthona chiusura Nomacork 2014
Vigneti Massa Derthona chiusura Corona 2014
Vigneti Massa Derthona chiusura sughero naturale 2014
Vigneti Massa Derthona chiusura Guala Closures 2014

Domenica 25 novembre

ore 14.00 – BAROLO BARBARESCO, IL NEBBIOLO E LA SFIDA DEL TEMPO

Tre diverse annate e due diversi vini, ma non è una gara. Si tratta di una degustazione comparata per capire cosa differenza queste due versioni di nebbiolo, due denominazioni prestigiose messe l’una di fronte all’altra per vedere come hanno reagito, ciascuna a suo modo, agli anni trascorsi.
Conduce Anna Maria Abbona, vignaiola in Piemonte.

I VINI

Fratelli Adriano Barbaresco Basarin 2013
Giacomo Fenocchio Barolo Bussia 2013

Fratelli Adriano Barbaresco Basarin 2008
Giacomo Fenocchio Barolo Bussia 2008

Fratelli Adriano Barbaresco Basarin 2000
Giacomo Fenocchio Barolo Bussia 2000

ore 17.00 – LAZIO – VIGNE, UOMINI E TERRITORI

Si parte con un Frascati e si finisce con un Aleatico Passito. Un viaggio attraverso al Lazio per raccontare non un vitigno, una denominazione o uno stile produttivo, ma per presentare un intero territorio, unito e in crescita che propone vini sempre più di qualità e di grande interesse.
Conduce Walter Massa, vignaiolo in Piemonte.

I VINI

DE SANCTIS Abelos Frascati Superiore 2017
CASALE CERTOSA Convenio Malvasia puntinata 2017
RISERVA DELLA CASCINA Gallieno Malvasia Puntinata 2017
COLACICCHI ANAGNI Tufano Lazio Cesanese 2014
COLLE CANINO 0911 Lazio Cesanese 2016
ALBERTO GIACOBBE Giacobbe Cesanese di Olevano Romano 2017
TRE BOTTI Gocce Lazio rosso 2015
PALAZZO PROSSEDI Arianna De Rosa Sterparo Lazio Rosso 2015
MARINI GEORGEA Zero 8 Aleatico passito 2015

Mercato dei Vini di Piacenza: prenotazioni, prezzi e info utili

La manifestazione si terrà a Piacenza Expo (uscita Piacenza Sud dell’A1 e dell’A21) i giorni 24 e 25 novembre 2018 (sabato e domenica). Gli orari d’apertura dell’evento sono dalle 11:00 alle 19:00, in entrambi i giorni.

Il biglietto d’ingresso giornaliero al Mercato dei Vini di Piacenza è di 15 euro a persona, con calice degustazione incluso; il ticket 2 giorni, invece, è di 20 euro.

Il biglietto ridotto costa 10 euro ed è riservato agli associati AIS, FISAR, ONAV, SLOW FOOD, FIS, AIES, GO WINE e ASPI e ai possessori del biglietto della manifestazione MareDivino 2018. I minori di 18 anni non pagano il biglietto, ma possono entrare solo se accompagnati da un adulto. È previsto anche uno sconto per i gruppi, pari a 1 biglietto gratis ogni 15 acquistati.

Le degustazioni guidate hanno un prezzo unitario di 20 euro a persona. I posti disponibili sono 30 per ogni degustazione e devono essere prenotati utilizzando la prevendita online. Le prenotazioni chiuderanno ad esaurimento posti. Per ogni ulteriore info su prenotazioni, biglietti e trasporti, visitate il sito ufficiale del Mercato dei Vini di Piacenza.

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Cantine aperte: le migliori in Italia per San Martino

Cantine aperte, sapori da provare

Cantine aperte: le migliori in Italia per San Martino

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Ogni anno ricorre la celebrazione liturgica di San Martino, il santo che secondo la narrazione storica tagliò in due il suo mantello per darlo a un viandante. Proprio in quei giorni cade l’estate di San Martino, un breve periodo insolitamente tiepido che spezza i primi freddi dell’autunno.

L’11 novembre, inoltre, coincide con il periodo nel quale si può iniziare a degustare il novello: le prime spremiture della stagione attuale che, nelle loro varianti bianche e rosse, popolano le tavole di case e ristoranti con i loro toni leggeri, fruttati e aromatici.

In occasione di questa giornata, Il Movimento Turismo del Vino organizza la manifestazione Cantine Aperte a San Martino – Nasce il vino, scoppia la festa che nell’edizione 2018 vedrà partecipare decine di produttori provenienti da Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto.

Abruzzo

Nella regione del Montepulciano (d’Abruzzo, s’intende!), del Trebbiano e del Cerasuolo sarà possibile visitare tre cantine in occasione della manifestazione Cantine Aperte a San Martino. Si tratta di Bosco Nestore & C. a Nocciano, dell’Azienda Agricola Ciavolich a Loreto Aprutino e di Contesa a Collecorvino. In ciascuna sarà possibile fare degustazioni di vino ma anche di olio e prodotti tipici locali.

 

I vitigni del Montepulciano d’Abruzzo

Calabria

Mari, monti e splendidi vigneti. La Calabria delle Cantine Aperte mette in mostra due dei suoi pezzi da novanta: Feudo Dei Sanseverino a Saracena (in provincia di Cosenza) e Feudo Gagliadi a Caulonia (Reggio Calabria). Dal Lacrima Nera delle Terre di Cosenza al Castrum Vetus IGP, le degustazioni di vino in queste strutture sarà all’insegna della riscoperta delle eccellenze locali.

 
I migliori vitigni della Calabria

I migliori vitigni della Calabria

Lazio

Dalle colline dei Castelli Romani fino ai grandi spazi della Pianura Pontina, il Lazio del vino e del buon bere risponde con tantissime cantine aperte a San Martino. Sarà possibile visitare, tra le tante, l’Azienda Agricola Donnardea (Ardea) e l’Azienda Agricola Biologica La Luna del Casale di Lanuvio, ma anche la Fattoria Madonna delle Macchie a Castiglione in Teverina e la Tenuta Pietra Pinta di Cori (Latina). Tra Malvasia, Sangiovese, Falanghina e non solo, i vini del Lazio si preparano a degustazioni di qualità!

 
Gli incantevoli vitigni del Lazio

Gli incantevoli vitigni del Lazio

Lombardia

Con un territorio così ricco ed esteso come quello della Lombardia, c’è davvero l’imbarazzo della scelta in fatto di vini da degustare!Per chi ama le splendide terre della Bresciana e della Franciacorta vale la pena fare un giro all’Azienda Agricola San Michele (Capriano del Colle) o alle Distillerie Peroni Maddalena (Gussago). A San Colombano al Lardo, in provincia di Milano, possiamo visitare l’Azienda Agricola Nettare Dei Santi e il Pietrasanta Vini e Spiriti; a Pavia risponde l’Azienda Agricola Antonio Dellabianca, mentre nella bergamasca troviamo Il Cipresso di Cuni Angelica. Da provare il Moscato di Scanzo DOCG, il Capriano del Colle DOC e il Pinot Nero Riserva.

 
I luoghi della Franciacorta

I luoghi della Franciacorta

Sicilia

La Sicilia, si sa, è bellissima. Tra le terre d’arte e il suo mare, una delle tante ricchezze che offre al visitatore è quella del patrimonio enologico. In occasione delle Cantine Aperte a San Martino sarà possibile visitare l’Abbazia Santa Anastasia a Castelbuono, non lontano dalla splendida Cefalù e le Cantine Florio di Marsala. La prima produce vini di qualità in un ambiente biologico-biodinamico (con i vitigni Grillo, Chardonnay, Sauvignon, Nero d’Avola e non solo) mentre la seconda produce Etna, Marsala e Moscato Di Noto con vitigni Grillo, zibibbo di Pantelleria e Malvasia.

I vitigni siciliani: sapori autentici

I vitigni siciliani: sapori autentici

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Aglianico in tavola, accostamenti insoliti e originali

L'Aglianico e il suo territorio

Aglianico in tavola, accostamenti insoliti e originali

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Dell’ Aglianico abbiamo già parlato in uno dei nostri approfondimenti, decantando vizi (pochi) e virtù (innumerevoli) di quello che viene definito come il Barolo del Sud, per l’importanza che riveste sul territorio lucano e non solo.

Un vino particolarmente complesso sotto il profilo della struttura, ricco e deciso, che stupisce per la sua corposità. Lo si può considerare un’eccellenza della produzione enoica, per questo non possono essere da meno gli abbinamenti con i quali lo si porta in tavola per arricchire un pranzo di famiglia o una cena con ospiti importanti.

Vino rosso e formaggio: la coppia perfetta

Aglianico e formaggi: una coppia che fa scintille!

Vino e formaggio, si sa, sono un abbinamento classico per concludere in bellezza un pasto in compagnia o anche per regalarsi un aperitivo diverso dal solito. Provenendo dalle terre vulcaniche dell’alta Basilicata, era difficile pensare a un abbinamento dell’Aglianico con un formaggio diverso dal caciocavallo lucano.

Anche conosciuto come caciocavallo podolico (dal nome della razza di vacche il cui latte è l’ingrediente primario), questo formaggio stagionato dal sapore intenso e leggermente piccante è classificato come Prodotto agroalimentare tradizionale in Basilicata, così come in Abruzzo, Calabria, Campania, Molise e Puglia.

Due prodotti, il caciocavallo e l’Aglianico, che si accompagnano bene perché entrambi molto strutturati. Un mix&match che sicuramente non deluderà i commensali!

Gnummareddi: sapori del Sud

Il nome gnummareddi potrebbe non dire molto a chi si trova a nord del Garigliano, eppure nel Mezzogiorno – e in tutte le sue declinazioni regionali – è sinonimo di grande cucina tipica.

Questi involtini tipici della cucina contadina e degli allevatori vengono infatti realizzati riutilizzando parti meno nobili dell’agnello o del capretto: si tratta infatti delle interiora, che vengono avvolte nel budello e condite con prezzemolo o finocchietto selvatico, e cotte alla griglia per far sciogliere meglio il grasso.

Un piatto estremamente corposo, che lascia in bocca un sapore deciso: ecco perché l’Aglianico può aiutare ad accompagnare con successo un secondo di carne davvero tradizionale.

Un piatto tipicamente gustoso

Un piatto tipicamente gustoso

Fusilli e ‘ndruppeche

Potenza non è solo il capoluogo di regione più alto d’Italia, ma anche la città dello ‘ndruppeche, un ragù ricchissimo che viene realizzato da secoli in zona. Si parte da un trito di olio e aglio, e si fa poi cuocere una serie di tagli di carne di manzo (il muscolo) e il “salame pezzente” che è prodotto di recupero del grasso del maiale. Il tutto, al quale a volte si possono aggiungere anche agnello, coniglio o pollo viene fatto cuocere con pomodoro per almeno tre ore.

Lo si usa per condire i fusilli (o ferretti), pasta fresca “acqua e farina” di forma simile al bucatino, oppure gli strascinati, che somigliano molto alle orecchiette pugliesi. Qui l’Aglianico ha il compito di favorire la percezione delle carni, sia bianche che rosse, con le quali si abbina perfettamente.

I sapori autentici regionali

I sapori autentici regionali

British Meatpies

Usciamo dai confini regionali e nazionali e arriviamo fino a Londra per un abbinamento internazionale tra l’Aglianico del potentino e i Meatpies, tortini serviti in ogni salsa al Borough Market della capitale britannica.

Non vi è una sola ricetta per i tortini di carne londinesi, perché ogni venditore (e ogni famiglia) lo arricchisce e insaporisce con i sapori che preferisce. Ecco dunque spuntare, agli angoli della strada, versioni agrodolci con carne di maiale e mele, altre dall’afflato speziato con pollo al curry, per arrivare all’agnello condito con il limone confit.

Proprio quest’ultima variante ben si confà al “nostro” vino: se l’agnello, infatti, lascia un retrogusto appena amaro, la struttura dell’Aglianico compensa e migliora il sapore del tutto.

Quando l'Aglianico sposa il sapore britannico della meatpi

Quando l’Aglianico sposa il sapore britannico della meatpie

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Aglianico: vitigno, territorio, cantine

Aglianico dal vitigno a tavola

Aglianico: vitigno, territorio, cantine

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Da Bari a Melbourne. Si potrebbe sintetizzare in una sola frase la storia dell’Aglianico, vitigno originario delle Puglie che, nel corso dell’ultimo secolo, ha conosciuto un incredibile successo anche fuori dai confini nazionali, divenendo una presenza fissa tra le vigne della California e dell’Australia.

Quello che oggi è generalmente associato al territorio potentino, e soprattutto al Monte Vulture, è un vino la cui origine viene collocata più lontano, forse addirittura alla Grecia continentale, nel pieno dello sviluppo della civiltà ellenica.

 

Vitigni di Aglianico

La storia dell’Aglianico

Il nome stesso Aglianico potrebbe suggerirci una possibile provenienza di questa uva nera. Si tratterebbe, infatti, di una storpiatura dell’aggettivo ellenico o di Elea, città di fondazione della Magna Grecia che corrisponde al territorio dell’attuale Ascea, in Campania.

Sappiamo anche che Quinto Orazio Flacco, tra i massimi poeti della Roma imperiale, fu grande estimatore del vino di Venosa, zona nella quale ancora oggi è diffusa la coltivazione delle uve Aglianico.

L’introduzione di questo vitigno in Italia, in ogni caso, risalirebbe forse all’VIII secolo avanti Cristo, come testimonia Villae, opera di Giacomo della Porta del 1592 nella quale è citata l’uva “Elvola”, apparentemente antesignana dell’ Aglianico che conosciamo noi.

Altre testimonianze, tratte da opere di Plinio e da studi geografico-enologici più o meno validi, lasciano infine presagire che l’uva avesse origine autoctona nell’Italia meridionale, più precisamente nella zona cilentana.

Tipologie e zone di produzione

Vitigni Aglianico del Vulture

Vitigni Aglianico del Vulture

Come “Aglianico del Vulture” si possono definire tutta una serie di vitigni che variano sia per denominazione che zona di produzione. Tra i più importanti, troviamo:

Aglianico del Vulture DOC

È il tradizionale vino della zona del Monte Vulture, prodotto con il 100% di uve Aglianico del Vulture. La zona di produzione è particolarmente ristretta e coinvolge i soli comuni di Rionero del Vulture, Melfi, Lavello, Venosa, Acerenza e Genzano di Lucania. Di colore rosso intenso, armonico e con un sapore da asciutto a vellutato, si consuma al meglio dopo il terzo anno di età.

Aglianico del Vulture Superiore DOCG

Codificato nel 2011 come variazione dell’Aglianico del Vulture DOC, si riconosce in una zona di produzione decisamente più ampia che comprende anche i comuni di Acerenza, Atella, Banzi, Barile, Lavello, Ginestra, Palazzo San Gervasio e Ripacandida. A causa della forte escursione termica, il vino ottiene una maggiore ricchezza al palato.

Aglianico del Taburno DOCG

Prodotto della provincia di Benevento, l’Aglianico del Taburno trae ispirazione fondante dalla millenaria storia di produzione del vino. Viene prodotto nelle varietà rosso, rosso riserva, solo riserva e rosato, con concentrazioni minime di uva Aglianico dell’85% su un territorio che occupa buona parte della provincia di Benevento. Tra i comuni più celebri dove si produce, quello di Solopaca.

Taurasi DOCG

Nonostante il nome non richiami immediatamente l’Aglianico (che anche qui è presente in concentrazioni minime superiori all’80%), anche il Taurasi ricade in questa “famiglia” enologica. In particolare la produzione si concentra nella provincia di Avellino, nel comune omonimo e circa in una decina di altri centri. Il vino che si ricava dalle uve avellinesi ha un buon titolo alcolometrico (12-12,5%), colore intenso e sapore persistente al palato.

Le migliori cantine dell’Aglianico

Le migliori cantine

Le migliori cantine

Ripanero

La cantina Ripanero (Basilicata) è una delle massime esponenti dell’ Aglianico del Vulture DOC. Proposto nelle varianti Lògos e Physis, che richiamano l’origine greca del vino, questo Aglianico è pienamente aderente alla tradizione per colore e tono al palato. Lo si consuma in abbinamento a formaggi, carni e piatti tipici della Lucania.

De Lisio

La proposta della cantina campana De Lisio si caratterizza per il suo approccio fresco e rinnovato a un grande classico dell’enologia italiana. “Vincarl” è un rosso puro, frutto di una vinificazione attenta dalla quale emerge un nettare elegante, che richiama gli aromi di frutti di bosco e prugna, da abbinare a carni con salsa o formaggi stagionati.

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Al Merano Wine Festival: i vini top si mettono in mostra

Merano Wine Festival

Al Merano Wine Festival i vini top si mettono in mostra

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I migliori vini in una cornice suggestiva e dentro una location prestigiosa. Sono questi gli elementi cardine della 27esima edizione di Merano WineFestival – MWF, la manifestazione a carattere enologico più importante dell’Alto Adige.

L’evento, che si tiene dal 1992, nasce dalle intuizioni e dal viaggio francese di Helmut Köcher, il “Winehunter” (Cacciatore di vini), come ama definirsi. Dalla fondazione di Gourmet Club Alto Adige alla nascita di Merano WineFestival è passato ormai un quarto di secolo, nel quale la manifestazione si è arricchita di elementi di enologia e gastronomia che l’hanno reso un appuntamento da segnare in rosso su ogni calendario da gourmand.

 

Degustazioni di vino

I focus tematici di Merano Wine Festival

L’edizione 2018, che si terrà dal 9 al 13 dicembre, ruoterà intorno a un ricchissimo programma fatto di degustazioni, momenti culturali, approfondimenti tematici e non solo. In questo senso, gli appuntamenti più importanti saranno i seguenti:

Vini naturali e biologici

Coltivazioni naturali e biologiche

  • Bio&Dynamica

    Approfondimenti e degustazioni dedicate al mondo dei vini naturali, biologici e biodinamici. All’interno dell’area della Kurhaus (nelle sale Ohmannsaal, Pavillon des Fleurs, Goethesaal e Sissisaal), il 9 novembre dalle 10 alle 18, sarà possibile scoprire una selezione di 116 vini provenienti da quasi tutte le regioni italiane e dall’Austria

Panorama di Merano

Panorama di Merano

  • The Circle. People, Lands, Experiences

    Nella splendida Piazza de la Rena di Merano il vino sarà il fil rouge di una narrazione tematica dedicata agli uomini e ai territori, alla gastronomia e all’enologia. Visitatori ed esperti potranno così confrontarsi sul mondo del vino attraverso wine&food tasting con abbinamenti soliti e insoliti, tra eccellenze del territorio altoatesino, pizza, vini e non solo

Spirits Experience

Spirits Experience

  • Spirits Experience 

    Non solo vino al Merano WineFestival. La Spirits Experience si rivolge a tutta la costellazione degli “spiriti alcolici”, mettendo in mostra grazie al contributo delle grandi realtà del settore una selezione studiata di whiskey, rum, vermouth e altri liquori. Un’esperienza sensoriale da provare pura o tramite i cocktail che barman professionisti realizzeranno direttamente in loco

Il Futuro del Vino

Il Futuro del Vino

  • Il Futuro del Vino

    Una conferenza tematica con la partecipazione di Helmut Köcher e di una folta rappresentanza di esperti del mondo enoico per parlare di come il mondo del vino stia cambiando, dal punto di vista climatico e commerciale, e di come il futuro potrà rappresentare una evoluzione (e una sfida) per chi produce, ma anche per chi vende.

Come servire al meglio il vino

Come servire al meglio il vino

  • Premio Emergente Sala

Un mondo tradizionale ma che guarda al domani. Il Premio Emergente Sala vuole rivolgersi agli esperti di sala con meno di trent’anni, che si sfideranno in un vero e proprio talent nazionale per i professionisti dell’accoglienza ristorativa. Accoglienza come topos della vita sociale ellenica e come elemento focale dell’essere italiani, rielaborata in chiave moderna ma sempre guardando alla tradizione.

Degustazioni da Masterclass

Degustazioni da Masterclass

  • Masterclass 

    Perché degustare senza conoscere? L’obiettivo delle Masterclass di MWF sarà quello, innanzitutto, di presentare i migliori vini del Vecchio Continente a un pubblico attento al dettaglio, che vuole scoprire il vino dal chicco d’uva fino alla goccia nel calice. Il progetto MWF Masterclasses, inoltre, è ispirato al fare del bene, ed ecco perché il ricavato della manifestazione, che si tiene dal 10 al 12 novembre, sarà devoluto in beneficenza.

Merano WineFestival è un evento con ingresso a pagamento, con ticket giornalieri e formule di abbonamento a seconda dei prezzi e delle aree di accesso scelte. Per tutte le informazioni e il programma completo è possibile consultare il sito ufficiale.

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Sapori d’autunno: zucca e vino, la coppia vincente

Risotto con la zucca

Sapori d’autunno: zucca e vino, la coppia vincente

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La zucca è la vera regina delle tavole d’autunno. Coloratissima, versatile e così leggera che puoi consumarla davvero in ogni modo: al forno, nella pasta, e perché no anche fritta!

Inoltre, i medici concordano sui tanti benefici correlati al consumo regolare della zucca: migliora il tono della pelle, riduce le infiammazioni dello stomaco e aiuta a combattere gli stati influenzali e i primi malanni di stagione.

La versatilità della zucca in cucina

Sono moltissime le ricette della tradizione culinaria italiana che vedono la zucca come protagonista: a Ferrara infatti la fanno da padrone i cappellacci, golosi ravioli ripieni conditi con un classico burro e salvia o con un più ricco ragù di carne; in Lombardia invece la si utilizza come condimento di uno straordinario risotto al gorgonzola e zucca, due sapori molto diversi che si combinano piacevolmente.

Dagli Stati Uniti d’America, poi, abbiamo importato la pumpkin pie, ovvero la tradizionale torta di zucca morbida che viene servita durante tutto il periodo tra Halloween e il Thanksgiving Day, alle porte del Natale.

Pumpkin pie e vino

Pumpkin pie

La selezione delle cantine di Wineowine 

Per ciascuno di questi piatti si possono immaginare grandi abbinamenti con i vini delle cantine di Wineowine, come quelli che vi proponiamo di seguito.

  • Bianco DOC Isonzo del Friuli “Sanfilip” 2016 

Prodotto da Colmello di Grotta, nel cuore delle vallate dell’Isonzo, il “Sanfilip” 2016 è un bianco fermo secco di grande qualità, un Collio a Denominazione di Origine Controllata.

Affinato in botti di acciaio inox con l’obiettivo di ottenere un prodotto secco e fermo, dal sapore piacevole e apprezzabile alle basse temperature (va servito, infatti, a massimo 12 °C), ha un titolo alcolimetrico di 13%.

Una vellutata di zucca con pancetta

Una vellutata di zucca con pancetta

Un vino dalle note piacevolmente armoniche, da servire con un piatto fresco a base di zucca, magari una zuppa fresca con pancetta croccante e crostini o con una vellutata di zucca e peperone giallo.

  • Riesling dell’Oltrepò Pavese “Khione” 2017

Bianco dalle caratteristiche particolari, questo vino lombardo di Colle del Bricco fa parte della ricca produzione Oltrepò Pavese DOC.

100% uve  Riesling Italico, è un fermo secco che segue un doppio affinamento: dapprima 6 mesi in botti di acciaio arricchite da fecce nobili, e successivamente altri 5 mesi in bottiglia. Con sentori tipici delle terre coltivate e dei campi da pascolo – si riconoscono note di camomilla e mela – questo Riesling è sapido eppure fresco.

Per questo motivo si abbina facilmente a tutti i piatti a base di verdure ed erbe, sia primi che secondi piatti. Nel raviolo di zucca può essere un buon abbinamento per “rinfrescare” la bocca dal corposo condimento a base di burro.

Ravioli con la zucca

Ravioli con la zucca

  • Vernaccia di San Gimignano Riserva “Aurea” 2012

Più volte premiato a livello nazionale e internazionale, questo prodotto d’eccellenza della Cantina Guidi è la rappresentazione plastica della Vernaccia di San Gimignano, prodotta con 100% uve della “Manhattan del Medioevo”.

Affinato per un anno intero in botti tonneaux di rovere, se ne producono appena 2500 bottiglie per ciascuna vendemmia, un quantitativo ridottissimo per un vino di grande qualità proposto in questo caso nell’eccellente annata 2012.

Armonico e sapido, sostenuto da un sentore acceso di mandorla amara, stupisce dapprima per il suo bel colore giallo paglierino e solo successivamente, all’assaggio, con il suo profumo floreale e il corpo, che ben si adatta tanto agli aperitivi quanto a dei secondi con base di carne bianche.

Può essere abbinato a un flan di zucca o a delle chips servite con una spolverata di erbe aromatiche.

 
Chips di zucca

Chips di zucca

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In Friuli Venezia Giulia si alzano i calici per “Ein Prosit”: tra haute cuisine e food truck

Ein Prosit

In Friuli Venezia Giulia si alzano i calici per “Ein Prosit”: tra haute cuisine e food truck

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Ventesima edizione per Ein Prosit (Un brindisi), evento di natura enologica che si tiene come di consueto tra Tarvisio e Malborghetto, nel cuore del Friuli Venezia Giulia.

L’iniziativa, che quest’anno cadrà tra il 18 e il 21 ottobre, vuole essere una vetrina elegante e “flessibile” del mondo enologico italiano ma non solo. La sua favorevole collocazione geografica, infatti, fa si che da due decenni la manifestazione raccolga un pubblico eterogeneo che oltre all’Italia proviene anche da Austria e Slovenia.

Paesaggio del Friuli Venezia Giulia

Ein Prosit è organizzato dal Consorzio di Promozione Turistica del TarvisianoSella NeveaPasso Pramollo, con la collaborazione istituzionale di Regione Friuli e Fondazione Friuli. 

La tematica dell’edizione 2018, “Le contaminazioni”, vuole non solo riconoscere il ruolo di ponte tra le culture e le sensibilità enogastronomiche del tarvisiano, ma di fatto rappresentare l’incontro tra la haute cuisine, l’eccellenza delle cantine e il mondo dei food truck, che portano al grande pubblico un modo alternativo ed easy-going di concepire il mangiare. 

I focus tematici di Ein Prosit

Ein Prosit: itinerario del gusto

Ein Prosit: itinerario del gusto

I focus tematici di Ein Prosit saranno concentrati su sette ambienti, visivi e argomentativi, così suddivisi: 

  • Itinerari del gusto – Cucina nazionale e internazionale tra le tavole dei migliori ristoranti di Tarvisio e dintorni; un evento di valorizzazione delle eccellenze culinarie che trova la sua rappresentazione ideale nella mole di 29 stelle Michelin attribuite ai 27 chef presenti da mercoledì 17 a domenica 21 ottobre.
  • Food&Sound – Musica e cucina si incontrano con cene che diventano dei veri e propri concerti e dj-set, grazie alla collaborazione tra gli chef Gaggan, Ana Ros, Antonia Klugmann, Fabrizia Meroi, Fratelli Costardi e i musicisti Trilok Gurtu, Daddy G e Andy Smith.
  • Mostra Assaggio – Nella cornice di Palazzo Veneziano a Malborghetto ci saranno le sezioni Vigneto e Culinaria. Una mostra “partecipativa” all’insegna di vino e sapori con ben 150 aziende enogastronomiche presenti.
  • Degustazioni guidate – Non solo bere per bere, ma bere per conoscere e analizzare. Assaggiare il vino in questa sezione significherà prendere parte a un percorso guidato di approfondimento sulle tematiche enoiche, con la partecipazione di grandi esperti e giornalisti del mondo Food italiano.
  • Welcome Home – Chef e vinaioli del tarvisiano saranno i protagonisti di due serate dove l’eccellenza è il piatto principale.
  • Gli incontri e i laboratori – Conoscere il vino e la gastronomia attraverso incontri di approfondimento e show cooking alla presenza di chef, mastri pasticceri e non solo 
  • La cucina della Valcanale – Un laboratorio di approfondimento sui piatti e le tradizioni del territorio con un menù di assaggi appositamente studiato per Ein Prosit 
  • Special Events – Food truck, presentazioni di libri, shopping, momenti musicali e tantissimo altro ancora per solleticare tutti e cinque i sensi.

L’evento sarà arricchito dalla presenza di alcuni dei più celebri chef italiani e internazionali, tra i quali Mauro ColagrecoNiko Romito, Moreno CedroniAntonia Klugmann (fresca dell’esperienza come giudice a MasterChef Italia) e tantissimi altri ancora. 

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Un itinerario del gusto tra le principali Strade del Vino italiane

Le Strade del Vino in Italia

Un itinerario del gusto tra le principali Strade del Vino italiane

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L’Italia contende annualmente alla Francia il ruolo di maggior produttore al mondo di vino. La cultura enologica del Bel Paese sta seguendo una fase di “democratizzazione”, che ha riguardato anche i flussi turistici.

Il turismo del vino ha dunque permesso a zone di produzione storica – come il Chianti e la Franciacorta – di espandere ancor più la loro riconoscibilità dentro e fuori i confini nazionali, dando al contempo maggior visibilità e opportunità di sviluppo a zone altrimenti tagliate fuori dai flussi turistici di massa, basti pensare ad esempio all’ Alto Adige dei vigneti o al Basso Lazio.

Le “Strade del Vino”, un consesso di percorsi enologici e naturalistici ancor prima, si è sviluppato dunque sia per promuovere il vino a 360 gradi piuttosto che nella necessità di accogliere e catturare viaggiatori attenti anche a ciò che portano sulle tavole.

La Strada del Vino dell’Alto Adige

La Strada del Vino dell’Alto Adige

Molto spesso è più conosciuta con il suo nome tedesco, la Südtiroler Weinstrasse. Stiamo parlando, ma forse si era capito già, della Strada del Vino dell’Alto Adige. Circondati dalle vette delle Alpi altoatesine, ma immersi tra splendide colline che degradano verso valle, percorriamo questo percorso lungo circa 50 chilometri all’insegna di panorami e calici.

Ci troviamo in una terra feconda, che ha dato i natali – in senso puramente naturalistico – a vini i nomi sono particolarmente riconoscibili, come ad esempio il Gewürztraminer.

Bolzano, Cornaiano, Caldaro, Magré e Cortina sulla Strada del Vino. Sono i comuni principali della Strada del Vino altoatesina, che ci permettono di camminare tra vigneti, cantine e aziende agricole dove il vino non si assaggia soltanto, ma si scopre in tutte le sue sfaccettature.

Le Strade del Vino del Monferrato

Strade del Vino del Monferrato

Le Strade del Vino del Monferrato

Spostandosi verso il Piemonte, precisamente nel Monferrato, che costituisce insieme alle Langhe e Roero uno dei siti UNESCO, si trova una strada ricca di delizie e di tesori della viticoltura.

Colline dolci alle pendici delle maestose vette innevate e imponenti delle Alpi che custodiscono vini che hanno accompagnato la storia di questi luoghi, come il Dolcetto d’Acqui, o il Moscato d’Asti, soffermandosi anche ad ammirare le bellezze di città che saltano all’occhio di turisti attenti.

Questo itinerario copre una distanza di 136 chilometri, si tratta di un anello con partenza e arrivo a Casale Monferrato, che attraversa Alto e Basso Monferrato, passando per Felizzano e Nizza, Asti e Montecalvo.

La Strada del Vino Nobile di Montepulciano

Strada del Vino di Montepulciano

La Strada del Vino di Montepulciano

La Toscana è una terra che ammalia e conquista per le sue meraviglie, i suoi borghi d’autore, per citarne alcuni, Pienza, San Casciano dei Bagni, Chiusi e Sarteano, insieme ai suoi luoghi così belli da sembrare quasi surreali, come la Val d’Orcia, fregiata del titolo di Patrimonio dell’Umanità UNESCO per il suo profilo unico al mondo, costellato da file di cipressi che sono verdeggianti durante la stagione estiva e un trionfo di colori durante quella autunnale.

La strada del Vino Nobile di Montepulciano è un percorso del gusto e dell’eccellenza sia paesaggistica che enogastronomica di ben 110 chilometri.

Montepulciano è un gioiello del Cinquecento toscano tra la Valdichiana e la Val d’Orcia, può vantare il grande letterato umanista Agnolo Poliziano.

Il centro di questa cittadina è un museo a cielo aperto per i suoi palazzi di grande pregio artistico e storico che raccontano ben tre secoli di storia dell’arte, come Palazzo Comunale e la sua torre (del Quattrocento), il Pozzo dei Grifi e dei Leoni del Cinquecento e i palazzi rinascimentali, e il Duomo con la sua facciata incompiuta del Seicento, imperdibile anche il Museo Civico Pinacoteca Crociani con i suoi capolavori scultorei e pittorici, come delle opere del Caravaggio e delle terrecotte di Andrea della Robbia.

Tra le mura delle cantine di questa deliziosa cittadina il Vino Nobile di Montepulciano riposa, un rosso italiano che ha ottenuto per primo il sigillo di qualità Docg.

La Strada del Cesanese del Piglio

Strade del Vino: Cesanese del Piglio

Le Strade del Vino: Cesanese del Piglio

Si procede verso la Ciociaria che è il trade union tra le pianure del Basso Lazio e le cime degli Altipiani di Arcinazzo, al confine con l’Abruzzo.

Il suo clima è perfetto per la produzione enologica, tanto da rendere questo luogo uno dei principali della produzione laziale, quasi alla pari dei Castelli Romani,  con un sapore corposo e intenso, caratteristico del Cesanese, con un carattere deciso e verace che rispecchia anche gli abitanti di queste terre.

La Strada del Cesanese del Piglio è un semicerchio di circa 100 chilometri, il cui punto di partenza si potrebbe segnare da Subiaco – la città di San Benedetto – e come punto di arrivo a Sora, passando per luoghi magici come Isola del Liri, uno dei pochissimi luoghi al mondo ad avere una cascata proprio all’interno del centro cittadino.

Le zone del Cesanese sono foriere di grande bellezza, ed è difficile non carpirne l’essenza passando per Anagni, Ferentino o Veroli, comuni dove storia e panorami si uniscono.

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